Saturday, August 7, 2010

NordEst

Ero con Laura al CdC per cercare la macchina da caffè da regalare ad Alice per il suo compleanno e cosa ti vedo sul carrello dei libri che devono essere messi sulle scansie perchè appena arrivati??
CARLOTTO!!!! e non uno ma ben DUE libri!!! anzi, ben due libri che NON avevo!!!!!!
.. avessi trovato100€ per terra, non sarei stata altrettanto felice ^^

Non avevo voluto leggere nessuna "anticipazione" di questo libro percé volevo essere sorpresa.. non dico di esserne rimasta delusa.. ma è tutta una storia di truffe, ecomafie e rapporti familiari.
Delusa no... ma m'aspettavo qualcosa di più "potente".. ai livelli di "l'oscura immensità della morte"..

22/08 sto riassumendo ora il libro e lo sto rivalutando un sacco.. l'ho letto così in fretta che mi ero persa un sacco di intrecci..



Luogo: un posto qualsiasi nel ricco nordest dove a comandare non sono i partiti o i parroci ma le famiglie storiche e quelle dei nuovi arricchiti.

Il racconto alterna la prima persona quando si tratta di Francesco, alla terza quando si parla di altri personaggi come Giovanna, Filippo e madre, Lucio Zuglio, Alvise e alcuni altri.

Giovanna sta per sposarsi con Francesco.
Lei è quasi una figlia della vergogna: anni addietro il padre dilapidò il capitale della sua azienda al gioco e poi la diede alle fiamme per incassarne l'assicurazione. Nel rogo pero' morirono il guardiano e la moglie; l'uomo venne accusato di omicidio e dopo aver scontato la pena in carcero, se ne andò in Argentina.
Da allora, la madre di Giovanna si rifugiò nella religione e nei gruppi di preghiera mentre la ragazza studiò sodo per emergere, tanto che arrivò a farsi assumere nello studio legale dei Visentin e a fidanzarsi con Francesco, figlio di questa potente famiglia del paese, secondi per capitali ed importanza solo ai Calchi Reiner.
Giovanna in passato era stata fidanzata anche con Filippo Calchi Reiner, un giovane vessato dalla madre (una contadina che si era sposata l'unico nobile della zona, un ricco conte, e che aveva avuto il fiuto e la furbizia di investire bene i capitali del marito, una volta rimasta vedova). Aveva lasciato Filippo 4 anni prima per mettersi con Francesco, ma il senso di colpa nei confronti del primo la attanagliava, essendo questi un po' instabile emotivamente (e rimasto mezzo zoppo in seguito ad un incidente avuto con l'auto dopo che lei l'aveva lasciato..)
Giovanna passa la notte col suo amante, dicendogli che intende rivelare tutto a Francesco prima del matrimonio.. ma dopo aver fatto sesso, questi la uccide.
Francesco invece incontra Filippo che lo invita a salire in auto e poi gli dice che lui non sposerà mai Giovanna, perchè lei gli appartiene e lo tradirà come ha sempre fatto.. e mentre dice questo finge di gettarsi contro un muro, frenando all'ultimo momento.
Sarà Francesco a trovare la fidanzata annegata nella vasca si casa sua (di lei) a pochi giorni dalle nozze.
Il giovane verrà convocato in questura per "degli accertamenti": non si è trattato di un incidente ma di omicidio (echimosi sul collo e sul petto confermano che è stata tenuta sott'acqua) e Francesco è tra i sospsettati: la polizia è stata informata da un'amica di Giovanna che questa aveva un amante e che intendeva rivelare tutto al futuro sposo e quindi ipotizza che i due si siano parlati e che il giovane, colto da un raptus, abbia ucciso la fidanzata; un rapporto sessuale consenziente prima dell'omicidio conferma che o i due si sono incontrati, o esiste davvero un amante (di cui hanno lo sperma per la comparazione del DNA).
La scoperta di questa tresca manda fuori di testa Francesco che inizia a farsi un tot di domande.
Intanto 3 giovani su un Cherokee si dedicano alle rapine in villa, derubando vecchiette sole in casa mentre Francesco incontra di nuovo l'amica di Giovanna, Carla (l'aveva vista la mattina in cui avrebbe trovato il corpo della fidanzata, e in quell'occasione lei gli aveva chiesto se Giovanna gli aveva parlato di "quella cosa importante"); Carla crede che lui sia l'assassino dell'amica e gli dice di non fidarsi di lui, ma alle domande di Francesco relativamente all'amante di Giovanna, questa gli dice che Giovanna gliene aveva parlato solo il giorno prima dicendo che "era diventata la puttanda dell'uomo che le aveva rovinato la vita". esattamente queste parole.
La polizia continua ad indagare (cosa ci faceva la donna in vasca alle 3 di notte -ora del decesso- e perchè non ci sono segni di scasso su porta e finestre?) e l'alibi di Francesco è quel suo incontro con Filippo, incontro che ovviamente l'altro nega di aver avuto e, anzi, fa dimenglio: dopo 3 negroni al bar, tiene un comizio dove dice che ad uccidere Giovanna è stato proprio Francesco. Ovviamente segue una legnata tra i due, che vengono divisi da Davide Trevisan, l' amico che aveva organizzato l'addio al celibato di Francesco in un night.
Antonio Visentin, padre di Francesco, va a trovare un amico di vecchia data, Guido Marizza, direttore dell'istituto di medicina legale al quale aveva fatto vincere una causa per un'eredità e gli chiede di aiutarlo: vuole che sia lui ad effettuare l'analisi del campione di dna.. Marizza capisce al volo.. lui non si occupa più di queste cose, ma in laboratorio hanno una macchina che fa un po' le bizze e potrebbe danneggiare in modo irrecuperabile il reperto, quindi si.. lo farà lui (in modo da esserce certo che questo accada).
Il vecchio avvocato va poi ad incontrare la Contessa perchè saranno le famiglie ad appianare i problemi dei due ragazzi. Tra l'altro, sono membri (importanti) della Fondazione Torrefranchi (un'associazione di varie aziende locali che avrebbe dovuto avere anche scopi benefici tipo il reinserimento di ex-detenuti ma che in realtà raccoglie un botto di soldi ed è immanicata ovunque e con qualsiasi cosa.. è anche proprietaria del 70% di teleN/E, l'emittente locale).
Il giorno dopo la contessa incontra il cronista Beggiolin (che aveva mandato il servizio sul litigio dei due giovani) e praticamente lo imbocca dicendogli che non si deve occupare dei due ragazzi ma, per esempio, anche di quella banda di vigliacchi che aggredisce le donne nelle loro case, che magari c'entrano con quello che è successo a Giovanna, e che cmq tra poco Francesco verrà scagionato dalle accuse e sarebbe giusto riabilitarlo pubblicamente. Segue servizio sugli extracomunitari e uno viene preso a legnate.
Intanto Filippo va dalla polizia e ritratta, dicendo che la sera dell'omicidio lui e Francesco erano assieme.. ma quest'ultimo si sta convincendo che forse è davvero Filippo l'assassino della sua donna, la quale avrebbe potuto aprirgli tranquillamente la porta a qualsiasi ora della notte.
Manifesta i suoi dubbi al maresciallo Mele che sembra stare dalla sua parte. Il problema è che in casa di Giovanna le uniche impronte maschili sono quelle di Francesco e le indagini sembrano essere ad un punto morto.
Allora Francesco va a casa della fidanzata, vuole scoprire chi è l'amante di Giovanna, come si davano gli appuntamenti, dove si trovavano visto che la casa di lei era in un quartiere abitato e i vicini avrebbero certamente visto e parlottato.
Mentre è intento a cercare in giro, un estraneo entra dalla finestra. Ne segue una collutazione, Francesco è convinto che si tratti dell'assassino, ma l'uomo si rivelerà dicendo di essere il padre di Giovanna, Alvise Barovier.
Tornato a casa, il giovane intavola distrattamente un discorso col padre relativamente al Barovier.. Antonio gli dice che era stato lui l'avvocato difensore di Alvise, ma che la colpevolezza dell'uomo era evidente: amante del gioco, pieno di debiti, la banca che non gli passava più finanziamenti, l'incendio della sua ditta in cui morirono il guardiano e la moglie.
Alvise si era difeso nel peggiore dei modi, fornendo un finto alibi e sostenendo la tesi del complotto ordito da misteriosi nemici di cui non seppe fare nomi né portare prove. Padre e figlio parlano ancora; Antonio chiede al figlio di farsi forza e di dedicarsi al lavoro, quello dello studio legale. La Fondazione ha deciso di delocalizzare il gruppo che si trasferirà quasi interamente in Romania. Questo perchè il gruppo non è più competitivo, i costi di gestione sono alti e i cinesi avanzano.
Francesco torna a trovare Alvise che ha voglia di parlare: gli racconta che dopo essere uscito dal carcere, tutti lo avevano abbandonato (amici, moglie e parenti). Solo la figlia aveva sempre creduto alla sua innocenza.
Se n'era cmq andato via dal Veneto ed era arrivato in Argentina. Da li aveva sempre mantenuto sporadici contatti con la figlia fino a quando, circa 6 mesi prima, questa gli aveva scritto dicendo che aveva scoperto la verità sull'incendio, che aveva le prove che si trattava di un complotto.. poi aveva iniziato ad essere evasiva, dicendogli che a tempo debito gli avrebbe spiegato tutto. Ma non si era più fatta viva e lui allora aveva deciso di tornare in Italia. Arrivò lo stesso giorno dell'uccisione della giovane.
Alvise è convinto che sia stata messa a tacere.. Francesco è convinto invece che sia stata uccisa dal suo amante dopo un incontro amoroso (come testimonia lo sperma).
Va a trovare Prunella, la madre di Giovanna, a casa della quale la giovane trascorreva spesso alcuni giorni durante la settimana. Nella stanza della ragazza s'intasca la piccola digitale e poi trova il fascicolo del processo del padre. Due cose lo colpiscono: il nome Giacomo Zuglio sottolineato con una certa frequenza e un post-it con su scritto: Sollecitare test Carla.
Va quindi la lei a chiedere spiegazioni. Le dice di aver trovato il dossier del processo e le ripete che lui non è l'assassino.
Carla allora lo porta in campagna e una volta arrivata sull'argine di un fiume gli dice "è li che nascondono i rifiuti nocivi".. e poi gli racconta la storia.
Giovanna l'aveva contattata un anno prima; allora Carla viveva a Caserta dove si era trasferita per amore: finito l'amore, nulla la legava a quei posti (anzi). Era stata contenta di tornare a casa, dove Giovanna le aveva promesso di farle avere un posto all'ASL come tecnica di laboratorio e le aveva rivelato che sospettava un riciclaggio di rifiuti industriali in cui erano coinvolti anche alcuni funzionari della suddetta asl.
Chiede quindi a Carla di indagare. Questa prima si rifiuta, ma in seguito ad una moria di pesci, scopre che questi sono stati avvelenati dal cromo e altre sostanze finite nel fiume attraverso il canale che veniva da quel terreno.. e il terreno era quello su cui sorgeva il mobilificio di Alvise.
Anche Carla è sempre stata convinta dell'innocenza di Alvise, perchè sapeva che quell'uomo amava troppo la sua azienda per distruggerla.
Alvise poi informa Francesco di aver intestato (su consiglio di Antonio) tutte le proprietà a Prunella, perchè non finissero in risarcimenti in caso di condanna. Quando Francesco chiede alla donna che ne ha fatto di quel terreno, Prunella gli dice di averlo venduto x 4 soldi (era considerato un terreno maledetto perchè c'erano morte delle persone) ad un farabutto con cui già suo marito aveva avuto a che fare: Giacomo Zuglio.
Alvise spiega che Zuglio era il rappresentante di banca che lo mandò in rovina bloccandogli il fido e chiedendo il rientro del denaro all'indomani di un grosso affare di Alvise con la Turchia. Sicuramente anche Zuglio fa parte del complotto perchè mettendo in ginocchio Alvise gli ha praticamente creato il movente per l'incendio.
Francesco e Carla cominciano a pensare che l'uomo che ha rovinato la vita a Giovanna (e che possa esserne diventato l'amante) sia appunto questo Zuglio, truffatore e arraffino. Decidono di indagare oltre e così Alvise si piazza su una collinetta e tiene d'occhio il terreno. Quando Francesco lo raggiunge, l'uomo gli dice di aver visto vari camion andare e venire, e di averli visti scaricare dei bidoni che sono poi stati seppelliti.
Guardando a sua volta, Francesco riconosce in uno degli uomini, Costantin, il proprietario del night in cui ha fatto l'addio al celibato.
(Intanto Filippo scopre che la madre se la fa col famoso amico di Francesco e loro coetaneo, Davide Trevisan, e, sempre la madre, inquietata da quelle sculture che il figlio fa usandola come modella, lo spedisce da uno psicologo..)
Carla indaga sul suo posto di lavoro e scopre che i rifiuti di una tipografia che dovrebbero essere trasformati in materiale inerte dalla ditta EcoTSR, finiscono invece sepolti nel campo di Alvise, controlli e certificati tutti in regola, firmati dal perito Arturo Ferrari.
Quello che non convince Carla è il fatto che il deposito non puo' essere la destinazione finale dei rifiuti. Troppo vicini a casa. La donna pensa che vengano stivati li per poi essere portati altrove, tipo al sud dove la camorra con questi traffici ci fa affari d'oro.
Francesco invece scopre che il terreno appartiene ancora a Zulio (che quindi è coinvolto) e che la EtoTSR appartiene a tre soci, uno dei quali è Davide Trevisan mentre gli altri due hanno oltre 60 anni (e sono quasi certamente dei prestanome).
Quando lo affianca, al bar, ed iniziano a parlare, Francesco (che aveva studiato a Milano e aveva perso un po' i contatti con vari amici) gli domanda come vada con l'azienda di trebbiatrici del padre: Davide gli dice che le ha mollate e che si occupa da tempo di smaltimento rifiuti e che, grazie all'aiuto di Antonio, è riuscito ad entrare nella Fondazione e ad avere lo smaltimento di tutte le aziende del gruppo.
Francesco casca dal pero e comincia a temere che il padre venga tirato dentro, senza saperlo, in questo losco traffico.
Riappaiono i tre ragazzi del Cherokee. Sono ad un rave dove danno fuori di testa ed iniziano a litigare tra loro per una ragazza. Rocco è alla guida e si lancia come un matto lungo il sentiero.. la sua miopia pero' è fatale al gruppo di amici (ragazza compresa che era rimasta in macchina). Il sentiero finesce sulla strada e la jeep viene centrata da un camion. Si salvano solo l'autista del camion e Lucio Zuglio.
Tra le lamiere e i cadaveri dei giovani, i carabinieri trovano anche 35.000€ in contanti e gioielli di vario genere.
Così il maresciallo Mele, che da tempo cmq teneva sott'occhio quel maneggione in odore di usura e riciclaggio di Gabriele Zulio, scopre che il superstite di quell'incidente è il vero delinquente della famiglia, un ragazzo di appena 18 anni che avrebbe sostenuto l'esame di maturità quello stesso anno.
Quando va a casa del ragazzo per cercare l'altra refurtiva, oltre a notare che la moglie di Gabriele sembra più la cameriera che la padrona di casa e che in quell'ambiente non mancano i soldi ma manca il gusto, trova il nascondiglio e dentro anche una foto di Giovanna Barovier assieme a Lucio.
Mele la porta a Francesco che non ha idea di chi sia il ragazzo. Nota solo che è fatta in un ristorante che non è del luogo e che i due elementi ritratti sembrano essere in confidenza.
Tornato a casa, mentre ripensa al rapporto che ci poteva essere tra Giovanna e Lucio, Francesco inizia a smanettare con la digitale di Giovanna e vi trova un video di 60 secondi: in una casa che lui non conosce, Giovanna in sottoveste che verso l'obiettivo dice "dai, smettila.." per poi nascondersi dietro una porta.
Quello che lo manda fuori di testa è il fatto che la fidanzata non sembra affatto "costretta" a diventare la puttana dell'uomo che l'ha rovinata, ma addirittura si fa fatta riprendere mentre flirta con lui.
"Trova la casa e troverai l'assassino" è quello che pensa, perchè Giovanna è morta ammazzata e merita comunque giustizia.
Non vuole pero' consegnare il video alla polizia perchè teme che possa essere allegato al fascicolo delle indagini e finire a TeleN/E.
Guardando al TG l'intervista fatta a Giacomo Zuglio (dove afferma che quel criminale, accusato anche di aver ucciso Giovanna -si aspettano le prove del dna-, non è più suo figlio), Francesco ha la conferma che la casa ripresa non è la stessa del video.
Quando pero' incontra Alvise e Carla, il primo si dice fermamente convinto dell'innocenza del giovane ma non vuole dare spiegazioni di questa sua certezza, mentre Carla lo informa che c'è stata un'altra moria di pesci: attorno a quel campo ci sono troppe falde e se non si agisce in fretta con una bonifica, la zona rischia di diventare pericolosa per la popolazione.
Carla vorrebbe denunciare la cosa ai carabinieri ma Francesco chiede ancora tempo per continuare a cercare info sulla EcoTSR e per vedere come va l'indagine su Lucio.
Quando il vecchio Antonio torna dalla Romania, Francesco lo mette al corrente del deposito, di Zuglio e di Trevisan (tace solo su Alvise).
Il padre chiede al figlio di promettere a Carla che la bonifica avverrà a spese della Fondazione, ma non vuole che la cosa venga resa nota proprio per non coinvolgere la Fondazione in uno scandalo le cui pene sono risibili mentre per lui che ha garantito Trevisan non ci sarebbe scampo.
Lucio è ancora in ospedale e gli viene preso un campione per la comparazione del dna, solo che si scopre che l'unico reperto recuperato è stato danneggiato ed è irrecuperabile. La situazione di Lucio non è quindi delle migliori e anche Beggiolin gli si mette contro sfonando sevizi che lo dipingono come il sicuro omicida di Giovanna.
Con la conferma che il campione di DNA è stato distrutto, Francesco teme che l'assassino non avrà mai un nome. Continua a guardare il video riversato sul pc alla ricerca di qualche dettaglio che non trova quando Alvise lo raggiunge e gli dice che teme che stiano cercando di incastrare Lucio come hanno fatto con lui.
Alla domanda di Francesco "perchè tieni tanto alla sua sorte", l'uomo risponde "perché è mio figlio" e gli racconta che la madre del ragazzo era la sua amante e la sua segretaria e che stavano insieme la notte dell'incendio.
Alvise non le fece dire che stavano insieme per non farla passare da puttana e quando potè farlo era troppo tardi per ritrattare. Solo dopo scoprì di essere incinta e Don Piero disse ad Alvise che Giacomo Zuglio era disposto a sposarsela (la corteggiava da tempo, sempre respinto) se lui avesse giurato di mantenere il segreto.

Giovanna e Lucio quindi non sono amanti ma sono fratellastri. Resta da capire come la donna avesse scoperto del suo legame col ragazzo.
Francesco dice a Mele che ha un testimone che può scagionare il giovane e che vuole parlare con il giudice Zan e i vari avvocati.
In caserma Antonio rivede per la prima volta Alvise, lo riconosce subito e va un po' fuori di testa: Zen e Antonio paiono non essere interessati alle informazioni che scagionerebbero Lucio, e anzi, arrivano ad accusarlo di aver uccisio lui Giovanna.
In paese intanto la gente parla e non ha pietà di nessuno: di Paola, di Lucio, di Alvise.
Quest'ultimo chiede a Francesco di occuparsi di Paola (aiutandola a disintossicarsi) e di Lucio (difendendolo come avvocato). Questi s'incazza perchè non vuole essere lui a risolvere i problemi di altri.. ed Alvise gli risponde solo che "Giovanna l'avrebbe fatto.."
Carla va da Francesco con delle striscioline di carta: sono i documenti dell'asl relativi alla EcoTSR che stanno distruggendo per nascondere tutto. E' decisa ad andare alla polizia a denunciare il tutto ma il giovane le spiega il piano del padre (bonifica da parte della fondazione e trasferimento di questa in Romania).
La donna è sconsolata. Sa che questi trasformeranno il risanamento in un affare per loro (ottenendo magari fondi per la bonifica) e che il trasfermento non è fatto solo per pagare meno operai e materie prime ma per inquindare in modo indiscriminato in paese dove non c'è controllo.
I documenti sono stati certamente distrutti da Ferrari perché informato (che la tresca è stata scoperta) da Trevisan informato a sua volta dal padre di Francesco che si è quindi reso complice.
Carla pensa che l'omicidio di Giovanna e la truffa (da lei scoperta) possano essere collegati.. Francesco invece è convinto che si tratti di un delitto passionale e le mostra il video.
La donna cmq è decisa ad andare avanti. Ormai Trevisan sa che il deposito è stato scoperto e vorrà portare via i fusti. Lei prima vuole vedere dove li portano e poi denunciarli.. ma chiede a Francesco di non parlarne col padre perchè teme che potrebbero ammazzare anche lei.
E infatti arrivano 3 camion che caricano i bidoni. Zulio è li, con Trevisan, Costantin e altri operai. Carla li fotografa e poi chiede a Francesco di prestargli la macchina per seguire il camion ma il giovane è deciso a non lasciarla andare da sola.
Arrivati nelle campagne presso Nola, i bidoni vengono scaricati e bruciati come nulla fosse, mentre da lontano Carla fotografa ancora. Dal colore dei fumi, la donna capisce che si tratta di elemento molto tossici.
Non si tratta più di semplice truffa ma di ecomafia e Francesco si convince a voler portare i rullini al Maresciallo Mele.
Poi va a cercare il padre alla villa, sede della Fondazione.. ma li ci trova anche Trevisan. Francesco è stupito che il padre non l'abbia cacciato a calci.
Trevisan invece lo ringrazia per la discrezione con cui l'amico ha trattato la faccenda, dicendo che lui per primo era quello truffato (non ovviamente di esser stato fotografato al deposito) e confidando che si trasferirà con la fondazione pure lui in Romania dove aprirà una fabbirca di scarpe, si scoperà le operaie, i migliori lavoratori se li porterà appresso e gli altri, negri e marocchini che rimarranno in veneto, se ne potranno tornara a casa loro.
Francesco non capisce il comportamento del padre, fatto sicuramente per proteggere la fondazione.. ma non vuole più reggergli il gioco e chissene se in questo decreta la sua esclusione dalla medesima.
Ma Carla viene licenziata "per aver usato attrezzature a scopo personale fuori dall'orario di lavoro" (Ferrari è stato sicuramente informato da Antonio che la "spia" è lei) e racconta anche a Francesco di quando lavorava a Caserta e che era stata "costretta" (aveva agito per paura sotto velate minacce) ad alterare dei risultati che avevano permesso la dispersione di diossina nei campi. Aveva giurato a se stessa che non avrebbe mai più abbassato la testa.. al giovane queste parole danno da riflettere.
Intanto Constantin convince Zuglio (frustratissimo del fatto che tutto stia andando in malora, proprio ora che era vicino ad entrare come membro nella Fondazione) ad incontrare Alvise, spiegandogli il suo piano.
I due si danno appuntamento in un allevamento di trote dove Zulio va armato.
Alvise pensa che l'uomo voglia confessargli tutto. Ma quando è la si deve ricredere.
Zuglio gli dice che è stato lui a rovinarlo, ma l'idea non l'ha aveva avuta lui ma altri del rango di Alvise che volevano rendere lui e il conte Giannino inoffensivi per prendersi il paese.
Zuglio sta per sparare ad Alvise ma viene centrato la petto da un proiettile e cade nella vasca delle trote. Appare Contantin che raccoglie l'arma e spara anche ad Alvise. Dopodichè lancia la pistola nell'acqua, sistema un'altra arma nella mano di Alvise, esplode un colpo e si allontana. In paese si penserà ad uno scontro tra i due dove son rimasti uccisi entrambi.
Francesco chiede a Prunella di poter essere lui ad avvisare Lucio della morte dei suoi due padri e gli viene concesso.
Il ragazzo è conciato male ma è fuori pericolo e intanto ha già avuto la notizia dagli infermieri. I due parlano un po' e alla fine il ragazzo dice a Francesco che la notte della morte di Giovanna lui l'aveva vista (era con gli altri due balordi in giro per rapine) parcheggiare all'una di notte presso un villino e che alle 4.30 la sua auto era ancora la. Francesco gli dice che alle 4 Giovanna era già morta ma Lucio di dice di chiedere alla Contessa, perchè ha visto la sua Mercedes uscire dal villino. Si fa dire dov'è questo villino e ci va, forza una finestra e riconosce subito la casa del video: sa di aver trovato il colpevole. Chiama il maresciallo Mele e questi gli dice che "il villino l'hai trovato forzato dai ladri" (così non devono spiegare nulla e non serve il mandato) e lo raggiunge portanso appresso uno della scentifica.
Nello scarico della vasca trovano un paio di capelli biondi (di sicuro di Giovanna).
Mele crede che la donna sia stata uccisa li e poi portata nella sua casa, dove sono state trovate le impronte solo di lei, di Francesco e della governante. Se l'assassino le avesse cancellate, avrebbe cancellato tutto. In più, nel polmoni della donna son stati trovati sali da bagno che non erano presenti in casa e i talloni presentavano delle abrasioni, come se fosse stata trascinata.
A Francesco tornano subito in mente le parole di Lucio relativamente alla Contessa.
Intanto Filippo pare che stia sbroccando: nel suo atelier modella un'assurda statua di sua madre ed arriva perfino a sfidarla mentre allo psicologo fa strani racconti ed arriva perfino a dire che la madre è un'assassina. La contessa quindi sta pensando a far interdire il figlio (unico erede dell'impero dei Calchi Reiner) perchè non sia credibile a nessuno.
Il villino appartiene ad una società di Montecarlo che appartiene alla Fondazione. Di nuovo la contessa viene tirata in ballo. Sulla Mazda non ci sono tracce di acqua o sali, quindi il corpo di Giovanna è stato spostato con un'altra macchina, la Mercedes.
Auto che la contessa ha cambiato (autista compreso) pochi giorni dopo il ritrovamento del corpo. Il nuovo autista è un exdetenuto rumeno, uscito il giorno prima di galera. Mele cmq non puo' fare di più e dice a Francesco di parlare al padre e di chiedere che sia lui a mandare avanti le indagini nel suo stesso ambiente.
Francesco è di nuovo convinto che l'omicida sia Filippo e passa una notte in bianco ripensando agli avvenimenti e a suo padre, che non poteva ignorare il fatto che la fondazione fosse collusa con la mafia e inquinasse l'ambiente.
Il giorno dopo rivela al genitore i suoi sospetti relativamente alla colpevolezza di Filippo con la complicità della madre.
L'uomo gli dice che Filippo è dal giudice che deve decidere per la sua interdizione avanzata dalla contessa, che bisogna dimostrare che è colpevole e, nel caso, sarebbe solo un demente per cui propone di farlo ricoverare in una clinica e lasciare fuori la contessa, una persona per bene.
Francesco va da Carla e si sfoga.. la donna gli dice semplicemente che nel nordest comandano le grandi famiglie e che quindi la contessa non finirà sotto processo e Giovanna non avrà giustizia.
Mentre il giovane sta tornando a casa, la macchina della contessa lo affianca e la donna gli sibila "Giovanna era solo una puttana e ha avuto ciò che si meritava. Non è stato Filippo e io quella sera ero a casa. Ricordati che se affondo io affondiamo tutti, tuo padre per primo." e se ne va.
Filippo fa di tutto per farsi interdire, dopo di che va a casa ed inizia a montare un cappio... è quella l'unica via di fuga.
Senza un piano ma deciso a far leva su Filippo, Francesco lo chiama e lo canzona con cattiveria; l'altro casca dal pero ma quando si sente dire "tu hai ucciso Giovanna" risponde "mia madre mi ha fatto interdire perchè ho detto all'analista che è un'assassina".
Mele e Francesco stanno facendo delle ipotesi su chi possa aver ucciso la donna quando il maresciallo dice che è stata trovata la macchina venduta dalla contessa all'indomani dell'omicidio. L'autista aveva pagato uno sfascia perchè la demolisse ma questo se l'era rivenduta oltreconfine. Una passata della scentifica vi aveva trovato un'impronta di Giovanna, lasciata probabilmente durante lo spostamento del corpo.
Il rumeno è fuggito ma bisogno trovare il modo di inserire la contessa nel delitto.
Un aiuto possono darlo i tabulati del telefono. Forse Filippo l'ha chiamata dopo l'omicidio per chiederle un aiuto.
Mele gli dice come trovare una persona in grado di procuragli (a Padova con 5000€) i tabulati della contessa. Alle 3.26 una chiamata ad un numero che lui conosce bene, quello del padre.
Lo chiama e gli dice "sei stato tu", L'uomo tace e poi riattacca.
Quando la contessa torna a casa dopo una cena galante, trova il simulacro del figlio impiccato nell'atelier: Filippo se n'è scappato in treno, via da quella donna e da quella vita.
Antonio Visentin è sullo yacht della fondazione ancorato al porto di Jesolo. Selvaggia lo raggiunge. Vogliono arrivare a Spalato e da li in Romania.
Ma il vecchio avvocato gli dice che lui non può partire perchè deve parlare al figlio.
"Per dirgli cosa? Che sei il porcho che aveva tradito Alvise e poi ha costretto Giovanna a diventare la sua amante e che l'ha uccisa quando lei ha minacciato di dire tutto a Francesco? Pensi che tuo figlio possa capirti e perdonarti? Filippo mi odia per molto meno".
Ma l'uomo è irremovibile, scende dalla barca (che parte con la contessa verso la romania) e chiama il figlio.
Quando i due si incontrano, l'uomo gli racconta che la ragazza aveva scoperto che era stato lui a rovinare Alvise ed aveva iniziato a sfidarlo in un gioco perverso ed erano finiti a letto. L'aveva uccisa perchè lei voleva dirgli tutto e la contessa l'aveva aiutato a spostare il corpo.
Poi gli dice che la ragazza era innamorata solo di lui, di Francesco. Questi raccoglie un sasso per spaccare la testa al padre ma si accorge che l'uomo sta scavalcando il parapetto del fiume per buttarsi di sotto.. e non riesce a fermarlo.
Va da Carla per sfogarsi e raccontarle tutto ma non vuole che si sappia. La donna lo convince a denunciare tutto alla polizia perchè Francesco "non diventi come lui".
Gruppo di preghiera per il Visentin, per Alvise e per Giovanna.. e la contessa in romania che viene intervista come grande imprenditrice italiana.

-Frasette-
Lei (la ballerina) si era data da farema io ero stato attento a non andare oltre. Sono un Visentin e, come mi aveva ricordato mio padre, certe cose non le facciamo.
"Almeno qui in paese" aveva aggiunto sorridendo.

... dopo avermi confidato che aveva sentito parlar bene di me all'osteria.

Antonio non le aveva mai fatto pesare che lui era nato Visentin, mentre lei contessa ci era diventata. Se non fosse stato per Antonio, questa differenza l'avrebbe condannata ad un ruolo di comprimaria, di orpello decorativo cui volentieri il suo defunto marito (...) l'avrebbe rilegata.
Ad Antomio Visentin doveva la cosa più importante: il pubblico riconoscimento.

(Beggiolin) Non era un killer da fucile di precisione, no. Lui si trovava a suo agio con uno di quei fucili a canne mozze, caricati a pallettoni. Se spari nel mucchio, qualcosa prendi. Era uno stragista della notizia. Un buonm servizio, per lui, era quello che si lasciava dietro vittime straziate e urlanti.

La contessa era stata impeccabile nell'introduzione. Aveva dominato quella platea di brutti ceffi con un piglio da dominatrice sadomaso.

"Non si preoccupi, è passato tanto di quel tempo".
La signora doveva essersi esercitata per molti anni nell'arte del perdono che ti fa comunque sentire una merda.

Titolo: Nordest
Autore: Massimo Carlotto e Marco Videtta
Editore: E/O (collana Noir Mediterraneo)
Periodo: 2005
Pagine: 200
Prezzo: € 15.00 (pagato €3.50 a CdC)







No comments: