Sunday, November 23, 2008

Nel Catalogo c'è Tutto


Mi ero appena presa una delle due ore di permesso che avevo vinto col direttore per essere riuscita a far spostare il gruppo dei belgi nell'altro hotel e me n'ero andata a prendermi un appuntamento all'usl per vedere se fare l'antimalarica o meno.
Avevo il biglietto 215 e la lista era a 180.. per cui, siccome mi avevano appena dato 10€ di mancia e avevo un po' di tempo prima che toccasse a me.. mi son fatta un giro alla feltrinelli.

cercavo il libro sulle tre famiglie superstiti al disastro nucleare che vengono sterminate da un coniglio rosa.. e, non trovando un commesso che mi potesse aiutare a cercare il titolo, ho buttato l'occhio su questo e me lo son presa.

mi mancavano (e mi mancano ancora perchè non so d0v'è finito) 50 pagine dell'altro libro, la parte più tenera, ma ho cominciato lo stesso a leggerlo.. e in due sere l'ho praticamente finito.
e' simpatico.. un libro veramente atipico ma molto, molto scorrevole.

L'ho finito in 3 sere.. ma in una notte si puo' finire..
come dicevo, libro atipico.. raccontando la sua vita di trentenne precario e lavoratore a progetto che quindi non può chiedere un mutuo per comprare una casa, gli affitti (di una camera!!) sono allucinanti, le uscite improbabili..
il racconto della sua vita è intervallato da consigli su come "sopravvivere" da single.. dove e come spendere meno (e magari tacchinare le altre single).. come stirare le camice, come fare le pulizie, come cucinare con gli avanzi, come realizzare un aperello o una cena intima.
Geniale la commessa del supermercato che "gli legge la spesa".
Ci sono anche un sacco di pagine "come lo fanno a...." in cui le stesse domande vengono fatte a ragezze e ragazzi che vivino nelle varie città del mondo: che lavoro fanno, che contratto hanno, quanto guadagnano, quanto spendono, cosa fanno la sera.

esilaranti le paginette con le domande fatte non so da chi, ma le risposte tutte sue.



Titolo: Nel catalogo c'è tutto. Per chi va o torna a vivere da solo
Autore: Gungui Francesco
Editore: Feltrinelli (collana Super Universale Econimica)
Periodo: 2008
Pagine: 250
Prezzo: € 10,00 (intero)


Wednesday, November 19, 2008

La Parte Più Tenerra


Preso a CdC perchè stava al 50%, l'ho iniziato praticamente subito (ne avrei altri che ho preso da più tempo, ma mi andava un tipo di lettura light).
La partenza è al fulmicotone, spassosissima, tanto che ridevo da sola nel letto quando lo leggevo..
Già a pagina 30 avevo smesso di ridere... ora sono alla 130 e non rido da un pezzo.

In pratica, è un autobiografia dell'autrice:
l'infanzia, con la madre (
la regina della muffa) che cucina qualsiasi cosa prossima alla scadenza (o già scaduta) ed avvelena così tutti quanti (tranne figlia e marito che hanno stomaci abituati a tutto), le nonne sprint e tutte le le domestiche strane ma bravissime in cuicina che passano per la famiglia.
Poi ci sono gli anni nel collegio canadese, il ritorno in patria 16enne e le serate a cucinare in casa sua per gli amici che poi collassano in divano.
l'esperienza nel campeggio francese e il college sfigato dove conosce Serafina e dove comincia con i sit-in e con le manifestazioni contro la guerra.

C'è il ritorno in patria, il lavoretto per mantenersi, la passione per la cucina che diventa lavoro, il tutto intervallato da ricette di cucina: torte delle mamme delle amiche, pollo fritto della zia, sformato al prosciutto (fatto con la carne di manzo stufata) della madre.

trattandosi di autobiografia, i dialoghi sono pochissimi e le pagine belle piene.. fortuna che ogni tanto ci son le ricette che mi fan girare in fretta una pagina.

La fine mi lascia un po' corta.. nel senso che è davvero smorzata a metà.. poi ho scoperto che ha pubblicato un altro libro che è un "ipotetico" continuo di questo.. non serve dire che non lo comprerò, vero??





Titolo: La parte più tenera
Autore: Reichl Ruth
Editore: Ponte delle Grazie
Periodo: 2002
Pagine: 303
Prezzo: € 15.00 (lo vendevano a € 5.00 a CdC.. fortuna che gliene ho dati solo € 2.50)

Sunday, November 16, 2008

Turno di Notte


Era in un angolino a CdC.. l'ho trovato solo perchè avevo visto la costa della copertina di un mondadori.. tra l'altro, credevo fosse un romanzo.
L'ho preso sulla fiducia, perchè mi era piaciuto molto il suo modo di scrivere e la sua delicatezza in "Morti senza nome".

Non è un romanzo, è una specie di diario postumo in cui lei racconta la sua esperienza di antropologa forense, le sue notti come volontaria al "sevizio violenze sessuali" di milano, i suoi interventi su molte scene di cronaca "famose" (dall'aereo contro il Pirellone, all'incendio alla camera iperbarica, al pazzo che sparò in strada a Rozzano.)
L'ho letto in due sere.. bellissimo.

Il libro è diviso un po' per "argomenti".
"
Scomparire di notte" parla della morte in culla, della morte nel sonno, ma anche della morte di coloro che sono privi di identità, invisibili alla società in quanto disperati o immigrati clandestini, come la famiglia di cinesi sterminata da un assassino che non fu mai scoperto, o quella di albanesi composta da 5 persone e portata via da un incendio.
"
Il buio dentro" affronta il tema del suicidio. Cristina ci racconta di come (statistiche alla mano) che decide di uccidersi il piu' delle volte lo fa in modo "eclatante" e particolarmente violento, buttandosi da palazzi o sotto ai treni, svenandosi o sparandosi al volto.. o quelli che prima di ammazzarsi, fanno fuori la famiglia o l'ex amata.
Ho trovato molto delicata questa sezione. Perchè comunque una persona che si toglie la vita è una sconfitta per l'uomo e per la società che l'accoglie (e che in questa accoglienza è venuta a mancare).
E' delicata quando scrive di come spesso, chi si suicida, lasci tutto in ordine.. come il particolare delle scarpe lasciate accostate da chi "esce dalla vita per sempre".
"
Il male della notte" racconta di persone morte per mano altrui, come il caso di quella coppia della "milano bene" in cui lui fece a pezzi la fidanzata "che l'amava troppo".. o il caso di Edda.. una donna con problemi psichici che aveva un compagno con i suoi stessi problemi e che, in un momento di smarrimento, per farla smettere di urlare arriva a strangolarla. O la prostituta che voleva uscire dal giro perchè rimasta incinta, uccisa e sfregiata dal suo protettore perchè fosse di monito alle altre.
E ancora.. gli sbagli dei medici in sala operatoria, gli indicenti per la poca sicurezza sul lavoro, gli irresponsabili che guidano ubriachi e si schiantano contro la famigliola che se ne sta tornando pacifica verso casa.
"
Crime Scena - CSI Bovisa"; qua Cristina ironizza un po' sul suo lavoro, partendo dalle buffonate che si vedono nelle serie tv dove la detective in tacchi a spillo individua con uno scarto di pochi minuti l'ora della morte della vittima (cosa invero molto più difficile e imprecisa), trovando nelle narici di questa un piccolo frammento di tessuto e scoprendo così, nel cuscino del divano li a fianco, l'arma del delitto.
Ci parla un po' meglio della sua professione, della figura dell'anatomopatologo, del suo rapporto con la polizia e la magistratura, dei sopralluoghi e dei protocolli da seguire ogni volta che si ha a che fare con un cadavere e con il luogo in cui viene trovato.
Chi è, come e quando è morto.
Rigor, livor e algor le prime regole per la diagnosi dell'epoca della morte.
La frustrazione che si prova quando non si riesce a "fare giustizia", quando le ricerche e le analisi non portano a nulla, quando è addirittura la legge ad impedire che chi ha sbagliato paghi il suo debito.
"
Violenze nascoste" parla ovviamente di stupri, l'attività criminosa che, più di ogni altra, si associa alla notte.
Violenze perpetrate da sconosciuti ma anche dal compagno di una vita, su donne, su bambini ma anche su uomini e anziani. Tutta la rosa di sentimenti provati dalle vittime: dalla vergogna (la prima e la più forte) alla rabbia, al disorientamento, allo stupore..
In "
Pensieri e perizie" Cristina si racconta e ci dice che è di notte, quando ha tempo e quando riesce a "fermare il cervello", che dubbi e frustrazioni si fanno sentire con maggior forza, quando si ha davanti tutta la brutalità della società, o quando ci si rende conto che non si è in grado di dare risposte.. come nel caso di bimbi piccoli con segni di fratture che potrebbero essere dovute alla botte dei genitori, ma anche ad un problema osseo difficile da diagnosticare. In questo caso c'è il rischio di accusare un adulto innocente.. ma c'è anche il rischio di rimandare a casa un piccolo e di ritrovarselo dopo qualche tempo sul tavolo anatomico.
Si parla ancora di pedofilia, di come si cerchi di stabilire l'età degli/le adolescenti che compaiono nei video pedopornografici, osservando i denti, i seni e tutte le altre caratteristiche morfologiche che possano aiutare a "datare" i protagonisti e stabilire se c'è reato o meno (cosa cmq difficilissima vista la scarsa qualità delle immagini e la prudenza sempre altissima di questi bastardi).
"
La notte del Duca" è il suo ritorno all'archeologia. Ci racconta di come uno storico fortemente convinto che il teschio in suo possesso fosse quello di Galeazzo Maria Sforza, Duca di Milano e fratello di Ludovico il Moro, le chiede di confermare questa teoria.
Studiando i segni sul teschio, confrontandosi con una studiosa medioevale e con genetisti, riesumando la salma della figlia del Galeazzo e confrontando i DNA, ricostruendo il volto seguendo le linee del teschio e paragonandole ai quadri d'epoca, la nostra è riuscita a stabilire che si, quel teschio era di Galeazzo.

Toccante, alla fine, l'elenco degli "sconosciuti" trovati a milano e ancora stazionari al Labanof dal febbraio 1995 al 2007, data di pubblicazione del libro.

-Frasette-
Mi chiedo come possa aver spinto un ragazzo a trucidare la fidanzata, come abbia potuto superare quella soglia che dovrebbe essere sacra a ogni individuo: il diritto di vivere dell'altro.

Pag. 9: le persone che arrivano al pronto soccorso, picchiate, violentate, uccise.

Anche lui dimenticato. Anche lui slittato via senza rumore nel silenzio della notte della propria solitudine.

Nella mia mente di bambina l'idea (di un suicida) s'incarnava (...) in una donna dall'aria malinconica, dai capelli lunghi e disordinati che, vestita di una tunica bianca, si trascinava verso un pozzo, e vi si lasciava cadere.
(...) mi era rimasto impresso il dettaglio di come la poveretta si fosse tolta le pantofole e le avesse lasciate in maniera estremamente ordinata a fianco del pozzo.
(...) come fa chi esce di casa... per sempre.

E' la vita stessa che, con il suo passare del tempo, ti istruisce, facendoti incontrare il dolore. Ed è la stessa sofferenza poi, se permane abbastanza a lungo e se la si lascia sola, ad indicarti una soluzione, per drastica che sia, che metta fine a tutto.

L'evoluzione ci ha regalato un cervello meraviglioso, capace di effettuare le acrobazie arzigogolate chi ci hanno permesso di comporre musica e di andare sulla luna. La moneta di scambio è la sofferenza.

...la gente si ferma per dire di Red "ma che bel cane!", ignorando del tutto il "mocio" Argo, in difesa del quale mi sento spesso ripetere "ma questo nero è intelligentissimo!"

Aveva un aspetto che esprimeva una dignità modesta, non altezzosa, di quella che si trova comunemente nei nostri vecchi: l'ordine e il bell'aspettto non per ipocrisia o per "tirarsela", na per rispetto ei confronti di se stessi e degli altri.

(l'aereo contro il Pirellone) Nessun disastro di massa. Due persone, e i loro cari, tuttavia, erano state investite dalla tragedia, poco importava che il numero delle vittime fosse limitato. Mentre un'altra famiglia forse provava vergogna e imbarazzo, e nutriva, come tutti noi, la speranza che il gesto del pilota non fosse stato volontario, ma accidentale.

Il delitto, ormai, è inflazionato. E viene quasi da pensare con timore che lo sia anche il valore della vita.

Cos'avrà pensato nel momento in cui capì che i colpi sferrati dalla persona che amava più di tutte non sarebbero cessati finchè lei non fosse morta?

Come tanti uomini mostrava, molto più delle donne, la sua preoccupazione e indignazione. Ho sempre notato questa tendenza nelle persone di sesso maschile: giovani, vecchi, militari, civili, come se volessero scusarsi di appartentere a quel genere: al genere dello stupratore.

Sorrideva. Il gonfiore violaceo delle palpebre di un occhio le impediva di aprirlo, il labbro inferiore era tumefatto, con croste rosso vivo. Era evidente il suo immenso dolore. Ma sorrideva. Non era un sorriso di convenienza, sembrava autentico. Forse di chi non ha capito la gravità della cosa; o di chi ha avuto tanta paura di morire ed è grato di essere vivo; o semplicemente di chi si sentiva finalmente curato, accudito.

E poi, quando gli aggressori sono in cinque, per poter portare a casa la pelle a volte è meglio abbandonarsi senza opporre troppe resistenze.

Pag 132-133 Lo stupro da delitto contro la morale diventa delitto contro la persona.


Titolo: Turno di notte
Autore: Cristina Cattaneo
Editore: Mondadori (collana Strade Blu)
Periodo: 2007
Pagine: 180
Prezzo: € 15,00 (5€ a CdC)

Tuesday, November 4, 2008

Ragionevoli Dubbi


ed eccolo di nuovo.. il mio Gianrico..
Avevo comperato questo libro, nell'edizione Noir de La Repubblica, appena tornata dalle ferie a Marina di Ravenna.. dopo che mi ero fulminata i primi due..
Non ho preso l'edizione sellerio.. ma va bene lo stesso..
Me lo sono voluta conservare per un po'.. e l'ho ritirato fuori l'altra sera, dopo aver riposto Spider in scansia..

Non è il migliore dei libri di Gianrico..
Tutto è contro Fabio, il cliente che Guerrieri deve difendere, finito in una trappola dalla quale sempre impossibile essere scagionati.
Guerrieri alla fine riesce a vincere e a far assolvere Fabio... ma mi è parsa un po' un'americanata.. il solito finale in cui, malgrado tutto sia contrario, l'eroe vince e rimane cmq solo, mentre gli altri godono i frutti delle sue fatiche.

Si comincia con Margherita che se ne va negli stati uniti per lavoro, lasciando Guerrieri da solo davanti alla decisione presa.
Guerrieri è un po' rintronato, l'autostima sotto i tacchi e una vita da riprogrammare. Al lavoro gli viene chiesto di prendere le difese di un tipo beccato al rientro da una vacanza in Montenegro con la macchina imbottita di cocaina. Il tipo (ovviamente) dice che la droga non è sua.
A chiedere al nostro di prendere la difesa del tipo, è la moglie giapponese di questi, Natsu.
E così scopriamo che il tipo è Fabio Rayban, ex bullo fascista che aveva riempito di botte il Guerrieri ragazzino con l'eskimo, che l'eskimo non se l'era tolto.
Intanto, l'intraprendente Natsu seduce il nostro Guerrieri, sempre più voglioso di amore e di famiglia (Natsu ha una bambina, figlia di Fabio); lo invita ad andare ad un suo rinfresco (fa la cuoca di sushi), lo invita a fare un giro, lo invita da lei. E lui va (ovviamente)
Intanto pero', non solo trombata la donna al suo cliente, ma lavora anche seriamente al suo caso, malgrado gli antichi rancori.
Grazie alle indagini di Tancredi, scopriamo che sul traghetto che riportava la famiglia in Italia, viaggiava anche un noto trafficante, e che l'avvocato che si era presentato per difendere Fabio (senza che nessuno l'avesse chiamato) ha contatti di "amicizia" con questo trafficante.
Guerrieri fa una cosa che "non si fa": cita a testimoniare questo avvocato, Macrì.
E insomma.. Guerrieri riesce ad insinuare nella giuria il "ragionevole dubbio" che il Fabio sian innocente e che sia stato raggirato, che davvero la droga ce l'abbiamo messa gli altri, che quell'avvocato che nessuna avevo chiamato (e che aveva avuto problemi di droga in gioventù) fosse stato mandato da qualcuno che voleva far recuperare almeno la macchina dove (forse) era stato installato un gps per tenere controllato il carico.
Fabio torna libero e torna in famiglia.
Guerrieri ha fatto il suo lavoro e ha perso l'amore.

-Frasette-
"Non vuoi sapere perché?"
Non lo volevo sapere il perché. O forse si, ma dissi di no lo stesso. Non volevo che mi scaricasse addosso le sue ragioni -che sicuramente erano ottime ragioni- alleggerendosi il cuore, o l'anima o dovunque le nostre colpe si vanno a posare. Io mi tenevo la mia, di sofferenza. Lei si teneva la sua.

Disse altre parole, con la voce incrinata. E però sembravano quello che erano. Scuse.

Calciatore dilettante e criminale professionista.

Tipico di voi fascisti: non siete capaci nemmeno di fare dignitosamente i criminali.

Capii molto chiaramente che volevo essere il suo giudice -e forse il suo boia- piuttosto che il suo avvocato.

Chissà se Natsu era parente - che ne so, la nipote- del Kawabata premio Nobel.
Un pensiero intelligentissimo, mi dissi.. Veramente intelligentissimo. Come se un giapponese, conoscendo un signor Rossi, si chiedesse: "Ah Rossi, chissà se è parente del motociclista."

Il succo di quegli appunti ruotava attorno ai poco giuridici concetti di "ricchionazzo, porco e ladro".

Plausibile Ipotesi Alternativa. Il problema era quello. E' sempre quello nei processi penali. Fornire una spiegazione alternativa, plausibile, alle prove offerte dall'accusa.

Disse una frase in siciliano stretto. Non capii bene le parole ma intuii che si trattava di valutazioni garbatamente critiche sul mio umorismo.

Gruppi di signore molto baribene madisinistra.

E magari baciarci, e accarezzarci e fare l'amore.
Dopo facciamo sempre in tempo a pentirci.

Confessare, anche a se stessi, i propri desideri -quelli veri- è pericoloso. Se sono realizzabili, e spesso lo sono, dichiararli ti mette di fronte alla paura di provarci. E dunque alla vigliaccheria. Allora preferisci non pensarci, o pensare che hai desideri impossibili, e che è da adulti non pensare alle cose impossibili.

Le cose esistono solo se hai le parole per chiamarle.

Ero stabilmente un disadattato, ormai. Mi ero garantito una stabile, mediocre infelicità, mi dissi. Immunizzato da una infelicità devastante in cambio di una insoddisfazione permanente e desideri inconfessabili. Poi pensai che facevo delle riflessioni banali, patetiche, e che mi autocommiseravao. IO ho sempre detestato quelli che si autocommiserano.
"Ma questo giovane è figlio di Marietta?"
"No mamma, il figlio di Marietta sta a Busto Arsizio. Questo è l'avvocato."
"E a chi è figlio?"
Le azioni intimidatorie del gruppo criminale consistevano in stenditura abusiva di bucato, detenzione abusiva di impianti stereofonici, atti immorali del geometra Fumarolo, che viveva solo e portava a casa donne, anche di sera. Una volta, incontrandolo in ascensore, gli aveva detto che doveva smetterla con quelle cose. Quello -come dargli torto- aveva risposto di non rompere i coglioni.
Fine della storia e inizio della discussione. "Voi cosa avreste fatto?"
... se davvero le piacevano gli avvocati dal passato dubbio e dal presente incerto.
... il suo fidanzato l'aveva appena lasciata e lei si ubriacava con determinazione e metodo.
Era uno con la personalità e il carisma di un calamaro...
Continuava a dire: "vero?" C'era il punto interrogativo, ma non era una domanda.
"Vada avanti avvocato, tenendo conto che (...) prima o poi vorremmo vedere le nostre famiglie."
"Sono sicuro che il difensore sarà capace di proporvi in modo suggestivo e seducente questa ricostruzione fantasiosa."

Titolo: Ragionevoli dubbi
Autore: Carofiglio Gianrico
Editore: Edizione speciale per il Gruppo Editoriale L'Espresso (2008)
Periodo: 2006
Pagine: 239
Prezzo:€ 7.90 più il prezzo del quotidiano (pagato € 4.50 a CdC)

Il Cammino di Santiago


Quando qualche mese fa s'era ventilata l'ipotesi di chiusura della baracca per restauri, m'ero fatta prendere dall'entusiasmo per la possibilità di avere finalmente del tempo da dedicare ad una bella vacanza lunga.. e (pensavo) perchè non farmi il Cammino di Santiago tutto in una botta???
e allora passa giorni a leggere i diari online di chi l'ha fatto, e scartabella alla feltrinelli se c'è qualche pubblicazione.. e ti pare che non finisco su Coelho??
Ora.. ammetto che sono sempre stata prevenuta su Coelho.. e che non l'ho mai voluto leggere per una stupida presa di posizione..
ho visto questa possibilità (che pare svanita, quella di fare il cammino) e l'ho voluta prendere come un segnale divino.. "adesso leggerò Coelho e scoprirò un mondo meraviglioso che non mi aspettavo e dal quale sono stata tenuta distante dalla mia stupida arroganza"...
be'.. non è andata così.. non mi si è aperto nessun mondo.. e (peggio) non mi si sta nemmeno chiudendo un libro.. visto che faccio una fatica boia ad arrivarci in fondo. Sono solo a pagina 98.. ne ho altre 130 circa.. ci arrivero', alla fine.. ma sarà stata una sofferenza..

Ammetto di non avere la SENSIBILITA' adatta.. ho letto di gente entusiasta a cui questo libro ha cambiato la vita.. ma forse era gente che aveva bisogno che la vita gli cambiasse..
Come per il Siddharta di H. Hesse.. credo che l'ETA' faccia la differenza.. quando lo lesse la Terroni, a 16 anni, ne rimase illuminata.. quando lo lessi io, a 24.. lo trovai di una noia mortale..
Era quello che temevo potesse succerdermi anche con questo di Coelho.. e si sta tristemente avverando.




Titolo: Il cammino di Santiago
Autore: Coelho Paulo
Editore: Bompiani (collana Letteraria)
Periodo: 2001
Pagine: 227
Prezzo: € 18,00 (l'ho cercato per mercatini come una pazza.. ovviamente, dopo due giorni che l'avevo comprato a prezzo pieno.. è arrivato al marcatino la versione col CD a € 8!!!!!! volevo prenderla per ripicca.. )