Tuesday, August 31, 2010

27 Anni e non Sono Ancora Morta

poi cerco un'immagine


Preso al solito CdC.. pero' al vecchio di via de Gandolfi..
son stata capace, come ai vecchi tempi, di portare a casa 17€+14€ di libri!!
(ho fatto due tornate quando mi sono accorta che c'erano un sacco di potenziali volumi della Perdisa)

Libro strano.. vabbè, è tratto da un blog, quindi son pensieri in ordine sparso.. alcuni geniali (come l'amico camionista che, partendo da un cartellone pubblicitario di una pensilina del bus le dice dove si trova, il pargheggio del padre con un testacoda, o di quando lei stacca le targhe della bms per superare la bravo della polizia sull'autostrada).. altri li ho trovati un po' forzati e a tratti noiosi.. Lettura da ombrellone, non certo da divano serale.

-frasettine-


23/02/05
.Un uomo sulla 50ina si con portamento maitre si avvicina con il metro da sarto e ti misura. Altezza+larghezza=capienza.
.Assenza di accelaratore. Ad un'attenta analisi, assenza di ogni comando. Rimane Dio a governare la mia trazione posteriore.
.Mio padre. Supergianni. (...) arriva su un'auto muletto di cui insabbierà l'esistenza e corre verso di me con scarponcini salinodiffusori a massima aderenza.
."Moriremo tutti" è il mio mantra per 8 minuti.
.E mio padre lo fa.
Lui emette l'urlo tipico del lancio a inizio pista di discesa libera, poi tira il freno a mano.
2 cm a destra del cancello, 3 cm a sinisra del muretto, rotazione di 180, fosbury e cerchio di fuoco. Box.

18/06/04
.L'asfalto evapora. 60 gradi. Si cominca a sentire odore di rognone.
.Due automobilisti aprono le portiere e scendono in strada per vedere cos'è successo.
Il primo muore di insolazione dopo 18 secondi.
Il secondo è un'allucinazione collettiva.

20/10/05
.E anche dio è felice, perchè di lui se ne parla di più in viale sondrio che nel concilio ecumenico.
.Hamada è un 25enne egiziano che sposta macchine nel garage. Ha vinto la mia stima un piovoso giovedì quando ha parcheggiato con due manovre una audia a8 in un posto-scooter.
Mi ha detto che una volta ha smontato una golf gt e quando l'ha rimontata era una lancia delta. Io ci credo.

11/01/05
.78kmh. Non posso prendere una multa per una velocità che supero uscendo dal garage.

14/12/04
.Per un brianzolo 10 minuti in attesa degli antipasti sono l'inferno.
Zio S. si lamenta che in 10 minuti costruiva un armadio a 19 ante.
Mio padre che in 10 minuti faceva tre partite di FreeCell perdendone due.

04/10/04
.Mi sento soddisfatta. Nonostante probabilmente io abbia 2 anni più di lui, con tre parole posso dimostrarne 45.

09/07/04
.Due anni dopo crea il suo nickname dando un pugno alla tastiera, sempre con risultati eccellenti.

07/06/04
.Oggi durante la serata karaoke, appena hanno attaccato ciuaua non sono mai stata così vicina al Lexotan.
.A capo della colonna nell'unica corsia, seguita da 7km di auto irritate, una twingo verde, a 17km7h, procede godendosi il tramonto sulle colline al di la della strada davanti deserta, con i suoi 20 punti di patente immacolati.




Titolo: 27 anni e non sono ancora morta
Autore: Arkangel
Editore: Unwired Media (collana Scritto Misto)
Periodo: 2006
Pagine: 91
Prezzo: non lo so.. il prezzo è coperto con un adesivo di salaborse.. quindi era un regalo.. (molto apprezzato, evidentemente). Han provato a venderlo a 1.50 ma me lo sono accattata io a 75cent....

Tre Mani nel Buio


Un Eraldo Baldini arrivato il giorno prima..
L'avreste lasciato la?? Io no.. anche a prezzo "intero"..
3 romanzi brevi di crimini e violenza nella sonnacchiosa e tranquilla provincia...

-Una caldissima estate-
Miro e Luigi, due pescatori "goranti" che vanno in territorio ravennate a "fregare" le cozze dai piloni delle piattaforme metanifere. Il primo s'immerge con la muta mentre l'altro sta di vedetta sulla barca ed aspetta il raccolto.

Vengono trovati uccisi sul loro peschereccio. Luigi "sparato" e Miro annegato, a 15 mt di profondita. I due non erano nuovi alla guardia costiera ma sembra strano che due persone possano venire uccise per delle cozze.
Cmq è in quella direzione che De Rosa e Righetti indagano: le piattaforme sono in appalto al Ravesub, un consorzio di cooperative che fa la pulizia delle strutture tenendosi le cozze.
I mitili raccolti finiscono tutti allo stabulario per venire purificate (cosa che non succede ovviamente a quelle raccolte di frodo). Un controllo a Lagonero, il paese dei due, per scoprire che qualche giorno prima erano stati raggiunti da alcuni personaggi con cui avevano discusso e poi litigato. Questi poi se n'erano andati su un macchinone bianco.
Dall'autopsia intanto si scopre che i proiettili usati sono per armi molto potenti e il fatto che non ci siano bossoli in giro fa pensare a dei professionisti, più che a dei pescatori incazzati. Ma chi (e perchè) dovrebbe uccidere due poveracci che passavano la mattina in mare e il pomeriggio in uno schifo di bar?
(intanto qualcuno entra nello stabulario e lo sabota)
Gli alibi dei pescatori della zona vengono controllati e solo uno non ce l'ha. Mario Sintoni. Partigiano da ragazzo, pescatore da adulto. Una volta aveva tentato di affondare un'imbaracazione "avversaria" e, al sopraggiungere di un elicottero della finanza, aveva cercato di speronare anche quello. Ma Mario era anche l'unico uomo che aveva sfidato le onde di una burrasca per salvare l'equipaggio di una barchetta andata alla deriva sulla quale si trovava Righetti con la sua famiglia e tra i due era ovviamente nata una forte amicizia.
A lui il poliziotto chiede aiuto, ma Mario non vuole fare la spia ma gli racconta di aver visto i due ogni tanto al largo, in zone dove loro, senza reti, non avrebbero pescato nulla. E dice anche di aver visto dei grossi motoscafi che di certo non sono di turisti.
Un messaggio viene recapitato al Resto del Carlino: "in data 26 luglio abbiamo contaminato lo stabulario col virus dell'epatite A. I nostri due morti gridano vendetta". Sono passati solo 12 giorni.
Un sopralluogo allo stabulario per capire come sono andati i fatti. Va solo Righetti perchè De Rosa ha mal di pancia.. Lo riceve il direttore della struttura, assieme alla biologa. I due spiegano che le cozze vengono portate li dopo il raccolto e spegano dei vari controlli ai quali vengono sottoposte. Solo un giorno durante la settimana rimangono li durante la notte per essere consegnate la mattina seguente. Lo stabulario è stato sabotato proprio quella notte. Le cozze erano state controllate la sera prima risultando pulite e quini non vennero ricontrollate l'indomani.
Le due entrate del locale non risultano manomesse quindi i sospetti sono su una persona che conosceva orari e che, molto probabilmente, aveva le chiavi.
Ma le chiavi le hanno in 3: il direttore, la biologa e il vicedirettore che in quei giorni era in vacanza sulle dolomiti.
Andando al bar col direttore, i due uomini incontrano la moglie di quest'ultimo e Righetti nota lo smalto verde di lei.
Intanto Mario, che non sopporta di essere sospettato, si fa prestare la digitale dal nipote e va al largo. Torna con delle foto da mostrare a Righetti di un peschereccio di Lagonero e di uno scafo che l'accosta. Dal primo vengono calati grossi e pesanti involti. Non sembra trattarsi di contrabbando, visto che la "roba" parte e non arriva.
Ci sono i primi ricoveri per epatite e una ragazza non ce la fa. Tra gli infettati c'è anche Di Rosa. Righetti lo va a trovare all'ospedale e chiacchierando si convincono che a scatenare il virus non siano stati i "goranti" (che sono abituati ad affrontarsi direttamente con gli altri pescatori) ma una persona familiare allo stabulario che poteva disporre anche di materiale infettato dal virus. Per saperne di più sull'epatite, Righetti va a parlare col primario dell'ospedale che gli spiega che bastavano delle feci di un malato di epatite ad infettare lo stabulario e le cozze.
Mentre è li, Righetti riconsce dallo smalto la moglie del direttore dello stabulario e il primario gli dice che la donna lavora li nel laboratorio analisi.
E parlando con il vicedirettore invece scopre che la moglie dalle unghie verdi è gelosa e crede che il marito abbia una storia con la biologa.
In conclusione: con l'aiuto di Mario e altri pescatori con le loro barche, le forze dell'ordine riescono a fermare il peschereccio e il motoscafo e a scoprire un "contrabbando" dall'Italia verso l'Albania e la Jugoslavia di pezzi di ricambio per elaborare i motoscafi e renderli dei missili (mi pare di aver capito così, eh???).
Lo stabulario l'aveva sabotato la moglie del direttore prendeno del materiale infetto dal suo laboratorio. Voleva punire il marito per il tradimento. Righetti la fa confessare con un bluf, dicendole che il marito avrà guai seri in quanto responsabile dello stabulario e lei alla fine ammettere di essere la colpevole.

-Frasettine-
"Minià, ma a te ti fa schifo vivere?"
"Perché, ispettore?"
"Perché se un altro essere umano qualsiasi fumasse e bevesse caffè quanto te, sarebbe già morto da un pezzo, e se fosse vivo lo farebbero vedere come meraviglia in un circo, ecco perchè."

Ma da dietro spuntano due orecchie a sventola e una bandana, e quando Pantani sorpassa il tedesco, il bar si trasforma in una bolgia di urla selvagge. (...)
"Che bello essere romagnoli, eh amico?" gli grida un ragazzo.
"Eccome!" urla Righetti, che è di Cuneo.

(Mario) si era distinto per irruenza (tanto per usare un eufemismo: aveva rotto una sedia in testa ad un avversario, e poi coi pugni ne aveva mandati in ospedale altri tre)

(sempre Mario) Venne fermato, trattenuto, denunciato, diffidato, e per tutta risposta qualche giorno dopo, tanto per mettere in chiaro che di paura lui non ne aveva proprio, si era messo a pescare a strascico tra le dighe del porto, davanti ale casermette della capitaneria, della Finanza e della polizia, infangendo come minimo venti leggi.

L'Alcool disinfetta.


-Un trapano in testa-
L'ispettore Cardona si è trasferito dal sul a Ravenna, portandosi appresso madre e sorella che vivono assieme, ma non a lui.
Livia, 19 anni e animo che si ribella ad una madre troppo presente ed apprensiva, ogni tanto sparisce e non torna la notte; spetta allora al fratello andarla a cercare (su richiesta della madre). L'ispettore soffre anche di atroci emicranie, di quelle che si fanno anticipare da un'aura di malesseri mati e che gli spaccano letteralmente in due la testa.
Ha appena recuperato la sorella e si è appena messo a letto quando viene chiamato per un omicidio: "una tipa ha trovato il suo fidanzato morto. Morto ammazzato".
Infatti il tipo, piccoli precedenti per spaccio, è riverso in salotto, la testa trapassata da orecchio ad orecchio molto presumibilmente da un trapano.
Nel casino della stanza, delle orme di sangue nr. 41, che arrivano fino alla porta di casa per poi sparire.
Cardona pensa che un comportamento del genere potrebbe averlo tenuto un abitante della palazzina e li fa interrogare tutti. Un'insegnante mezza matta, una coppia di 70enni, una famiglia con due bambini, un'anziana signora in un appartamento e la figlia sempre via nell'altro, lo studio di design di un giovane che è li solo durante il giorno x lavoro visto che vive coi genitori.
Mentre le indagini prendono la via della droga, Cardona si convince che possa centrare uno degli inquilini. Inizialmetne si fissa sulla prof mezza matta.. poi pero' le indagini lo portano a seguire Luigi Pagnin, il giovane desiner.
Dopo qualche tempo viene trovato il corpo di un'anziana donna, uccisa sempre nella sua abitazione: ha lei, l'assassino ha piantato la punta del trapano nel naso. La donna è vicina di casa dei genitori del Pagnin. O meglio, il suo orto, quello dove lei coltiva rose e fiori, poco lontano da casa, è sotto le finestre dell'abitazione della famigia. Cardona lo scopre leggendo il biglietto di condoglianze inviato al figlio della vittima da questi.
Si fa una ricerca sul territorio nazionale e si scoprono altre due persone sulle quali l'omicida ha inferito con un trapano. Una di queste ha avuto dei testimoni, l'altra si tratta di un giovane architetto gay trovato cadavere nella sua cascina nel senese, con gli occhi trapanati. Il ragazzo era amico del Pagnin, avevano studiato insieme a Firenze.
Manca pero' il movente. E lo trova Cardona durante uno dei suoi mal di testa, quando dice che gli pare di avere un trapano in testa.
Da una conversazione col Pagnin aveva saputo che anche il giovane soffriva di tremende emicranie periodiche (come quelle di Cardona) e che era in cura presso vari dottoroni ma che aveva smesso di prendere le medicine.
Gli omicidi erano stati la conseguenza di una scocomerata durante il picco di queste emicranie. Iniziato con il toscano che lo stava ospitando e che gli era piombato nella stanza buia per farselo, accendendo la luce proprio durante il picco dell'emicrania, Pagnin era "impazzito", aveva gettato la lampada a terra, colpito l'amico e l'aveva poi "punito" trapanandogli gli occhi.
Il piccolo spacciatore era invece uno che teneva sempre lo stereo a palla e al quale vennero trapanate le orecchie, mentre l'anziana lo stordiva con i profumi dei suoi fiori. (tutti e tre, inconsapevolmente).
Quando gli sbirri vanno a prenderlo a casa, Pagnin si rifugia in cantina e si punta il trapano alla gola.. ma uno di loro va a staccare la corrente e riscono così a prenderlo.
Cardona e la sorella vanno a farsi una birra assieme.

-frasettine-
Nessuna

-Qualcuno nel buio-
Livia, la sorella di Cardona, accetta di farsi curare per la depressione e di andare in un piccolo centro religioso a Sant'Andrea dove alcune suore gestiscono un asilo.

La distanza dalla madre, le medicine e il contatto coi piccoli iniziano ad avere i loro effetti positivi ma, un giorno durante una passeggiata, Livia trova il cadavere di una ragazza uccisa nel boschetto poco distantande dal suo rifugio.
Arrivano Cadorna e Righetti ad indagare. Strangolamento è la causa della morte ma strani lividi sul collo rendono poco chiaro con cosa sia stata uccisa.
La ragazza è una diciannovenne del paese. La madre era morta qualche anno prima e lei viveva col fratellino e il padre in paese. Federico, il piccolo di 5 anni, è sordomuto ed ha un conseguente lieve ritardo mentale.
L'omicidio era appena successo quando Livia era arrivata e lei, ad un certo punto, ha un flass: una veste nera che scappa. Livia è convinta di aver visto il parroco del paese allontanarsi da li.
Interrogato, il preto dice di non c'entrare nulla con l'omicidio della ragazza, che lei gli aveva chiesto un appuntamento per aveva bisogno di parlargli di una cosa importante ma che quando lui era arrivato sul posto l'aveva trovata a terra e per paura se l'era data. E, no, non aveva idea di cosa volesse dirgli la ragazza.
I due sbirri "sentono" che l'uomo è immocente ma che sa di più di quello che dice. Pensano di lasciarlo cuocere nel suo brodo ancora una notte per poi ri-interrogarlo.
Quando il prete col fratello sacrestano passano dietro la chiesa, Livia che è li col piccolo Federico sente il piccolo irridigidirsi.
L'indomani però il prete viene trovato morto impiccato. Il medico ci mette un secondo a scoprire che l'uomo è stato ucciso e che il tutto è una simulazione mal riuscita, opera di un omicida improvvisato.
Le indagini intanto proseguono sulla famiglia: la vittima era una ragazza tranquilla, senza grilli per la testa che si occupava del fratellino dopo la morde della madre.
Il padre è un po' irruento, sbevazza un po' ma, a parte una multa per aver guidato sbronzo. Interrogato, l'uomo nicchia, dice che da quando è vedovo fatica a stare in casa, che spesso prende l'auto e gira a vuoto e non si sa dove fosse mentre gli ammazzavano la figlia.
Mentre Righetti, de Rosa e Cardona sono chini sui tabulati e rapporti, una chiamata li avvisa che il prete è stato trovato morto impiccato. Il medico pero' ci mette un secondo a scoprire che l'uomo è stato assassinato e che il tutto è una simulazione mal riuscita, opera di un omicida improvvisato.
Il sacrestano, che ha trovato il corpo del fratello, sclera ed ammette di sapere chi è stato. Dice di essersi deciso solo ora a parlare perchè facendolo commetterà peccato: accusa il padre della ragazza di averla molestata. Racconta che questa l'aveva confessato al fratello, che si era a sua volta confessato con lui e ora ci sono due morti.
Intanto Livia scopre un disegno di Federico in cui si vede una figura femminile a terra, una maschile in piedi e un bambino poco distante.
La ragazza stacca una foto del prete dalle epigrafi, ne recupera una del padre del bimbo e ne scatta una al sacrestano: alla fine il piccolo indicherà quest'ultimo come la figura in piedi nel disegno.
Il padre di Angela alla fine si sbottona con gli investigatori: la sera in cui la figlia veniva uccisa, lui era con una prostituta, una ragazza russa con cui va abitualmente.
Gli sbirri si mettono sulle sue tracce e dopo qualche giorno la trovano. Lei conferma l'alibi dell'uomo e arrivano anche in tempo per salvare Livia che intanto si era intrufolata nella canonica ed aveva trovato il rosario con cui il sacrestano aveva strangolato la ragazza. Era lui ad aver stuprato la giovane aggredendola mentre faceva una passeggiata nel bosco col fratellino, era lui che aveva sentito il fratello al telefono con la ragazza e che era arrivato per primo all'appuntamento per ucciderla.. e che arriva ad uccidere anche il fratello che, preso dai rimorsi, lo vuole denunciare.
Caso chiuso. Livia decide di stare ancora dalle suore.

-Frasettine-

nessuna



Titolo: Tre mani nel buio
Autore: Eraldo Baldini
Editore: Sperling & Kupfer (collana Paperback)
Periodo: 2001
Pagine: 258
Prezzo: Lire 16.000/€ 8.26 (4€ a CdC)

Saturday, August 28, 2010

La Mela


Si tratta di un libro per ragazzi uscito quest'anno.. ma è della Tani e me lo son preso lo stesso.

Antonio è un vecchio professore in pensione che vive con la figlia Elena e i due nipoti, Chiara e Marco. Il nuoro è pilota di aerei ed è spresso lontano.
E' carnevale e Chiara, che normalemente veste sempre di nero e ha tatuaggi e piercing, si vesta da Biancaneve e Marco si da nano Brontolo.
I ragazzi escono la recita mentre la madre rientra con la spesa ed una bella mela rossa che mette nella fruttiera. Dopo un po' si sente bussare alla porta. Va Elena ad aprire: davanti ha la Strega Cattiva ma lei non può vederla. Solo Antonio può vedere la Strega e tutti gli altri personaggi legati alla mela che stanno per entrargli in casa: Adamo ed Eva... Guglielmo Tell e il timido figlio Gualtierino.. Isacco Newton che trova degno della sua conversazione solo il professore.. e ancora Paride, colui che diede il pomo d'oro alle dee dell'Olimpo e che s'innamora di Chiara. Tutti questi si contendono la mela per varie ragioni: la Strega per farla mangiare a Biancaneve/Chiara, Newton per farci le sue teorie, Adamo per non farla trovare ad Eva, Tell per esercitarsi.
Elena vede il padre parlare da solo e pensa che sia impazzito.
Alla fine tutti i personaggi, come sono venuti se ne andranno..
ma quando alla porta suonano ancora, ed è Ercole che cerca le mele che danno l'immortalità, Antonio gli sbatta la porta in faccia e mette anche il catenaccio!

-Frasette-

Nessuna.



Titolo: La mela
Autore: Cinzia Tani

Editore: Gallucci (collana Universale d'Avventure e d'Osservazioni)
Periodo: 2010
Pagine: 105
Prezzo: € 12.00 (pagato € 2.50 a CdC)

Cattivo


Nulla.. sto andando in fissa per i libri della Perdisa. Mi sono accattaca anche questo solo perchè è di quella casa editrice.
Letto dalla sera alla mattina.
Bellobellobellobelle.. storiella che si brucia.. e che potrebbe essere fottutamente vera e scritta davvero da un diciassettenne..

Trascrivo direttamente dalla "scheda stampa" che ho trovato ripiegata dentro il libro:
Luca Parmeggiani ha 17 anni. Scuola, ragazze, musica: sembrerebbe un ragazzo come tanti, ma ciò che mostra non è che una maschera.
Il suo diario racconta ben altro: l'ambizione di consumare violenza e crimine, l'indole e l'intelligenza algida di un cattivo autentico.

La storia è narrata dal protagonista, con una maleducazione che diventa originalità narrativa, creatività grafica e linguistica. Il risultato è una scrittura di per sé attraente, ricca di trovate e soluzioni inattese. La leggerezza di questo linguaggio si oppone allo spessore della vicenda narrata, al centro della quale arriva presto l'omicidio, con le sue conseguenze.
La vicenda è del tutto verosimile. Il personaggio rivela e rappresenta il contesto in cui si muove, che è quello di un ambiente medioborghese in apparenza per bene. Dietro c'è la vita reale dei ragazzi, i loro sentimenti, il sesso, la droga, la routine: la carrellata sui gesti e i pensieri conserva tutti gli ingredienti di una storia adolescenziale, con tanto di rancori generazionali e rabbie ontologiche. In questo quadro, il crimine si innesta senza bisogno di espedienti o spiegazioni troppo facili.
Libero dal controllo degli adulti, sempre assenti o distratti, Luca Parmeggiani suona in una band, va a scuola, bacia le ragazze e semplicemente delinque. Il suo percorso di consapevolezza sembra assente: il romanzo non affianca al delitto l'abisso di nessun castigo, se non quello, incerto, che potrebbe venire dalla legge dello Stato. Non c'è quindi nessun processo di redenzione, c'è piuttosto l'incoscienza di un giovane uomo contemporaneo, esperto di finzione, ambizioso in modo illogico, preoccupato anzitutto del proprio desiderio.


A Luca piace Marina, che però non se lo fila, e allora lui va con Christine, che ha 15 anni e gioca a fare la grande (quelli della mia età sono tutti immaturi).
I genitori di Luca sono professori, separati in casa, la madre un po' "allegra" con alcuni giovani colleghi, il padre in birkenstock che cucina in casa e non esce mai, facendo sempre finta che la loro sia una bella famiglia e che vada tutto bene.
(il massimo del dialogo tra loro è "Luca, ti droghi?"
Luca si fa le canne (ma non prenderebbe mai niente di più pesante).
Luca va bene a scuola perchè è intelligente, non perchè studia. E infatti ogni tanto, siccome non studia, becca anche dei 4.
Luca suona in una band e fa heavymetal.. ma al concerto che gli fanno fare a scandellara dovrà cantare in italiano e allora è costretto a tradurre la sua canzone "Bad Guy" che diventa "Cattivo".
Luca fa rapine con il suo amico Barbi: tabaccherie, scippi.. ma non gli bastano solo i soldi.. vuole vedere la paura negli occhi delle sue vittime..
Così una volta mette la canna della pistola in bocca ad una tabaccaia.. e la volta dopo spara a delle cassette di pomodori in un negozio di pakistani.. peccato che dietro quelle cassette ci sia una bambina che rimane uccisa.
Nessun rimorso, nessun senso di colpa. Solo la paura di essere scoperto e finire in carcere, e intanto la vita prosegue come prima.
Barbi invece non ce la fa. Per un po' regge, ma poi prima scappa di casa.. e alla fine chiamerà la polizia confessando.. "dopotutto, a sparare non sono stato io.."
E adesso si, che Luca comincia ad avere paura.

-Frasette-
D'altronde se la vita non ti piace non hai molte alternative. Devi cercare lo sballo. Astrazione, la chiamava Federica.

Giro a vuoto. Penso troppo a Marina. Bacio una e penso a un'altra. Faccio come i grandi. Che si sposano e poi tradiscono. Che non stanno con le persone con cui vogliono stare. Studio.

... e Blackmore che mentre suona la chitarra parla con Dio.
Perché se non hai Dio dalla tua parte nessuno può suonare la chitarra in quel modo.

Aspirazione: nessuna.
probabilmente crede ce sia la prima fase del motore a scoppio.

Non ho mai capito l'affermazione dice la gente. La gente non è mica una persona sola, come fa ad avere un'opinione unica?

L'innamorato in presenza dell'oscuro oggetto del desiderio, si comporta nei seguenti modi:
- perde la capacità di dire cose intelligenti
- si deconcentra
- assume posture ridicole
- suda

Ci fermiamo a casa sua perchè tanto la madre non c'è. Non ci sono mai le madri, e nemmeno i padri. Di nessuno. Siamo una generazione fortunata. Abbiamo sempre le case libere per il sesso.

(mio padre) ascolta dischi (patetici cantautori anni Settanta rigorosamente in vinile, dove il fruscio è la parte miglio del tutto).

Con il grembiule Oggi da mangiare lo faccio io e i sandali da turista tedesco è inguardabile. E' per questo che le donne tradiscono gli uomini: perchè perdono il rispetto per se stessi.

Tipo andare in discoteca con gli altri.
Ho sempre detestato l'espressione gli altri. Fa pensare ad un qualcosa dove tu non hai nessuna importanza.

Ho letto da qualche parte che alcuni animali vivono un solo giorno. Se io fossi uno di quegli animali e il mio giorno fosse oggi, non potrei certo dire che la mia vita ha avuto molto senso.


Titolo: Cattivo
Autore: Alessandro Berselli

Editore: PerdisaPop (collana BabeleSuite)
Perido: 2009
Pagine: 119
Prezzo: € 9.00 (pagato 2.50 a CdC)

Monday, August 23, 2010

Uno di Meno



Un giorno ho preso a CdC un libro di Casadio, "Angeli della notte", perchè avevo letto che era ambientato a Bologna.. dopo qualche giorno ne ho trovato un altro dello stesso autore e l'ho preso (Un dramma familiare).
Poi prima di ferragosto ero con Laura di nuovo a CdC e vedo 9 dico NOVE libri della Perdisa Editore.. di cui 2 di Casadio e vari di Druisani.. che mi diceva qualcosa ma non ricordavo bene cosa..
insommma.. erano quasi tutti ambientati a Bologna e me li son presi a 2.50€ l'uno!!
Ovviamente.. mancava il PRIMO di Casadio!!! me lo son dovuto accattare alla Coop a prezzo pieno (sostieni gli autori italiani -quando hai i soldi per i libri non scontati!!)


Titolo: Uno di meno - Bologna 1994 - un clandestino indaga
Autore: Roberto Casadio
Editore: Alberto Perdisa Editore (collana Bologna Città del Giallo)
Periodo: 2004
Pagine: 192
Prezzo: € 9.50 (pagato così alla nuova libreria coop del centro lame)


Le Ragioni del Sangue

Dopo la "mania" di andare per autore, adesso mi sta vendendo quella di andare per case editrici.. e, dopo la Castelvecchi, m'è venuta quella degli Elefanti (iniziata con Scerbanenco e proseguita con Pederiali..)
Questo libro l'ho preso quindi per la casa editrice prima, per il basso costo poi.. e per il fatto che si parli di guerra e di partigiani in ultimo (ma non meno importante.. avesse parlato d'altro forse non l'avrei preso..)
che dire? l'argomento mi piace e il libro è ben scritto.. bello.. bello davvero.


Titolo: Le ragioni del sangue
Autore: Alessandro Gennari
Editore: Garzanti (collana Gli Elefanti. Narrativa)
Periodo: 1998
Pagine:
Prezzo: (pagato 1€ a Cdc - era al 50%)

Monday, August 16, 2010

Donne Informate sui Fatti


(ho la copia della serie Noir Italiano di La Repubblica, ma non la trovo in rete)


L'avevo in casa da un po'. Preso perchè fa parte della collana Noir di Repubblica.
Libro graziosissimo. In rete ho scoperto che Fruttero (di cui ovviamente non avevo mai letto nulla) scrive prevalentemente in coppia con un altro autore. Questo suo lavoro in solitaria non è stato molto apprezzato. Io invece l'ho trovato davvero originale e scorrevole.

E' un giallo che si "racconta" attraverso i pensieri e le parole in prima persona di varie donne.. queste:
La bidella, la barista, la carabiniera, la figlia,la migliore amica, la giornalista, la volontaria e, solo per una volta, la vecchia contessa.



Titolo: Donne informate sui fatti
Autore: Carlo Fruttero
Editore: Gruppo Editoriale L'Espresso
Periodo: 2006
Pagine: 191
Prezzo: Non so quanto costasse con il quotidiano. io devo averlo pagato 1 o 2 € al mercatino

La Sedia Vuota


Ciuffato a Vincenzo in hotel. Ero convinta di averlo in scansia e quando mi aveva chiesto se lo volevo, gli avevo pure detto "no, grazie". ma quando sono andata a cercarlo non l'ho trovato.. e meno male che l'aveva lasciato al lavoro, così me lo son preso...
mi sa che mi son rincoglionita del tutto..

(confermo il mio rincoglionimento.. ce l'avevo davvero e pure in edizione rilegata -questa è economica-... a mia discolpa dico solo che la scritta su sfondo scuro non si vedeva bene!)

boh.. rispetto a "Lo scheletro che balla", questo mi ha annoiata parecchio.
Meno adrenalinico e forse anche un po' troppo uguale all'altro sul solito gioco del "niente è come sembra".. ovvero alla fine i cattivi sono i buoni e viceversa.
L'ho trovato troppo lungo.. non dispersivo ne prolisso.. proprio lungo.
E rapisce la tipa, e li cercano, e li trovano, e scappano, e gli inseguimenti, e il finale che non finisce mai.. troppa troppa roba..

(lo riassumo veloce perchè, davvero, l'ha tirata lunga troppo tanto)

Rhyme e Amelia vanno in North Carolina perchè lui vuole sottoporsi ad un'operazione che forse gli permetterà di migliorare la sua condizione (ma potrebbe anche ucciderlo).
Mentre sono li, lo sceriffo del posto gli chiede di aiutarli: un ragazzino, Garrett, il giorno prima ha ucciso un ragazzo a sprangate e rapito una ragazza mentre quella stessa mattina, sul luogo dell'uccisione/rapimento, ha preso un'altra giovane donna, un'infermiera che era andata li per pregare.
Visto che cmq l'operazione sarà solo tra 2 giorni, su insistenza di Amelia (contraria all'operazione) i nostri accettano di aiutare lo sceriffo a ritrovare la donna.

Il ragazzino è orfano da qualche anno: vive con una famiglia adottiva ed è molto introverso. La sua passione sono gli insetti e tutti lo schivano e lo deridono.
Lo accusano anche di aver causato la morte di una ragazza usando un nido di vespe inferocite e di aver spinto un bambino al suicidio trattandolo male.
Amelia parte per i solito sopralluoghi in cerca di prove (con Rhyme hanno attrezzato la stanza ricerche in un edificio pubblico del paesello) con l'aiuto di vari poliziotti come Lucy e Jesse (molto attratto da Amelia): sul luogo del delitto raccatta un po' di cose, altrettante ne raccatta nella camera del ragazzo.
Intanto lui è sempre in fuga con l'infermiera e raggiunge una baracca (la tipa tenta di fuggire ma si "scavezza una cavicella", lui la riprende e bona li).
A forza di mettere insieme prove e far supposizioni, arrivano a trovarlo e a liberare la ragazza, ma la prima che è stata rapita ancora non si trova.
Intanto pero' Amelia s'è fatta venire dei dubbi relativamente al ragazzino. Le trappole che lui gli aveva lasciato lungo la strada non erano mortali (il nido di vespe nascosto in una buca era vuoto e la bottiglia di ammoniaca non doveva ferirli ma serviva a lui come segnale odoroso del loro arrivo..).
In carcere tentano di farlo parlare con il metodo della "sedia vuota".. lo siedono ad un tavolo con una sedia vuota (appunto) davanti e lo psicologo gli dice "se Mary -la rapita- fosse qui, cosa le diresti?".
Ovviamente non ottengono nulla ma Amelia si convince della sua innocenza. Gli dice che lo aiuterà se lui la porta da Mary e così ammanetta la guardia e scappa col cinno.
E adesso tutti corrono dietro a lei e al ragazzo, tendendosi trappole a vicenda, anche se intanto si insinuano 3 tipacci del paese che mirano ad incassare la taglia che la madre di Mary ha messo sul Garrett.
La zona è una zona di paludi, fiumi, cave e laboratori clandesini di alcool.
Amelia e il ragazzo passano sotto una barca rovesciata e qualcuno gli spara addosso (ma loro si erano già sfilati da li sotto). A sparare sono i loschi figuri ma gli sbirri pensano che sia Amelia, Amelia pensa che siano gli sbirri e tutti dichiarano guerra a tutti.
I due fuggiaschi si rifugiano in una fabbrica (mi pare una segheria..), Amelia finge di chiamare un'agenzia per il noleggio auto (sapendo che la segreteria telefonica la terrà a lungo in attesa) così gli sbirri pensano che si stia organizzando la fuga.. invece infila il telefono in un pic-up col motore acceso e gli sbirri vanno dietro, perdendoli nuovamente.
Intanto Mary è rinchiusa in una capanna. In effetti non è stata rapita ma è stata portata via Garrett che la vuole davvero proteggere.
In pratica la ragazza, che studia storia americana, è convinta di aver scoperto le ossa di alcuni nativi che confermerebbero una sua teoria. Il luogo dell'aggressione corrisponde al punto del suo ritrovamento. La versione della polizia è che quel giorno il ragazzo ucciso aveva visto Mary che veniva aggredita ed era corso in suo aiuto, rimanendo ucciso dopo la colluttazione con Garrett.. ma il ragazzino racconta ad Amelia che lui l'aveva solo colpito, non l'aveva ucciso, e che Mary era scappata con lui di sua volontà per essere nascosta.
In effetti è davvero così, perchè tutti quelli che sembrano "buoni" (sbirri, sindaco, l'infermiera rapita e quello che aveva la ditta di chiatte lungo il fiume), in realtà sono tutti in combutta e trafficano in fertilizzanti tossici che hanno praticamente avvelenato la cittadina. Gli stessi genitori di Garrett erano stati avvelenati perchè si rifiutavano di vendere il terreno, era stato simulato un incidente (la loro auto che finiva nel fiume e i corpi mai più ritrovati). Invece sono loro le ossa che ha trovato Mary e dalle analisi si scopre l'alta concetrazione di veleno.
Alla fine sparatoria dove vengono uccisi i 3 loschi, Rhyme e Thom (che erano arrivati li perchè avevano capito tutti i maccheggi e le trappoline devianti del ragazzo) aiutano Amelia nella sparatoria e Thom si becca una pallottola in pancia per proteggere Rhyme. Vengon sistemati anche i due personaggi che cercavano di stuprare Mary quando era nascosta e prigioniera nella baracca. Uno viene fatto cadere nella botola e Garrett ci scaglia dentro un nido di vespe, l'altro si becca una revolverata.
Mary conferma che è stato Garrett ad uccidere il ragazzo e che davvero la voleva proteggere. In realtà il ragazzo ucciso doveva eliminare Mary per la scoperta che aveva fatto ma era solo stato tramortito da Garrett, era stato poi ucciso da uno dei corrotti per incolpare il ragazzino.
Altra trappola per smascherare anche lo sceriffo Jim (cerca di avvelenare Rhyme con il fertilizzante ma è l'ennesima trappola per farlo cadere in fallo).
L'infermiera invece si scopre perchè quando Rhyme sta per essere operato, lei che è oncologa (e che taroccava tutti gli esami in modo che nessuno sospettasse dei troppi casi di tumore o delle nascite pari a zero a causa dell'inquinamento) s'infila in sala operatoria per uccidere Rhyme con l'anestesia sbagliata.. ma ad Amelia non sfugge il fatto che la donna sia nel reparto sbagliato e la tana.
Tra i "cattivi" c'era pure quel Jessi innamorato di Amelia che, durante l'inseguimento dei due fuggiaschi si becca una pallottola in fronte. Amalia finisce sotto processo ma quando si scopre che non ha ucciso un poliziotto ma un criminale corrotto, viene riabilitata.

-Frasettine-
"Se mi arrabbio mi potrebbero venire le convulsioni o le contratture" fece notare stizzito.

"Che non ti ucciderebbero, ma la disreflessia sì." Thom pronunciò quell'ultima frase con uno studiato tocco di allegria che fece infuriare Rhyme ancora di più.

Troppo povero per fare il pittore, troppo orgoglioso per fare l'imbianchino.

(sigla su una spilla) WWJD: What Would Jesus Do? Cosa farebbe Gesù?

"Oh, mamma, andiamo.. sembri una battista bigotta seduta al banco degli ansiosi" aveva ribattuto lei alludendo al primo banco della chiesa, dove stavano i fedeli preoccupati solo della loro statura morale o -molto più spesso- di quella altrui.

"Oh, l'orgoglio... un'emozione davvero utile."

Titolo: La sedia vuota
Autore: Jeffery Deaver
Editore: Rizzoli (collana Bur)
Periodo: 2000 (edizione bur 2008)

Pagine: 465
Prezzo: € 8.00 (me l'ha regalato Vincenzo.. e alla fine ce l'avevo, edizione Rizzoli rilegata!!!)

Saturday, August 7, 2010

NordEst

Ero con Laura al CdC per cercare la macchina da caffè da regalare ad Alice per il suo compleanno e cosa ti vedo sul carrello dei libri che devono essere messi sulle scansie perchè appena arrivati??
CARLOTTO!!!! e non uno ma ben DUE libri!!! anzi, ben due libri che NON avevo!!!!!!
.. avessi trovato100€ per terra, non sarei stata altrettanto felice ^^

Non avevo voluto leggere nessuna "anticipazione" di questo libro percé volevo essere sorpresa.. non dico di esserne rimasta delusa.. ma è tutta una storia di truffe, ecomafie e rapporti familiari.
Delusa no... ma m'aspettavo qualcosa di più "potente".. ai livelli di "l'oscura immensità della morte"..

22/08 sto riassumendo ora il libro e lo sto rivalutando un sacco.. l'ho letto così in fretta che mi ero persa un sacco di intrecci..



Luogo: un posto qualsiasi nel ricco nordest dove a comandare non sono i partiti o i parroci ma le famiglie storiche e quelle dei nuovi arricchiti.

Il racconto alterna la prima persona quando si tratta di Francesco, alla terza quando si parla di altri personaggi come Giovanna, Filippo e madre, Lucio Zuglio, Alvise e alcuni altri.

Giovanna sta per sposarsi con Francesco.
Lei è quasi una figlia della vergogna: anni addietro il padre dilapidò il capitale della sua azienda al gioco e poi la diede alle fiamme per incassarne l'assicurazione. Nel rogo pero' morirono il guardiano e la moglie; l'uomo venne accusato di omicidio e dopo aver scontato la pena in carcero, se ne andò in Argentina.
Da allora, la madre di Giovanna si rifugiò nella religione e nei gruppi di preghiera mentre la ragazza studiò sodo per emergere, tanto che arrivò a farsi assumere nello studio legale dei Visentin e a fidanzarsi con Francesco, figlio di questa potente famiglia del paese, secondi per capitali ed importanza solo ai Calchi Reiner.
Giovanna in passato era stata fidanzata anche con Filippo Calchi Reiner, un giovane vessato dalla madre (una contadina che si era sposata l'unico nobile della zona, un ricco conte, e che aveva avuto il fiuto e la furbizia di investire bene i capitali del marito, una volta rimasta vedova). Aveva lasciato Filippo 4 anni prima per mettersi con Francesco, ma il senso di colpa nei confronti del primo la attanagliava, essendo questi un po' instabile emotivamente (e rimasto mezzo zoppo in seguito ad un incidente avuto con l'auto dopo che lei l'aveva lasciato..)
Giovanna passa la notte col suo amante, dicendogli che intende rivelare tutto a Francesco prima del matrimonio.. ma dopo aver fatto sesso, questi la uccide.
Francesco invece incontra Filippo che lo invita a salire in auto e poi gli dice che lui non sposerà mai Giovanna, perchè lei gli appartiene e lo tradirà come ha sempre fatto.. e mentre dice questo finge di gettarsi contro un muro, frenando all'ultimo momento.
Sarà Francesco a trovare la fidanzata annegata nella vasca si casa sua (di lei) a pochi giorni dalle nozze.
Il giovane verrà convocato in questura per "degli accertamenti": non si è trattato di un incidente ma di omicidio (echimosi sul collo e sul petto confermano che è stata tenuta sott'acqua) e Francesco è tra i sospsettati: la polizia è stata informata da un'amica di Giovanna che questa aveva un amante e che intendeva rivelare tutto al futuro sposo e quindi ipotizza che i due si siano parlati e che il giovane, colto da un raptus, abbia ucciso la fidanzata; un rapporto sessuale consenziente prima dell'omicidio conferma che o i due si sono incontrati, o esiste davvero un amante (di cui hanno lo sperma per la comparazione del DNA).
La scoperta di questa tresca manda fuori di testa Francesco che inizia a farsi un tot di domande.
Intanto 3 giovani su un Cherokee si dedicano alle rapine in villa, derubando vecchiette sole in casa mentre Francesco incontra di nuovo l'amica di Giovanna, Carla (l'aveva vista la mattina in cui avrebbe trovato il corpo della fidanzata, e in quell'occasione lei gli aveva chiesto se Giovanna gli aveva parlato di "quella cosa importante"); Carla crede che lui sia l'assassino dell'amica e gli dice di non fidarsi di lui, ma alle domande di Francesco relativamente all'amante di Giovanna, questa gli dice che Giovanna gliene aveva parlato solo il giorno prima dicendo che "era diventata la puttanda dell'uomo che le aveva rovinato la vita". esattamente queste parole.
La polizia continua ad indagare (cosa ci faceva la donna in vasca alle 3 di notte -ora del decesso- e perchè non ci sono segni di scasso su porta e finestre?) e l'alibi di Francesco è quel suo incontro con Filippo, incontro che ovviamente l'altro nega di aver avuto e, anzi, fa dimenglio: dopo 3 negroni al bar, tiene un comizio dove dice che ad uccidere Giovanna è stato proprio Francesco. Ovviamente segue una legnata tra i due, che vengono divisi da Davide Trevisan, l' amico che aveva organizzato l'addio al celibato di Francesco in un night.
Antonio Visentin, padre di Francesco, va a trovare un amico di vecchia data, Guido Marizza, direttore dell'istituto di medicina legale al quale aveva fatto vincere una causa per un'eredità e gli chiede di aiutarlo: vuole che sia lui ad effettuare l'analisi del campione di dna.. Marizza capisce al volo.. lui non si occupa più di queste cose, ma in laboratorio hanno una macchina che fa un po' le bizze e potrebbe danneggiare in modo irrecuperabile il reperto, quindi si.. lo farà lui (in modo da esserce certo che questo accada).
Il vecchio avvocato va poi ad incontrare la Contessa perchè saranno le famiglie ad appianare i problemi dei due ragazzi. Tra l'altro, sono membri (importanti) della Fondazione Torrefranchi (un'associazione di varie aziende locali che avrebbe dovuto avere anche scopi benefici tipo il reinserimento di ex-detenuti ma che in realtà raccoglie un botto di soldi ed è immanicata ovunque e con qualsiasi cosa.. è anche proprietaria del 70% di teleN/E, l'emittente locale).
Il giorno dopo la contessa incontra il cronista Beggiolin (che aveva mandato il servizio sul litigio dei due giovani) e praticamente lo imbocca dicendogli che non si deve occupare dei due ragazzi ma, per esempio, anche di quella banda di vigliacchi che aggredisce le donne nelle loro case, che magari c'entrano con quello che è successo a Giovanna, e che cmq tra poco Francesco verrà scagionato dalle accuse e sarebbe giusto riabilitarlo pubblicamente. Segue servizio sugli extracomunitari e uno viene preso a legnate.
Intanto Filippo va dalla polizia e ritratta, dicendo che la sera dell'omicidio lui e Francesco erano assieme.. ma quest'ultimo si sta convincendo che forse è davvero Filippo l'assassino della sua donna, la quale avrebbe potuto aprirgli tranquillamente la porta a qualsiasi ora della notte.
Manifesta i suoi dubbi al maresciallo Mele che sembra stare dalla sua parte. Il problema è che in casa di Giovanna le uniche impronte maschili sono quelle di Francesco e le indagini sembrano essere ad un punto morto.
Allora Francesco va a casa della fidanzata, vuole scoprire chi è l'amante di Giovanna, come si davano gli appuntamenti, dove si trovavano visto che la casa di lei era in un quartiere abitato e i vicini avrebbero certamente visto e parlottato.
Mentre è intento a cercare in giro, un estraneo entra dalla finestra. Ne segue una collutazione, Francesco è convinto che si tratti dell'assassino, ma l'uomo si rivelerà dicendo di essere il padre di Giovanna, Alvise Barovier.
Tornato a casa, il giovane intavola distrattamente un discorso col padre relativamente al Barovier.. Antonio gli dice che era stato lui l'avvocato difensore di Alvise, ma che la colpevolezza dell'uomo era evidente: amante del gioco, pieno di debiti, la banca che non gli passava più finanziamenti, l'incendio della sua ditta in cui morirono il guardiano e la moglie.
Alvise si era difeso nel peggiore dei modi, fornendo un finto alibi e sostenendo la tesi del complotto ordito da misteriosi nemici di cui non seppe fare nomi né portare prove. Padre e figlio parlano ancora; Antonio chiede al figlio di farsi forza e di dedicarsi al lavoro, quello dello studio legale. La Fondazione ha deciso di delocalizzare il gruppo che si trasferirà quasi interamente in Romania. Questo perchè il gruppo non è più competitivo, i costi di gestione sono alti e i cinesi avanzano.
Francesco torna a trovare Alvise che ha voglia di parlare: gli racconta che dopo essere uscito dal carcere, tutti lo avevano abbandonato (amici, moglie e parenti). Solo la figlia aveva sempre creduto alla sua innocenza.
Se n'era cmq andato via dal Veneto ed era arrivato in Argentina. Da li aveva sempre mantenuto sporadici contatti con la figlia fino a quando, circa 6 mesi prima, questa gli aveva scritto dicendo che aveva scoperto la verità sull'incendio, che aveva le prove che si trattava di un complotto.. poi aveva iniziato ad essere evasiva, dicendogli che a tempo debito gli avrebbe spiegato tutto. Ma non si era più fatta viva e lui allora aveva deciso di tornare in Italia. Arrivò lo stesso giorno dell'uccisione della giovane.
Alvise è convinto che sia stata messa a tacere.. Francesco è convinto invece che sia stata uccisa dal suo amante dopo un incontro amoroso (come testimonia lo sperma).
Va a trovare Prunella, la madre di Giovanna, a casa della quale la giovane trascorreva spesso alcuni giorni durante la settimana. Nella stanza della ragazza s'intasca la piccola digitale e poi trova il fascicolo del processo del padre. Due cose lo colpiscono: il nome Giacomo Zuglio sottolineato con una certa frequenza e un post-it con su scritto: Sollecitare test Carla.
Va quindi la lei a chiedere spiegazioni. Le dice di aver trovato il dossier del processo e le ripete che lui non è l'assassino.
Carla allora lo porta in campagna e una volta arrivata sull'argine di un fiume gli dice "è li che nascondono i rifiuti nocivi".. e poi gli racconta la storia.
Giovanna l'aveva contattata un anno prima; allora Carla viveva a Caserta dove si era trasferita per amore: finito l'amore, nulla la legava a quei posti (anzi). Era stata contenta di tornare a casa, dove Giovanna le aveva promesso di farle avere un posto all'ASL come tecnica di laboratorio e le aveva rivelato che sospettava un riciclaggio di rifiuti industriali in cui erano coinvolti anche alcuni funzionari della suddetta asl.
Chiede quindi a Carla di indagare. Questa prima si rifiuta, ma in seguito ad una moria di pesci, scopre che questi sono stati avvelenati dal cromo e altre sostanze finite nel fiume attraverso il canale che veniva da quel terreno.. e il terreno era quello su cui sorgeva il mobilificio di Alvise.
Anche Carla è sempre stata convinta dell'innocenza di Alvise, perchè sapeva che quell'uomo amava troppo la sua azienda per distruggerla.
Alvise poi informa Francesco di aver intestato (su consiglio di Antonio) tutte le proprietà a Prunella, perchè non finissero in risarcimenti in caso di condanna. Quando Francesco chiede alla donna che ne ha fatto di quel terreno, Prunella gli dice di averlo venduto x 4 soldi (era considerato un terreno maledetto perchè c'erano morte delle persone) ad un farabutto con cui già suo marito aveva avuto a che fare: Giacomo Zuglio.
Alvise spiega che Zuglio era il rappresentante di banca che lo mandò in rovina bloccandogli il fido e chiedendo il rientro del denaro all'indomani di un grosso affare di Alvise con la Turchia. Sicuramente anche Zuglio fa parte del complotto perchè mettendo in ginocchio Alvise gli ha praticamente creato il movente per l'incendio.
Francesco e Carla cominciano a pensare che l'uomo che ha rovinato la vita a Giovanna (e che possa esserne diventato l'amante) sia appunto questo Zuglio, truffatore e arraffino. Decidono di indagare oltre e così Alvise si piazza su una collinetta e tiene d'occhio il terreno. Quando Francesco lo raggiunge, l'uomo gli dice di aver visto vari camion andare e venire, e di averli visti scaricare dei bidoni che sono poi stati seppelliti.
Guardando a sua volta, Francesco riconosce in uno degli uomini, Costantin, il proprietario del night in cui ha fatto l'addio al celibato.
(Intanto Filippo scopre che la madre se la fa col famoso amico di Francesco e loro coetaneo, Davide Trevisan, e, sempre la madre, inquietata da quelle sculture che il figlio fa usandola come modella, lo spedisce da uno psicologo..)
Carla indaga sul suo posto di lavoro e scopre che i rifiuti di una tipografia che dovrebbero essere trasformati in materiale inerte dalla ditta EcoTSR, finiscono invece sepolti nel campo di Alvise, controlli e certificati tutti in regola, firmati dal perito Arturo Ferrari.
Quello che non convince Carla è il fatto che il deposito non puo' essere la destinazione finale dei rifiuti. Troppo vicini a casa. La donna pensa che vengano stivati li per poi essere portati altrove, tipo al sud dove la camorra con questi traffici ci fa affari d'oro.
Francesco invece scopre che il terreno appartiene ancora a Zulio (che quindi è coinvolto) e che la EtoTSR appartiene a tre soci, uno dei quali è Davide Trevisan mentre gli altri due hanno oltre 60 anni (e sono quasi certamente dei prestanome).
Quando lo affianca, al bar, ed iniziano a parlare, Francesco (che aveva studiato a Milano e aveva perso un po' i contatti con vari amici) gli domanda come vada con l'azienda di trebbiatrici del padre: Davide gli dice che le ha mollate e che si occupa da tempo di smaltimento rifiuti e che, grazie all'aiuto di Antonio, è riuscito ad entrare nella Fondazione e ad avere lo smaltimento di tutte le aziende del gruppo.
Francesco casca dal pero e comincia a temere che il padre venga tirato dentro, senza saperlo, in questo losco traffico.
Riappaiono i tre ragazzi del Cherokee. Sono ad un rave dove danno fuori di testa ed iniziano a litigare tra loro per una ragazza. Rocco è alla guida e si lancia come un matto lungo il sentiero.. la sua miopia pero' è fatale al gruppo di amici (ragazza compresa che era rimasta in macchina). Il sentiero finesce sulla strada e la jeep viene centrata da un camion. Si salvano solo l'autista del camion e Lucio Zuglio.
Tra le lamiere e i cadaveri dei giovani, i carabinieri trovano anche 35.000€ in contanti e gioielli di vario genere.
Così il maresciallo Mele, che da tempo cmq teneva sott'occhio quel maneggione in odore di usura e riciclaggio di Gabriele Zulio, scopre che il superstite di quell'incidente è il vero delinquente della famiglia, un ragazzo di appena 18 anni che avrebbe sostenuto l'esame di maturità quello stesso anno.
Quando va a casa del ragazzo per cercare l'altra refurtiva, oltre a notare che la moglie di Gabriele sembra più la cameriera che la padrona di casa e che in quell'ambiente non mancano i soldi ma manca il gusto, trova il nascondiglio e dentro anche una foto di Giovanna Barovier assieme a Lucio.
Mele la porta a Francesco che non ha idea di chi sia il ragazzo. Nota solo che è fatta in un ristorante che non è del luogo e che i due elementi ritratti sembrano essere in confidenza.
Tornato a casa, mentre ripensa al rapporto che ci poteva essere tra Giovanna e Lucio, Francesco inizia a smanettare con la digitale di Giovanna e vi trova un video di 60 secondi: in una casa che lui non conosce, Giovanna in sottoveste che verso l'obiettivo dice "dai, smettila.." per poi nascondersi dietro una porta.
Quello che lo manda fuori di testa è il fatto che la fidanzata non sembra affatto "costretta" a diventare la puttana dell'uomo che l'ha rovinata, ma addirittura si fa fatta riprendere mentre flirta con lui.
"Trova la casa e troverai l'assassino" è quello che pensa, perchè Giovanna è morta ammazzata e merita comunque giustizia.
Non vuole pero' consegnare il video alla polizia perchè teme che possa essere allegato al fascicolo delle indagini e finire a TeleN/E.
Guardando al TG l'intervista fatta a Giacomo Zuglio (dove afferma che quel criminale, accusato anche di aver ucciso Giovanna -si aspettano le prove del dna-, non è più suo figlio), Francesco ha la conferma che la casa ripresa non è la stessa del video.
Quando pero' incontra Alvise e Carla, il primo si dice fermamente convinto dell'innocenza del giovane ma non vuole dare spiegazioni di questa sua certezza, mentre Carla lo informa che c'è stata un'altra moria di pesci: attorno a quel campo ci sono troppe falde e se non si agisce in fretta con una bonifica, la zona rischia di diventare pericolosa per la popolazione.
Carla vorrebbe denunciare la cosa ai carabinieri ma Francesco chiede ancora tempo per continuare a cercare info sulla EcoTSR e per vedere come va l'indagine su Lucio.
Quando il vecchio Antonio torna dalla Romania, Francesco lo mette al corrente del deposito, di Zuglio e di Trevisan (tace solo su Alvise).
Il padre chiede al figlio di promettere a Carla che la bonifica avverrà a spese della Fondazione, ma non vuole che la cosa venga resa nota proprio per non coinvolgere la Fondazione in uno scandalo le cui pene sono risibili mentre per lui che ha garantito Trevisan non ci sarebbe scampo.
Lucio è ancora in ospedale e gli viene preso un campione per la comparazione del dna, solo che si scopre che l'unico reperto recuperato è stato danneggiato ed è irrecuperabile. La situazione di Lucio non è quindi delle migliori e anche Beggiolin gli si mette contro sfonando sevizi che lo dipingono come il sicuro omicida di Giovanna.
Con la conferma che il campione di DNA è stato distrutto, Francesco teme che l'assassino non avrà mai un nome. Continua a guardare il video riversato sul pc alla ricerca di qualche dettaglio che non trova quando Alvise lo raggiunge e gli dice che teme che stiano cercando di incastrare Lucio come hanno fatto con lui.
Alla domanda di Francesco "perchè tieni tanto alla sua sorte", l'uomo risponde "perché è mio figlio" e gli racconta che la madre del ragazzo era la sua amante e la sua segretaria e che stavano insieme la notte dell'incendio.
Alvise non le fece dire che stavano insieme per non farla passare da puttana e quando potè farlo era troppo tardi per ritrattare. Solo dopo scoprì di essere incinta e Don Piero disse ad Alvise che Giacomo Zuglio era disposto a sposarsela (la corteggiava da tempo, sempre respinto) se lui avesse giurato di mantenere il segreto.

Giovanna e Lucio quindi non sono amanti ma sono fratellastri. Resta da capire come la donna avesse scoperto del suo legame col ragazzo.
Francesco dice a Mele che ha un testimone che può scagionare il giovane e che vuole parlare con il giudice Zan e i vari avvocati.
In caserma Antonio rivede per la prima volta Alvise, lo riconosce subito e va un po' fuori di testa: Zen e Antonio paiono non essere interessati alle informazioni che scagionerebbero Lucio, e anzi, arrivano ad accusarlo di aver uccisio lui Giovanna.
In paese intanto la gente parla e non ha pietà di nessuno: di Paola, di Lucio, di Alvise.
Quest'ultimo chiede a Francesco di occuparsi di Paola (aiutandola a disintossicarsi) e di Lucio (difendendolo come avvocato). Questi s'incazza perchè non vuole essere lui a risolvere i problemi di altri.. ed Alvise gli risponde solo che "Giovanna l'avrebbe fatto.."
Carla va da Francesco con delle striscioline di carta: sono i documenti dell'asl relativi alla EcoTSR che stanno distruggendo per nascondere tutto. E' decisa ad andare alla polizia a denunciare il tutto ma il giovane le spiega il piano del padre (bonifica da parte della fondazione e trasferimento di questa in Romania).
La donna è sconsolata. Sa che questi trasformeranno il risanamento in un affare per loro (ottenendo magari fondi per la bonifica) e che il trasfermento non è fatto solo per pagare meno operai e materie prime ma per inquindare in modo indiscriminato in paese dove non c'è controllo.
I documenti sono stati certamente distrutti da Ferrari perché informato (che la tresca è stata scoperta) da Trevisan informato a sua volta dal padre di Francesco che si è quindi reso complice.
Carla pensa che l'omicidio di Giovanna e la truffa (da lei scoperta) possano essere collegati.. Francesco invece è convinto che si tratti di un delitto passionale e le mostra il video.
La donna cmq è decisa ad andare avanti. Ormai Trevisan sa che il deposito è stato scoperto e vorrà portare via i fusti. Lei prima vuole vedere dove li portano e poi denunciarli.. ma chiede a Francesco di non parlarne col padre perchè teme che potrebbero ammazzare anche lei.
E infatti arrivano 3 camion che caricano i bidoni. Zulio è li, con Trevisan, Costantin e altri operai. Carla li fotografa e poi chiede a Francesco di prestargli la macchina per seguire il camion ma il giovane è deciso a non lasciarla andare da sola.
Arrivati nelle campagne presso Nola, i bidoni vengono scaricati e bruciati come nulla fosse, mentre da lontano Carla fotografa ancora. Dal colore dei fumi, la donna capisce che si tratta di elemento molto tossici.
Non si tratta più di semplice truffa ma di ecomafia e Francesco si convince a voler portare i rullini al Maresciallo Mele.
Poi va a cercare il padre alla villa, sede della Fondazione.. ma li ci trova anche Trevisan. Francesco è stupito che il padre non l'abbia cacciato a calci.
Trevisan invece lo ringrazia per la discrezione con cui l'amico ha trattato la faccenda, dicendo che lui per primo era quello truffato (non ovviamente di esser stato fotografato al deposito) e confidando che si trasferirà con la fondazione pure lui in Romania dove aprirà una fabbirca di scarpe, si scoperà le operaie, i migliori lavoratori se li porterà appresso e gli altri, negri e marocchini che rimarranno in veneto, se ne potranno tornara a casa loro.
Francesco non capisce il comportamento del padre, fatto sicuramente per proteggere la fondazione.. ma non vuole più reggergli il gioco e chissene se in questo decreta la sua esclusione dalla medesima.
Ma Carla viene licenziata "per aver usato attrezzature a scopo personale fuori dall'orario di lavoro" (Ferrari è stato sicuramente informato da Antonio che la "spia" è lei) e racconta anche a Francesco di quando lavorava a Caserta e che era stata "costretta" (aveva agito per paura sotto velate minacce) ad alterare dei risultati che avevano permesso la dispersione di diossina nei campi. Aveva giurato a se stessa che non avrebbe mai più abbassato la testa.. al giovane queste parole danno da riflettere.
Intanto Constantin convince Zuglio (frustratissimo del fatto che tutto stia andando in malora, proprio ora che era vicino ad entrare come membro nella Fondazione) ad incontrare Alvise, spiegandogli il suo piano.
I due si danno appuntamento in un allevamento di trote dove Zulio va armato.
Alvise pensa che l'uomo voglia confessargli tutto. Ma quando è la si deve ricredere.
Zuglio gli dice che è stato lui a rovinarlo, ma l'idea non l'ha aveva avuta lui ma altri del rango di Alvise che volevano rendere lui e il conte Giannino inoffensivi per prendersi il paese.
Zuglio sta per sparare ad Alvise ma viene centrato la petto da un proiettile e cade nella vasca delle trote. Appare Contantin che raccoglie l'arma e spara anche ad Alvise. Dopodichè lancia la pistola nell'acqua, sistema un'altra arma nella mano di Alvise, esplode un colpo e si allontana. In paese si penserà ad uno scontro tra i due dove son rimasti uccisi entrambi.
Francesco chiede a Prunella di poter essere lui ad avvisare Lucio della morte dei suoi due padri e gli viene concesso.
Il ragazzo è conciato male ma è fuori pericolo e intanto ha già avuto la notizia dagli infermieri. I due parlano un po' e alla fine il ragazzo dice a Francesco che la notte della morte di Giovanna lui l'aveva vista (era con gli altri due balordi in giro per rapine) parcheggiare all'una di notte presso un villino e che alle 4.30 la sua auto era ancora la. Francesco gli dice che alle 4 Giovanna era già morta ma Lucio di dice di chiedere alla Contessa, perchè ha visto la sua Mercedes uscire dal villino. Si fa dire dov'è questo villino e ci va, forza una finestra e riconosce subito la casa del video: sa di aver trovato il colpevole. Chiama il maresciallo Mele e questi gli dice che "il villino l'hai trovato forzato dai ladri" (così non devono spiegare nulla e non serve il mandato) e lo raggiunge portanso appresso uno della scentifica.
Nello scarico della vasca trovano un paio di capelli biondi (di sicuro di Giovanna).
Mele crede che la donna sia stata uccisa li e poi portata nella sua casa, dove sono state trovate le impronte solo di lei, di Francesco e della governante. Se l'assassino le avesse cancellate, avrebbe cancellato tutto. In più, nel polmoni della donna son stati trovati sali da bagno che non erano presenti in casa e i talloni presentavano delle abrasioni, come se fosse stata trascinata.
A Francesco tornano subito in mente le parole di Lucio relativamente alla Contessa.
Intanto Filippo pare che stia sbroccando: nel suo atelier modella un'assurda statua di sua madre ed arriva perfino a sfidarla mentre allo psicologo fa strani racconti ed arriva perfino a dire che la madre è un'assassina. La contessa quindi sta pensando a far interdire il figlio (unico erede dell'impero dei Calchi Reiner) perchè non sia credibile a nessuno.
Il villino appartiene ad una società di Montecarlo che appartiene alla Fondazione. Di nuovo la contessa viene tirata in ballo. Sulla Mazda non ci sono tracce di acqua o sali, quindi il corpo di Giovanna è stato spostato con un'altra macchina, la Mercedes.
Auto che la contessa ha cambiato (autista compreso) pochi giorni dopo il ritrovamento del corpo. Il nuovo autista è un exdetenuto rumeno, uscito il giorno prima di galera. Mele cmq non puo' fare di più e dice a Francesco di parlare al padre e di chiedere che sia lui a mandare avanti le indagini nel suo stesso ambiente.
Francesco è di nuovo convinto che l'omicida sia Filippo e passa una notte in bianco ripensando agli avvenimenti e a suo padre, che non poteva ignorare il fatto che la fondazione fosse collusa con la mafia e inquinasse l'ambiente.
Il giorno dopo rivela al genitore i suoi sospetti relativamente alla colpevolezza di Filippo con la complicità della madre.
L'uomo gli dice che Filippo è dal giudice che deve decidere per la sua interdizione avanzata dalla contessa, che bisogna dimostrare che è colpevole e, nel caso, sarebbe solo un demente per cui propone di farlo ricoverare in una clinica e lasciare fuori la contessa, una persona per bene.
Francesco va da Carla e si sfoga.. la donna gli dice semplicemente che nel nordest comandano le grandi famiglie e che quindi la contessa non finirà sotto processo e Giovanna non avrà giustizia.
Mentre il giovane sta tornando a casa, la macchina della contessa lo affianca e la donna gli sibila "Giovanna era solo una puttana e ha avuto ciò che si meritava. Non è stato Filippo e io quella sera ero a casa. Ricordati che se affondo io affondiamo tutti, tuo padre per primo." e se ne va.
Filippo fa di tutto per farsi interdire, dopo di che va a casa ed inizia a montare un cappio... è quella l'unica via di fuga.
Senza un piano ma deciso a far leva su Filippo, Francesco lo chiama e lo canzona con cattiveria; l'altro casca dal pero ma quando si sente dire "tu hai ucciso Giovanna" risponde "mia madre mi ha fatto interdire perchè ho detto all'analista che è un'assassina".
Mele e Francesco stanno facendo delle ipotesi su chi possa aver ucciso la donna quando il maresciallo dice che è stata trovata la macchina venduta dalla contessa all'indomani dell'omicidio. L'autista aveva pagato uno sfascia perchè la demolisse ma questo se l'era rivenduta oltreconfine. Una passata della scentifica vi aveva trovato un'impronta di Giovanna, lasciata probabilmente durante lo spostamento del corpo.
Il rumeno è fuggito ma bisogno trovare il modo di inserire la contessa nel delitto.
Un aiuto possono darlo i tabulati del telefono. Forse Filippo l'ha chiamata dopo l'omicidio per chiederle un aiuto.
Mele gli dice come trovare una persona in grado di procuragli (a Padova con 5000€) i tabulati della contessa. Alle 3.26 una chiamata ad un numero che lui conosce bene, quello del padre.
Lo chiama e gli dice "sei stato tu", L'uomo tace e poi riattacca.
Quando la contessa torna a casa dopo una cena galante, trova il simulacro del figlio impiccato nell'atelier: Filippo se n'è scappato in treno, via da quella donna e da quella vita.
Antonio Visentin è sullo yacht della fondazione ancorato al porto di Jesolo. Selvaggia lo raggiunge. Vogliono arrivare a Spalato e da li in Romania.
Ma il vecchio avvocato gli dice che lui non può partire perchè deve parlare al figlio.
"Per dirgli cosa? Che sei il porcho che aveva tradito Alvise e poi ha costretto Giovanna a diventare la sua amante e che l'ha uccisa quando lei ha minacciato di dire tutto a Francesco? Pensi che tuo figlio possa capirti e perdonarti? Filippo mi odia per molto meno".
Ma l'uomo è irremovibile, scende dalla barca (che parte con la contessa verso la romania) e chiama il figlio.
Quando i due si incontrano, l'uomo gli racconta che la ragazza aveva scoperto che era stato lui a rovinare Alvise ed aveva iniziato a sfidarlo in un gioco perverso ed erano finiti a letto. L'aveva uccisa perchè lei voleva dirgli tutto e la contessa l'aveva aiutato a spostare il corpo.
Poi gli dice che la ragazza era innamorata solo di lui, di Francesco. Questi raccoglie un sasso per spaccare la testa al padre ma si accorge che l'uomo sta scavalcando il parapetto del fiume per buttarsi di sotto.. e non riesce a fermarlo.
Va da Carla per sfogarsi e raccontarle tutto ma non vuole che si sappia. La donna lo convince a denunciare tutto alla polizia perchè Francesco "non diventi come lui".
Gruppo di preghiera per il Visentin, per Alvise e per Giovanna.. e la contessa in romania che viene intervista come grande imprenditrice italiana.

-Frasette-
Lei (la ballerina) si era data da farema io ero stato attento a non andare oltre. Sono un Visentin e, come mi aveva ricordato mio padre, certe cose non le facciamo.
"Almeno qui in paese" aveva aggiunto sorridendo.

... dopo avermi confidato che aveva sentito parlar bene di me all'osteria.

Antonio non le aveva mai fatto pesare che lui era nato Visentin, mentre lei contessa ci era diventata. Se non fosse stato per Antonio, questa differenza l'avrebbe condannata ad un ruolo di comprimaria, di orpello decorativo cui volentieri il suo defunto marito (...) l'avrebbe rilegata.
Ad Antomio Visentin doveva la cosa più importante: il pubblico riconoscimento.

(Beggiolin) Non era un killer da fucile di precisione, no. Lui si trovava a suo agio con uno di quei fucili a canne mozze, caricati a pallettoni. Se spari nel mucchio, qualcosa prendi. Era uno stragista della notizia. Un buonm servizio, per lui, era quello che si lasciava dietro vittime straziate e urlanti.

La contessa era stata impeccabile nell'introduzione. Aveva dominato quella platea di brutti ceffi con un piglio da dominatrice sadomaso.

"Non si preoccupi, è passato tanto di quel tempo".
La signora doveva essersi esercitata per molti anni nell'arte del perdono che ti fa comunque sentire una merda.

Titolo: Nordest
Autore: Massimo Carlotto e Marco Videtta
Editore: E/O (collana Noir Mediterraneo)
Periodo: 2005
Pagine: 200
Prezzo: € 15.00 (pagato €3.50 a CdC)







Via di Scampo

Copertina accattivante..
la Torino dei miei Subsonica (che non c'entrano una mazza).. mi son detta "massì, prendiamolo.."
Partenza a razzo, piace tanto l'ispettoro "brutto, sporco e cattivo".. pero' il finale, m'ha lasciato un po' così.. cioè, è come essere invitato ad un matrimonio e poi, quando arrivi a tavola, qualcuno ti ricorda che sei a dieta... non so se ho reso l'idea...
Mi son rimasti un po' troppi "mah..."

Oltre al "cattivo poliziotto", in questo romanzo ci sono 3 personaggi: il farmacista, la moglie del farmacista e l'amico del farmacista. Non ci vuol molto a capire chi sia il colpevole.

Paul Etienne Lizzi è un ispettore alla deriva. Mollato dalla moglie, se la fa con le puttane (pero' le tratta bene), ruba agli spacciatori per farsi, tratta malissimo i colleghi e intanto scrive un libro-dossier sui serial killer.
E' in ospedale per raccogliere la dichiarazione di un vecchio "sparato" dalla moglie quando incontra una coppia che si dispera. La sorellina dodicenne di lei è morta, soffocata dal vomito a causa della febbre. Nel giovane marito che pare un divo di Holliwood, Lizzi riconosce il farmacista del paese dov'è nato, Susa. (in realtà è il tipo che riconosce Lizzi).
Intanto a Susa c'è stata un escalation di stupri e violenze. Lizzi indaga.
Poi sparisce la moglie dell'amico del farmacista.
Il colpevole e stupratore è, ovviamente, il farmacista (che è pure pedofilo).
La moglie, innamorata di lui alla follia, non si era "perdonata" il fatto di non essere stata più vergine quando l'aveva conosciuto ed aveva voluto "offrirgli" la sorellina. Una dose sbagliata di narcotico, pero', la manda all'altro mondo.
La moglie dell'amico invece, è stata fatta sparire dall'amico stesso che stava impazzendo di gelosia e che cerca di approfittare del "serial killer e stupratore" per attribuirgli anche la sparizione di questa donna. Ma è troppo fuori e troppo poco scaltro e si fa beccare subito.

-Frasette-
... alle prese con una sintassi che gli sfugge e un lessico che non gli appartiene.

Viglierco ha 42 anni portati in modo tale che non è possibile dargli un'età

... odia anche il resto dei suoi colleghi, sbirri senza ambizioni, arroganti nell'esercizio del potere ma vili nei confronti dei superiori.

E' il tipo giusto, sembra uno che per 5 euro ti spara, per 10 ti taglia la gola e per 20 è disposto a gettarti nel Po con i piedi nel cemento.

...una che avrebbe potuto essere sposata 6 volte con 6 milionari diversi e la cui idea di brivido è probabilmente sedurre un facchino in canottiera.



Titolo: Via di scampo
Autore: Stefano Jay Bozzo
Editore: Mondadori (collana Colorado Noir)
Periodo: 04/2007
Pagine: 183
Prezzo: 15€ (pagato 3.50€ a CdC)

Il Quaderno Nero dell'Amore


Dopo un'infilata di krimi, noir e thriller, avevo voglia di qualcosa di più "leggero"..
alla fazza!! 320 pagine di "dolce su e giù", per dirla alla Alex... uno sfinimento..
Oh.. mi ripeto.. Marilù sa scrivere, mi piace come butta giù le frasi.. semplicemente pero', non ha idee... E allora, quale cosa più abbordabile, facile e alla portata e del sesso?
.. e poi i soliti giovani "belli, ricchi e dannati".. pero' stavolta ci vuole stupire e nessuno dei tre finirà male, anzi! risorgeranno dalle loro sfighe più belli e ricchi di prima..
e sarebbe questo il colpo di scena?? -.-

(copiaincollo la recensione di IBS.. che faccio prima)
"Ogni atto sessuale svolto dai 3 partecipanti dovrà essere riportato su questo quaderno" recita la prima regola del Quaderno nero, un'agenda Louis Vuitton in cui tre amici annotano puntigliosamente i loro incontri e i segreti indicibili delle loro vite. Maria Vittoria designer d'interni, ha un fidanzato noiosissimo (figlio di un re della piastrella), si droga parecchio e colleziona odori di persone in indumenti conservati sottovuoto. Paola è un'aspirante starlet di rara bellezza, giornalista sportiva di una tv locale, che va a letto con chiunque per fare carriera, aizzata da una madre-mantide. Riccardo, accanito amatore seriale, sta conducendo alla rovina il locale alla moda che gestisce con madornale insipienza. Marilù S. Manzini costruisce un romanzo potente e leggero allo stesso tempo, che racconta con parole al vetriolo un mondo fatto di discoteche e privé di lusso, ambigue sale per casting di programmi televisivi di serie C e lenzuola che potrebbero raccontare un'odissea, tante ne hanno viste; un mondo al limite, dove i giochi pericolosi s'intrecciano al sesso più sfrenato e la vita pare una scommessa, divertente sì, ma soprattutto feroce. Un mondo dove nulla è impossibile, in cui camminare bendati al limitare del precipizio è pura e semplice normalità.


Insomma.. dopo tanto scopare in giro, Riccardo uccide la nonna a sgabellate x intascare l'eredità e la fa franca, Mavì da fuoco alla casa del suo ex e la fa franca (le costa solo una settimana di sesso con quello che la puntava da una vita) e Paola perde le gambe a causa di un tumore e si reinventa Regina sadomaso in freak-movie.
Se nell'altro libro finivano tutti male, qua finiscono tutti bene..
..... viva la fantasia....


-Frasette-
E capirai di non avere mai capito un cazzo.
Né sull'amore.
Né sul sesso.
Nell'onestà della tua solitudine saprai definitivamente di averla presa in culo. Sempre.

Per diverse settimane la mia segreteria telefonica assomigliava a un distributore di sigarette la domenica pomeriggio. Messaggi, informazioni personali, comunicati stampa, provocazioni noiose, tragedie isteriche, litanie fastidiose, suppliche vergognose, preghiere fuorvianti, richieste inappagate, implorazioni frustrate, bassezze penose, richatti psicologici, intimidazioni religiose, minacce scadenti, avvertimenti mafiosi. Negli ultimi, addirittura, mi accusava di averla violentata e di averle strappato il suo fiore incontaminato.
Alla fine, per stanchezza o per una ritrovata autostima, smise di lasciarmi messaggi in segreteria.

"... tu e il mio delirio carnale cosa vi stavate dicendo?"

Siamo istinto prima ancora che cervello. Trovo sia molto più piacevole farsi una bella chiacchierata con un sigaretta tra le labbra dopo aver condiviso un materasso ed un paio di lenzuola, che aspettare un paio di appuntamenti noiosi a snocciolare aneddoti sul come eravamo e come saremmo potuti diventare.
Questione di leggerezza.

Uno di quelli che ti fanno appassire.

"Non sarà così male, non devi avere paura, è solo un vecchio porco, cosa potrà chiederti in fondo, una sega, un bocchino. (...) Ne avrai fatte mille di seghe, di bocchini, so che ci sai fare, devi solo concentrare le tue energie nella direzione giusta..." (la madre di Paola)

"Me ne sono scopata cinque, mamma, cinque!"
"Addetti alle luci, un truccatore, un costumista, un addetto stampa e non uno, e dico non uno, dei giurati, non sei stata buona di scoparti nemmeno uno di quella cazzo di giuria! (...) Nemmeno quella volta hai capito a chi dovevi darla!"

"Fin da bambina ti ho insegnato che i 4 problemi dell'umanità sono: ignoranza, paura, avidità e leggi urbanistiche. E tu che hai fatto? Li hai sposati tutti e e ora ci vai a passeggio insieme."

"Colpisci Padrona, colpisci" strepita con il cazzo che gli penzola molle tra le cosce, e io ubbidisco.
Quello che comanda è il suo denaro e la sua posizione sociale, non io.

E pensare che sono pure pagata per fracassagli i coglioni: 450€

"Non sempre e non con tutti."

Ma la passera è un 10 secco e merita l'orgoglio sotto i piedi e le suole che ci si puliscono sopra. Ma per fortuna l'orgoglio zerbinato su cui spazzarsi i piedi non è il mio.

Ci sono felicità per tutti i gusti e per tutte le occasioni. E basta pagare per essere felice.

Porsche requisita, carte di credito sforbiciate, contratto Tim Affari concluso, conto in banca estinto, cognome rinnegato.

...e sembrerebbe serio se non si fosse scolato un paio di birre di troppo, diciamo tre per l'esattezza, se non si fosse fumato un paio di canne di troppo, diciamo cinque, per essere precisi, e se non si fosse fatto un po' di righini, diciamo due, per essere una che con la matematica non ci ha mai capito un cazzo.



Titolo: Il quaderno nero dell'amore
Autore: Marilù S. Manzini
Editore: Rizzoli (collana Bur 24/7)
Periodo: 2006
Pagine: 327
Prezzo:€ 8.60 (prezzo CdC € 3.50.. ma non so quanto l'ho pagato perchè ce l'ho in casa da un tot...)

Un Giorno Dopo l'Altro


Di questo ricordavo una scena: Grazia nel bosco "abbracciata" al killer.. ma non ricordavo altro... dai.. l'ho letto la prima volta nel 2001.. e il mio alzheimer sta diventando davvero più spietato del Pitbull!
Cmq.. un capolavoro di libro.. non dico meglio di Almost Blue, ma un millimetro sotto.


Titolo: Un giorno dopo l'altro
Autore: Carlo Lucarelli
Editore: Einaudi (collana Stile Libero)
Periodo:
Pagine:
Prezzo:

Almost Blue

Era una vita che volevo rileggermi Almost Blue.
Alcune cose le avevo dimenticate, come il colore delle voci (ma ricordavo l'assegnazione "strana" tra colori e suoni), altre le ricordavo ancora bene... la storia è stata quindi meno "sorprendente" della prima volta che lo lessi (10 anni fa precisi!!!).. ma posso tranquillamente continuare a dire che è il libro più bello che io abbia mai letto.



Titolo: Almost Blue
Autore: Carlo Lucarelli
Editore: Einaudi (collana Tascabili Stile Libero)
Periodo: 1997
Pagine: 194
Prezzo: Lire 14.000

Thursday, August 5, 2010

Lupo Mannaro


Solo una professionista come me riesce a prendersi una bronchite con 38 di febbre al 31 di luglio..
Chiusa in casa per una settimana (due gg liberi e 5 di malattia), ho deciso che volevo troppo rileggermi Lucarelli.. e ho fatto bene ^^

Narrato in prima persona tempo presente il punto di vista di Bonetti.
Narrato in terza persona, spaziando tra i ricordi degli omicidi, il punto di vista del lupo mannaro.

Romeo Bonetti, commissario a Bologna, una malattia che forse se lo sta portando via, e un caso per le mani: quello del Lupo Mannaro.
Il corpo di una prostitituta, strangolata con una cintura, le carni prese a morsi, è stato ritrovato dentro un fosso.
Ma non è l'unica donna trovata in questo stato. Almeno altri due casi nell'ultimo peridodo presentano molte similitudini: tossiche che si prostituiscono occasionalmente, i corpi presi a morsi e abbandonati in luoghi isolati.
Bonetti fa fare una ricerca in regione e di "casi analoghi" alla fine ne conta 22.
Ma anche un piccolo colpo di "fortuna". Un senegalese che dormiva in una fornace dismessa li vicino. Quando la polizia arriva lo trova ancora addormentato e lo arresta.

Lui pensava che si trattasse della solita coppia puttana/cliente e non si era allarmato vedendo l'auto.. una mercedes scura di cui, essendo ingegnere avvezzo ai numeri, ricorda la targa quasi per intero: Mo536881_
Bonetti e l'agente Grazia Negro associano quella targa all'ingegner Velasco, impeccabile padre di famiglia e titolare di un'azienda che manda avanti in modo impareggiabile.
Velasco però si presenta al commissariato col suo avvocato: gli è giunta voce che si sta indagando su di lui e, fingendo di voler collaborare, in realtà "avvisa" Bonetti di lasciarlo stare.
Una chiacchiera con il professor Del Gatto, per cercare di capire la mente di questo assassino. Il professore spiega che in Italia manca il concetto criminologico dell'assassino seriale: da noi solo omicidi di mafia o passionali. E spiega anche che tutti i serial killer presto o tardi hanno a che fare col senso di colpa che li porta a commettere errori o leggerezze che poi li faranno arrestare.
Trovando il senso di colpa, si troverà l'assassino.
Non essendo l'indagine autorizzata, Bonetti e Grazia stazionano sotto casa di Velasco ed iniziano a spiarlo. Grazia pensa anche di tendergli una trappola travestendosi di prostituta e piazzandosi poco lontano da casa sua.
Bonetti sta tornando a casa quando si trova Velasco alle spalle che gli chiede "Perchè ce l'ha con me? Perchè vuole incastrarmi?".
Il commissario riesce solo a dire "Le ha uccise lei, non può negarlo..."
.. e infatti l'uomo non nega, anzi.. conferma che è stato lui ad ammazzare 23 donne.. perchè è una cosa che lo fa "stare meglio", perché è un vincente che manda avanti un'azienda vanto dell'Italia e che, se dall'87 non l'hanno mai incastrato non li incastreranno mai.. mentre il commissario è un perdente pieno di nevrosi..
l'unica cosa.. non sa perchè le morde..
Un assassino senza senso di colpa.
Ma Bonetti è attento: 22 donne dall'89.. chi è la prima uccisa nell'87?

Cercano allora le giovani scomparse in quell'anno e sembrano trovare quella giusta: De Cataldo Piera, universitaria scomparsa mentre faceva un sondaggio porta a porta, vista l'ultima volta in via Campitelli 29.. l'ingegnere vive al numero 31.
E allora Grazia e Romeo (che intanto sono andati a letto assieme) si ripiazzano sotto casa di Velasco che continua a "sfidarli" fermandosi a parlare con loro. .
Bonetti passa una giornata al catasto per cercare di capire dove possa aver nascosto il cadavere di Piera.. come possa averlo portato fuori (se l'ha portato fuori) da dove sia passato, se l'ha imboscato.. poi nota una data: maggio '87 (quando scomparve la ragazza) fatti dei lavori di ristrutturazione. Il sospetto che Velasco abbia sfruttato i ponteggi e abbia portato la ragazza in cantina. E allora va a vedere.. gira attorno al palazzo e lo trova, l'ingresso di questa cantina e, quando quando ne forza il portello, si trova davanti il viso prima stupito e poi spaventato di Velasco, in quella cantina dal pavimento di terra battuta.
Adesso il lupo mannaro è nervoso. Non esce più di casa e continua a sbirciare dalle tente del suo appartamento.
Bonetti non lo molla.. ma sta crollando.
E' Grazia che di dice di andare a casa a riposarsi, che ci penserà lei a "fare la guardia".
Quando la richiama, la giovane agente gli dice che è tutto a posto, c'è stato un po' di movimento, un furgoncino che ha portato della roba all'ingegnere ma non ha portato via nulla..
Bonetti ricomincia la posta.. ma si addormenta in macchina. Si svegia di soprassalto e intuisce la sagoma di Velasco sul marciapiede, con un sacco in spalla.
Gli corre dietro. L'ingegnere si spaventa e cerca di tornare in casa. Bonetti gli è addosso nell'androne del palazzo: colluttazione, urla, Grazia che accorre, qualcuno che chiama i carabinieri, Romeo che apre la porta della cantina e vede che il pavimento è stato ricoperto da una colata di cemento... ed inizia ad urlare.
Sospeso dal servizio/Incriminato/Prepensionato/Ricoverato il commissario Bonetti.

Libero il lupo mannaro. Libero di continuare la sua "attività". E infatti continua e carica l'ennesima prostituta, poco distante da casa sua.
E' Grazia. I due arrivano in un luogo appartato. Lui prende il coccio di una bottiglia, lei impugna la pistola... "poi insieme voltarono la testa, pronti a scattare, e si sorrisero".

-Frasettine-
"... altro che serial killer. A Modena, poi, in Emilia! Senta un po' Romeo, qua il massimo del serial killer che può trovare è un macellaio che ammazza i gatti per farci il ripieno dei tortellini."


un bloopers.. (secondo me) a pg. 11:
"Chi l'ha uccisa ha stretto tanto che le ha lasciato i segni sul collo. Ci sono gli ematomi dei buchi della cintura, vede? Guardi qua... ce n'è uno più grosso che dovrebbe essere quelli in cui di solito infila la fibia, così a occhi e croce possiamo dire che di calzoni porta una quarantotto, come me..."
i buchi sulla cintura sono alla fine di questa.. credo che sia impossibile che lascino i segni sulla pelle, perchè quella parte rimane molto esterna e non sulla pelle del collo..


Titolo: Lupo Mannaro
Autore: Carlo Lucarelli
Editore: Einaudi (collana Einaudi. Tascabili Stile libero)
Periodo: 2001
Pagine: 86
Prezzo: Lire 15.000/€ 7.75 (preso a CdC a €2.00... cmq l'avevo letto -credo- e mi sa che ce l'ha mia mamma da qualche parte..)