Sunday, January 31, 2010

Io Non Chiedo Permesso

Non è il mio genere di libri.. ma uno ogni 3 mesi lo leggo.. per poi dire che non è il mio genere di libri..
Questo costava solo 1.50€.. ed è stata l'unica ragione per cui l'ho preso..

Be'.. tutto sommato, sono onesta, credevo peggio.
La protagonista, con la sua depressione da ragazza ricca che vorrebbe dei valori che non riesce a trovare, non è nemmeno male.. peccato che, parafrasando gli Afterhours, qua tutta "la gente sta male".. oh, non se ne salva uno che uno!!
Alla fine, chi per una ragione, chi per un'altra, ma son tutti dei poveri infelici e insulsi gusci vuoti.. TUTTI.
Salva il libro una bella scrittura (non eccelsa ma nemmeno così male) e un racconto che sfiora la banalità ma che riesce a rimanere con un piede sull'orlo del precipizio..

Il riassunto è presto fatto:
giovane 22enne di buona famiglia, presenzia alle serate della Bologna bene, tra locali, cene e discoteche... Abiti al top, vomitito e -almeno per lei- poca cocaina..
Un'analista superficiale che le chiede "da cosa stai scappando?" (cioè.. non la faccio più nemmeno io questa domanda!!), amici della sua stessa pasta, genitori assenti che fanno regali milionari e i soliti corollari tipici dei giovani ricchi ed annoiati (l'amica che va al privè, il fratellino di un'altra che spara ai doberman, gli uomini d'affari che praticamente stuprano le modelline arriviste, riempiendole prima di coca, i soliti parvenue che vivono di luce riflessa -e di soldi scroccati-).
tutto il resto, è noia....

-Frasette-
...quello che cerchi realmente non è libertà ma disimpegno. un po' da tutto.

"Ho deciso che il suicidio è per i deboli e per quelli che non hanno soldi."
"Ah, un ragionamento profondo" lo sfotto.
"Già: perché uccidersi quando si può semplicemente andar fuori a fare shopping e soffocare le proprie ansie strisciando la carta di credito?"

"Le persone che lo hanno capito stanno bene, le altre stanno bene perchè non capiscono un cazzo. Semplice."

".. se non conosci il dolore come puoi ridere veramente?"

Non si può chiedere ad una puttana di amarti. Non si può e basta. E Martino è una puttana.

Chi come mia madre è nata nel '56 è colo uno sfigato che era troppo giovane per il '68 e troppo vecchio per il '77, e noi noi siamo una generazione di inadatti che non hanno abbastanza cultura, che non sapranno mai che cosa significa battersi realmente per qualcosa in cui si crede.
Non sa quanto sia difficile vivere con questo enorme peso addosso, il peso di non avere un ideale, perché loro si sono battuti già per tutto. Non avere sogni, perché lui li ha già buttati nel suo falò personale..

pagina 67-68

Per una che ha già tutto pretendere amore è troppo, forse?

Dissoluto. Eccentrico. Narcisista.
Più che un intellettuale, una rockstar.
Come se la immagina in provincia.

.. non vedo l'ora di arrivare a casa e di prendermi un Tavor con un bel bicchiere di champagne.

"E' una pura critica al mio modo di vivere?"
"E' una pura critica al tuo modo di buttare via la vita"

"Non si va mai abbastanza lontani da se stessi, non è la lontananza che risolve i conflitti interiori, quelli ce li portiamo dietro."

"Sicuramente non gli manchi, lui ha la sicurezza di ritrovarti sempre puntualmente dove ti ha lasciato. "

"E' sempre meglio chiudere per primi che essere mandati a cagare, anch'io sono stata male per averlo fatto." Appoggia il tovagliolo sulle cosce.
"Tu?" esclamo. Mi risulta impossibile pensare a Chiara con un'anima abilitata a soffrire. .. Incredibile.

E' difficile spiegare come ci si senta diversi da quello che siamo stati fino a ieri.
E' difficile parlare del senso di nausea costante che suscita il ricordo di quello che siamo stati.

"Tratti gli uomini come puttane. Non ce n'è mai uno solo, così non corri il rischio di innamorarti, quando sei con uno pensi all'altro e così via, ottimo rimedio."




Titolo: Io non chiedo permesso
Autore: Marilù S. Manzini
Editore: Salani
Periodo: 2004
Pagine: 222
Prezzo: 12.50 (a C.dC era a 1.50... -intero- )

Che la Festa Cominci


Il 19 dicembre abbiamo fatto un bachetto al Pianeta.. abbiamo preso un sacco di freddo e fatto su pochissimo.. io ogni tanto, per scaldarmi, andavo a fare un giro dentro il negozio.. alla fine, ingolosita dallo sconto del 40% (con ulteriore sconto del 10% grazie alla tessera di Marinella) ho ceduto...
vabbè.. avevo anche sentito Ammaniti in radio che parlava di questo libro.. quando è arrivato a descrivere la scena in cui Abaddon parla a Saverio attraverso Gerry Scotti, mi son detta che dovevo leggerlo...
.. e ho fatto bene, visto che l'ho letto con i lacrimoni agl'occhi dalle risate.
Alla fine mi ha ricordato un po' "Fango".. e un po' di personaggi si sono persi (come l'amante di Ciba con il figlio che li aveva ripresi.. ) pero' pollice alzato su tutta la linea.

Riassumerlo è un po' un delirio x il caos di personaggi ma ci provo.

Saverio Moneta detto Mantos è a capo della setta satanica le Belve di Abaddon che conta, lui compreso, 4 elementi. Gli altri suoi adepti sono Zombie, Murder e la vestale del gruppo, Silvietta.
Le loro azioni si limitano a poca roba, giusto una scritta su un viadotto e l'orgia con Silvietta (ubriaca e semincoscente).
Un giorno Kurtz, il leader dei Figli dell'Apocalisse, lo chiama per chiedergli di diventare il rappresentate della sezione centro-sud della sua setta, ma per farlo dovrà abbandonare gli altri tre suoi adepti.
In un suo rarissimo moto d'orgoglio, Saverio dice "NO" a Kurtz e gli chiude il telefono in faccia.
Tornando a casa con la sua ford Mondeo, pensa al modo di riscattare la sua setta con un gesto eclatante e quando suo cugino gli telefona perchè ha bisogno di aiutocamerieri alla festa di Sasà Chiatti dove si esibità anche la redenta cantate Larita, Saverio ha l'illuminazione: con le sue bestie vestite da camerieri andrà alla festa e sacrificherà Larita, decapitandola con la copia della Durlindana che ha appena comperato su ebay.

La festa è un monumento a se stesso che l'arrampicatore sociale Sasà Chiatti ha deciso di offrire alla buona società romana e nazionale. Questi ha acquistato Villa Ada e tutto il parco circostante, malgrado le lamentele dei cittadini romani, e ha trasformato il tutto in una sorta di bioparco diviso in tre aree dove verranno organizzate tre tipi di caccia: quella alla volpe, alla tigre e al leone. Ovviamente, tutto il resto sarà a tema, dall'abbigliamento dei partecipanti, al menù offerto dai vari servizi catering capitanati dai più famosi chef internazionali.

A questo evento parteciperà anche il giovane scrittore Fabrizio Ciba, trentenne finto-impegnato e falso-alternativo che sembra aver perso la vena creativa ma che riesce a far finta che non sia vero.
E' appartato con una tipa in un parco, quando sente capi della sua casa editrice parlare di lui e dire che lo vogliono silurare.
Va comunque alla festa di Chatti, pensando di farci un articolo-sputtanamento da vendere a La Repubblica.

Dopo apritivi, chiacchiere, foto e letture di poesi, iniziano i safari.
Questi però presto degenerano, tra gente che non sa andare a cavallo e elefanti imbizzarriti. In tutto questo caos, ci si mettono anche le Belve di Abaddon.
Mandati via Murder e Silvietta perchè innamorati (questa è una missione suicida e non c'è posto per l'amore) le altre due belve sono decise a continuare da sole.
Il piano prevede che Zombie faccia saltare la corrente e Saverio rapisca Larita per portarla sul Monte Antenne dove sarà sacrificata.
Peccato però che Zombie, colpendo la centralina con un'ascia trovata sul posto, prenda fuoco e rimanga incenerito sul luogo.

Ciba intanto, dopo aver flirtato con una giovane attrice e con altre ex, incontra e s'innamora di Larita. Ed è con lei sul primo degli elefanti che, imbizzarrito, casca da una rupe, morendo. I due sono un po' acciaccati ma salvi quando vedono uscire degli strani esseri dal bosco.
E' una comunità di alteti russi che durante le olimpiadi di Roma negli anni '50, erano fuggiti e si erano nascosti nelle catacombe, rimanendo li e vivendo di cio' che il parco offriva loro: avanzi di cibo, felpe smarrite, oggetti dimenticati.
Questa comunita, scambiando il casino della festa per un attacco dei comunisti venuti a cercarli, rapisce un tot di invitati e li porta nel sottosuolo. Tra questi ci sono Ciba, Larita e Saverio (il Chiatti intanto è morto mentre, credendo che gli abitanti del sottosuolo fossero dei terroristi li per rapirlo, spara all'impazzata per tenerli lotani colpendo e facendo esplodere l'apecar dei gelati e venendo colpito alla fronte dal ruotino di questa che lo fa cadere con la testa sui vetri -e, tanto che c'è, si porta via un piede con un colpo partito dal fucile-).

Quando l'equivoco tra gli abitanti del sottosuolo e i prigionieri e chiarito (cioè che sono exatleti e la loro progenie i primi, e invitati ad una festa i secondi) tutto pare risolto. Ma non è vero.
L'assenza di corrente ha mandato in blocco il sistema idrico del lago e ora le sue acque si riversano -appunto- nelle catacombe, portandosi via ogni cosa e persona.
Fabrizio abbandona Larita al suo destino.
E' Saverio che la soccorre e quando i due sono ormai travolto dall'acuqa, uno spiraglio nel terreno diventa la loro via di salvezza. Solo Larita si salverà, salendo sopra a Saverio che, con una frattura esposta del femore, preferisce affidarle la poesia che Zombie aveva scritto a Silvietta e si lascia andare alla furia delle acque.
Fabrizio Ciba è salvo, ha rubato dal cadavere di un vecchio scrittore morto la chiavetta usb con il capolavoro che questo stava finendo e che portava al collo.

Sono passati 4 anni.. Ciba ha pubblicato il lavoro della sua vita e Murder e Silvietta sono al parco di Villa Ada a ricordare i loro due amici..
sono stesi su un plaid a giocare col il loro bambino quando una figura zoppicante gli frega il cibo.... una figura che loro conoscono.

-Frasette-
"A proposito, come stanno i piccoli?" domandò Silvietta.
"Sono dei tubi. Mangiano e cagano".

"Chi è il vostro padre carismatico?"
"Tu!" dissero in coro le Belve.
"Chi ha scritto le Tavole del Male?"
"Tu!"
"Chi vi ha insegnato la Liturgia delle Tenebre?"
"Tu!"
"Chi ha ordinato le pappardelle alla lepre?" fece il cameriere con una sfilza di piatti fumanti sulle braccia.

Malagò aveva trentracinque anni e ne dimostrava, a essere gentili, dieci di più.

"Il nostro sito internet registra cinquantamila contatti al giorno e abbiamo un calendario ricchissimo di iniziative. Organizziamo orge, raid, messe nere ed escursioni ai luoghi satanici, come la pineta di Castel Fusano e le grotte di Al Amsdin in Giordania.

"Che spettacolo dev'essere tua moglie a letto. Altro che le ragazzine, quella ha un'esperienza. Ti apre come un divanoletto."

I due si immobilizzarono come sogliole e se avessero potuto, come la Solea solea, avrebbero cambiato colore mimetizzandosi con l'ambiente circostante.

... le uniformi delle Belve. Le aveva disegnate lui stesso e fatte cucire da un sarto cinese di Capranica. Erano semplici tuniche di colore nero (al contrario di quelle sgarciantissime dei Figli dell'Apocalisse, oro e viola) con il cappuccio a punta.
Come scarpe, dopo diversi dubbi, aveva scelto delle espadrillas nere.

Si era sposato troppo presto con una donna che adorava i villaggi turistici e razziare gli outlet.

Il carattere di Serena Mastrodomenico era stato forgiato secondo la rigida etica dei Mastri d'Ascia Tirolesi.

Il professor Paolo Bocchi aveva sempre a disposizione quasiasi sostanza psicotropa che la natura e la chimica fornivano all'uomo.

La Somaini avrebbe voluto fare il broncio, ma il botulino glielo impedì.

Nelle cucine era calato un silenzio sepolcrale. Anche le cappe aspiratrici e i minipimer sembravano essersi zittiti. I passeri fuori erano ammutoliti.

Vi odio tutti, si disse Fabrizio Ciba.
Si sentiva vulnerabile e confuso come un extracomunitario nell'ufficio permessi della questura. Era in una gabbia, in groppa a quell'elefante.
Il suo segreto era starsene abbastanza vicino alla vita, in modo da poter osservare l'orrore dell'umanità con sarcasmo, ma mai dentro.
Ora invece era in mezzo a quel circo e non si sentiva diverso da quei pagliacci.
Stava pure facendo una pessima figura con Larita. Era meglio rimanere zitto, in un atteggiamento riflessivo da scrittore.

Il filippino si girò. "Mortacci tua!" disse.

Il centravanti mollò uno spintone al poveraccio, che perse l'equilibrio, sparendo senza un grido in un cespuglio di more.
(...) Un proiettile colpì la fibbia di metallo della cesta dell'elefante di coda. Il cinturone si aprì e il gruppo rock metal di Ancona si ribaltò. I musicisti finirono in un campo di ortiche.
(...) Il vecchio prese la mano del nipote. "Tira. Tira!" I due ruzzolarono a terra tra i cespugli di pungitopo.

Tra le file dei cavalieri caddero in molti, altri furono trascinati con il piede incastrato nelle staffe per chilometri. Pochi ne uscirono illesi.

Mantos, accucciato accanto alla porta, si osservò. Osservò la tunica nera che aveva cucito con le vecchie tende dismesse del cinema Flamingo. Osservò la Durlindana comprata su eBay. E si accorse di quanto era patetico.

Mantos davanti al corpo carbonizzato di Zombie.
"Non ti lascio qua, non ti preoccupare. Ti riporto a casa. A Oriolo. Basta con tutte 'ste stronzate."
Si mise in piedi e con la torcia si guardò attorno. Doveva trovare uno scatolone. Il massimo sarebbe stato una di quelle bustone blu di Ikea.

Mentre il mondo intorno a lui si ribaltava, con l'indice tirò il grilletto del mitragliatore e si portò via la punta della pantofola in velluto blu, su cui erano cucite le sue iniziali in oro. Dentro c'erano quattro dita e una bella porzione di piede.
Finì a terra e con la testa battè contro lo spigolo di un tavolino di cristallo. Una lunga scheggia triangolare gli si piantò proprio sopra la nuca, attraversò la scatola cranica, la dura madre, l'aracnoide, la pia madre e s'infilò nel tessuto molle del cervello come una lama affilata in una Danette alla vaniglia.

E aveva capito che era necessario fare cose straordinarie (non necessariamente intelligenti) per farsi notare.



Titolo: Che la festa cominci
Autore: Niccolò Ammaniti
Editore: Einaudi (collana Einaudi Stile Libero Big)
Periodo: 2009
Pagine: 328
Prezzo: € 18.00 (era in sconto del 40% ed un ulteriore 10% me l'hanno fatto perchè avevo la tessera dei Warriors che mi ha dato la Marinella, quindi l'ho pagato € 9.72..)




Sunday, January 24, 2010

Generazione McDonald's


L'ho visto dalle ragazze di Betty&Books.. eh, gnente.. l'ho preso.

la storia è piuttosto semplice: Marcello, giovane bolognese alle prese con l'esame di maturità ed eternamente innamorato della frivola ma non stupida Caterina, inizia il suo viaggio all'interno del mondo del lavoro mettendosi dall'altra parte del bancone di quel luogo che è stato il suo mito dell'infanzia e dell'adolescenza.
Fanno compagnia al personaggio del racconto anche la madre un po' eccentrica, il padre un po' sognatore, gli amici della scuola e della piazza (come quello che fa marchette per avere i soldi per andare a farsi vedere al Pineta e l'altro che nasconde le sue insicurezze dietro chili di grasso..)
Del McDonald's si racconta in verità gran poco.. e cmq tutte cose già conosciute..
Alla fine, Marcello si darà malato per poter studiare e prepararsi per un eseme.. ma essendo totalmente inesperto di contratti di lavoro, si farà beccare dal controllo medico, al quale seguirà la lettera di licenziamento.
Intanto Cate se ne va in America con un "amico" col quale deciderà di rimanere molto più a lungo dei 15 giorni previsti.



Allora... lo riassumo così: un libro che non ha niente da dire, ma che lo dice bene.

Titolo: Generazione McDonald's
Autore: Francesca Mazzucato
Editore: Marlin (Cava de' Tirreni) - (collana Il Portico)
Periodo: 2008
Pagine: 190
Prezzo: € 13.50 (pagato intero al Betty&Books)

Il Mistero di Mangiabarche


Preso all'Emmaus un tot di mesi fa..
Mi ha preso bene e l'ho letto in pochi giorni.. anche perchè se ci mettevo troppo a leggerlo, poi mi perdevo.. ^^

L'alligatore viene contattato da un avvocato sardo che gli chiede di portargli notizie del figlio scomparso in sudamerica. L'alligatore scopre che il ragazzo è morto e all'avvocato dice una scusa penosa.
Questi lo riprende dicendogli che lui non è un povero stronzo e si fa dire la verità.. e poi gli dice che è cmq li per assumerlo per conto di 3 suoi amici.
Gli si presentano 3 avvocati che gli raccontano di essersi fatti, tempo addietro, 2 mesi di prigione per delle accuse di droga e di omicidio... solo che pare che ora, l'assassinato (Giampaolo Siddi), sia stato visto (vivo) in giro.
Questi quindi vogliono sapere: se il tipo è vivo e chi li ha voluti incastrare.
Il nostro accetta e chiede di avere una spalla, il meraviglioso Beniamino Rossini, vecchio malavitoso con un codice d'onore ormai raro.
Le indagini seguono due piste: l'amante del "morto", la signora Fiorenza.. e il belga-spacciatore che stava alla base Nato e che ora gestisce un piccolo supermercato.
Marlon Brundu, scassinatore e amico di Rossini, apre la porta di casa della donna e in questa trovano una raccolta di una rivista di annunci in cui solo le pagine degli incontri sono sfogliate, così come un unico libro sul cinema francese.
L'alligatore capisce che il libro è la chiave per leggere gli annunci e, pedinando la donna, riesce a scattare delle foto in cui lei è con due tizi.
Pedinando il belga, invece, scoprono un giro di spaccio mica da poco.
Simulano una rapina al super del belga, facendogli credere di essere della banda dei siciliani per farlo venire allo scoperto.. ma quando vanno a trovarlo a casa x farlo parlare, lo trovano morto in poltrona, con un attrezzo da giardinaggio piantato in un occhio.
Intanto si scopre l'identità di uno dei due uomini che aveva incontrato Fiorenza, ed è un ex membro del Sisdi che si occupava di protezione dei testimoni. L'uomo era sparito qualche anno prima, assieme a due pastori sardi che doveva accompagnare in sudamerica.
Durante una serata di relax, l'alligatore viene abbordato da una strana tipa di cui si innamora istantaneamente (con buona presa per il culo da parte di Rossini).
Il piano dei nostri prosegue: l'alligatore cerca di spaventare Fiorenza pedinandola e dicendole cose che solo lei può sapere.. ma quando sono tutti seduti al solito bar, un finto scippatore uccide la donna davanti ai loro occhi. Questa pero', prima di morire, pronuncia la parola "mangiabarche".
Morto il belga e morta la donna, i nostri non sanno più che pista seguire.. ma c'è sempre quella del tipo del Sisdi.. Lo vedono uscire dalla bisca con un tizio dai capelli bianchi e decidono di seguire quest'ultimo. Questi è un corso che alloggia in un hotel e una bella mancia alla receptionist gli fa avere un sacco di info (che macchina ha, quando riparte, come si chiama).
L'alligatore ha anche risolto l'enigma del libro sul cinema francese: tutti i personaggi implicati nella vicenda hanno nomi falsi presi da un film: Napoleon. Quindi è molto semplice capire chi fa parte della banda e che ruolo abbia.. e quello con i capelli bianchi ha il nome del regista/sceneggiatore/attore del film: quindi il capo.. peccato che ci sia anche un'attrice che porta lo stesso nome della donna che sedotto Buratti.
L'alligatore e Rossini seguono il capo fino in Corsica e riescono a non farsi beccare nel pedinamento. Lo vedono arrivare ad una cascina dalla quale escono urla strazianti.
Usciranno due pastori ed un terzo uomo (Siddi) che tengono un tizio nudo e sanguinante. Lo torturano ancora con la fiamma ossidrica e poi lo gettano, ancora vivo, in mezzo ai maiali.
Rossini contatta un suo vecchio amico galeotto che li fa a sua volta contattare da quelli del Fronte Nazionale per la Liberazione della Corsica. L'uomo ucciso era un loro combattente.
Gli uomini parlano e i combattenti spiegano ai nostri chi sono Deodato (quello del Sisdi) e quello con i capelli bianchi... e poi vanno a vendicare il loro compagno in quella stessa cascina dove poi, in seguito ad un controllo, i nostri trovano un biglietto con su scritto "mangiabarche".
nella cascino pero' ci sono solo i due pastori/torturatori, gli altri due sono già tornati in Sardegna... e Marlon non si trova.
La tizia telefona all'alligatore e gli dice che Marlon è con lei.. lui dovrà rispondere a delle domande sul blues e se sbaglierà, lei taglierà un pezzo dell'amico.
Buratti, spinto da Rossini, accetta di giocare, ma dopo un paio di risposte sbagliate è Marlon ad urlargli di non stare al gioco di quella pazza.
La tipa li richiamerà dopo ore proponendo di andarsi a riprendere l'amico, ma è ovvio che si tratta di una trappola. I nostri vanno comunque, prendendosi delle gran pallottole, ma la tizia taglia la gola a Marlon e ai nostri non resta che recuperarne il corpo e fuggire.
Rossini è fuori di lui e organizza una rapina alla bisca di Deodato per ucciderlo e per fare avere i soldi alla madre dell'amico.
Così fanno.. ma quando sono alla bisca e il tipo ha le pistole di Rossini puntate in faccia, gli chiede di avere salva la vita in cambio di "mangiabarche e gli altri".
Rossini, ovviamente, non accetta e gli spara in viso.
Come risolvere ora il mistero di "mangiabarche"? Un'idea.. un quiz radiofonico.
L'alligatore si spaccia per speaker e indice un concorso a premi.. dopo 3 giorni gli telefona una ragazza e gli dice che "mangiabarche è uno scoglio contro il quale si infrangevano un sacco di barche, prima che venisse costruito il faro".
E ancora partono, Rossini e Buratti, verso questa località.. e individuano la casa della tipa. Lei e Deodato però stanno andando via in macchina per andarli ad aspettare nel solito locale dove l'alligatore passa i suoi venerdì.. Così i nostri entrano in casa e vi trovano il Siddi ed una donna seduta ad un pc.
Siddi è spaventatissimo mentre la donna è più sprezzante. Rossini la fredda e poi si fanno raccontare tutto da Siddi: questi ammette di essersi intascato i soldi (con l'aiuto di Fiorenza) frutto dello spaccio che un avvocato aveva avviato con eroina che arrivava dalla base Nato attraverso il belga e di essere fuggito in venezuela.
In un gran casino di cose, l'avvocato aveva tirato in mezzo gli altri tre -che odiava-, pagando dei tizi perchè li accusassero dell'omicidio del tipo. In seguito poi Siddi aveva conosciuto Deodato che l'aveva costretto ad entrare nella banda Napoleon (Deodato aveva conosciuto la tizia proprio alla base, e con lei e altri tagliagole, tipo i due pastori sardi esperti in sequestri, si offriva al soldo di paesi che avevano in corso guerre non ufficiali -come quella della francia contro i corsi-).
Intanto, fuori dalla porta ci sono quello coi capelli bianchi e la tizia (richiamati dalla donna che stava al pc) che chiedono di liberare Siddi. E' ovvio che lo uccideranno, ma Rossini lo costringe ad uscire comunque (e infatti lo freddano subito).
I nostri poi, tentano la sortita. L'alligatore, che non fa uso di armi, sparerà dei razzi illuminanti mentre Rossini, armato come un marines, vedrà di colpirli.
Riescono a costringerli alla fuga sul motoscafo che il vecchio aveva sabotato e che finirà contro lo scoglio di mangiabarche, uccidendoli.
Caso risolto.. i nostri spiegano tutto agli avvocati che li avevano assoldati e il vecchio Rossini riesce finalmente a portare l'alligatore in un night a farsi passare le pene d'amore.

Adoro Rossini... lo a-do-ro.


-Frasette-
"Per una caccia nobile" bisbigliò, "la scelta dell'arma è fondamentale: il fucine dev'essere sportivamente monocolpo e di un calibro non distruttivo per il trofeo.

Questa carabina è molto antica, una Henry-Martini dell'esercito inglese. Venne usata per espugnare la fortezza di Kandahar in Afghanistan nel 1880. Un secolo più tardi se ne sono serviti i cecchini afghani per abbattere più di un soldato sovietico..."

"E' appena passato un marinaio" la interruppi, indicandole il fondo del corridoio, "anche lui con una gran voglia di chiacchierare. Lo raggiunga. Siete fatti l'uno per l'altra".
"Preferisco gli uomini silenziosi. Danno l'impressione di stare ad ascoltarti".

Anche lui, come altri sognatori, era finito in galera grazie al pentito di turno.

"E' quella la tua vita. Il giorno che si renderanno conto che sei l'involucro vuoto di un giro di blues, ti rinchiuderanno, Alligatore, e inventeranno in tuo onore una nuova tecnica di lobotomia..."

"Saperti in giro a combinare guai senza il sottoscritto che ti compre le spalle mi fa diventare ansioso, e quando sono così gli affari ne risentono e non mi tira l'uccello... Ho cinquantatre anni..."

... aveva la saggezza dell'ergastolano.

... tipico dei giovani che pensano solo ad arricchirsi e per questo disprezzano tutti, eccetto i propri simili e coloro che li hanno preceduti nel raggiungimento di tale obiettivo.

... lo vidi scendere dal traghetto con un lungo cappotto color cammello sotto il quale spiccava un completo gessato blu. Ai piedi un paio di scarpe bianch e nere.
"Beniamino, sempre un gangster" lo salutai.
"Io sono un gangster... e tu invece sembri un impiegato di banca. E non lo sei. Cos'è peggio?"

Tra il vecchio Rossini e l'avvocato Columbu fu amore a prima vista.
Ognuno riconobbe nell'altro ciò che effettivamente era: un malavitoso e un avvocato della vecchia guardia, cresciuti nel rispetto delle regole, delle tradizioni, e della parola data.
Uomini a cui una stretta di mano era sufficiente a ricordare un impegno per tutta la vita.

"... se no finiremo a far tappezzeria sul fondo del golfo di Cagliari."

Per un attimo si guardarono neglio occhi. Il messaggio fu eloquente. Si erano riconosciuti come professionisti della violenza ed ognuno pensava di essere più forte dell'altro.

"Scusa, Marco. Ho fatto una cazzata ma non abbasso gli occhi davanti a nessuno, tanto meno davanti al primo Van Damme che passa."

"Odio gli spacciatori, Marco. Lo sai. Hanno rovinato la mala..."

"Devi avere solo un paio di fratture e una commozione cerebrale: troppo poco per il pronto soccorso".

Di Sant'Elia avevo sentito parlare molti anni prima come dell'unico quartiere italiano che aveva accolto il Papa a sassate.

"e finchè ammazziamo dei maschi, nessuno, nell'ambiente, può avere nulla da ridire, ma con le femmine è un altro discorso: il motivo deve essere giusto, necessario e dimostrabile".

Il vecchio Rossini pretese un accordo solenna, alla malavitosa, con stretta di mano, abbraccio e doppio bacio sulle guance.

"Grappa. Di monovitigno: chardonnay per l'esattezza".
"E la beve ghiacciata?".
"Seguo questa scuola di pensiero. Mi sono permesso di avvicinarmi perché ho notato che lei è un vero bevitore di distillati e...(...) e tra veri bevitori ci si capisce. Ho assolutamente bisogno di parlare con qualcuno." (...)
"Lei è uno di quelli che parlano, parlano e non ascoltano, oppure uno di quelli che ogni cinque minuti scassano i coglioni, domandando pareri o conferme?"
"Rigorosamente del primo tipo" mi rassicurò, spostando la sedia per sedersi.
"Fermo li" lo bloccai. "Un'ultima domanda: l'argomento non riguarda malattie gravi, guai giudiziari o finanziari, figli rovinati dalla droga o altre rogne del genere, vero?"
"Io e la mia fidanzata ci siamo lasciati" dichiarò.
"Lei è il benventuo" esclamai sollevato, invitandolo ad accomodarsi.

"Hai un puntino rosso in mezzo alla fronte" lo interruppi allarmato.
"E tu sulla tempia, Marco... Stai fermo immobile senza fare movimenti bruschi o idioti, tipo mettere le mani in tasca".

... sentendo l'odore del cuoio mescolato a quello dell'olio lubrificante delle armi.
Al pensiero annusai l'aria e avvertii un'atmosfera rassicurante.
Tra fondine d'artigianato e vestiti nuovi, Rossini si agghindava per un conflitto a fuoco come per un matrimonio.


Titolo: Il mistero di Mangiabarche
Autore: Massimo Carlotto
Editore: E/O (collana Tascabili E/O)
Periodo: 1999
Pagine: 256
Prezzo: € 8,00 ( preso all'Emmaus.. credo di averlo pagato 1 euro e qualche centesimo..)