Tuesday, February 19, 2008

Toshi si sveglia nel cuore della notte



ancora con il cervello fumante per il nervoso di aver letto un libro di merda come "io, serial killer" (chissà che mi apettavo poi).. mi son subito buttata sul secondo dei 4 libri presi al mercatino qualche giorno fa.

Toshi si sveglia a mezzanotte.

il libro è ben scritto e mi ha preso subito bene.. tanto che ne ho bruciate 40 pagine uso ridere.

comincia con una storia, marito in crisi che per sfinimento esce di casa e si ferma a giocare a poker in garage con i suoi coinquilini ed un suo superiore.. con il nuovo capitolo, si capisce che la storia appena letta è un racconto che un giovane giornalista ha appena trovato scritto suol suo computer e non capisce come ci sia finito..

la giornata del giornalista trascorre con piccoli avvenimenti quotidiani e, quando la sera si rimette davanti al computer per cercare quel racconto e provare a capire che possa averlo scritto, ecco che di racconti ne trova un secondo.



secondo me.. è il computer che li scrive.. visto che il pc è un thosiba.. quello che si sveglia nel cuore della notte pare (forse fin troppo) palese che possa essere lui..



intanto sono andata a cercarmi qualche recensione in rete, ed ho trovato questa:

"Edito da Granata Press di Bologna e oggi introvabile il romanzo aveva riscosso un lusinghiero successo di critica al suo apparire, nel 1995. Laura Grimaldi, nota scrittrice, per tanti anni responsabile de Il Giallo Mondadori e di Urania, lo ha definito: "Un'opera che appassiona e fa pensare". La struttura del romanzo è originale. Una storia principale, la vita, le crisi, i rovelli del protagonista, nella quale si innestano dei racconti che il protagonista trova scritti nel suo computer. Ma egli non ne è l'autore. Chi scrive questi racconti? Perché? In che modo? Che legame hanno, in realtà, con la vita del protagonista? Sono messaggi provenienti da un altro mondo?"
Fonte:
http://www.fantascienza.net/aresi/opere.htm#toshi

(chissà quello che l'ha venduto al mercatino per 3 euro guadagnandocene 1.50.. come sarà felice di sapere che oggi è introvabile...)


andiamo avanti...

21/02/08
bellino davvero.. sto cercando di fulminarlo e di capire il perchè di quei racconti.. ma ovviamente non ci arrivo..
(i vecchi dell'autobus che insultano gli automobilisti sono uno spettacolo!!)

26/02/08
son stata rallentata dal weekend.. ma son riuscita a finirlo.
che dire... ammetto che non ho capito la fine.. di lui che da gardaland parte per andare a puntare il coltello alla gola del suo stronzissimo collega per poi ridergli in faccia e lasciarlo andare..
a parte questo sorvolabile impasse.. il libro m'è piaciuto un sacco.

le frasi ad effetto che mi son rimaste impresse, eccole:

"un latte e miele." "Da duemila o da duemilacinquecento?"
Da cinquanta o da cento? da cinquanta, grazie. E' piccolo, ma non perchè è piccolo, è perchè i soldi son pochi e bisogna sapersi accontentare.

Era fiero di non possedere un Rolex autentico.

Non si sarebbe fatto incastrare dal senso di colpa, stavolta. Perchè lei giocava su quello, gli rovinava la vita e poi lo faceva sentire in colpa perchè fosse lui a pentirsi, a scusarsi. (...) Lo aveva incastrato, chiuso tra quattro pareti, libera uscita il sabato per il cinema e la domanica per la pizza. Qualche rara passeggiata in montagna. La noia delle vacanze, la noia della casa. La noia del letto. La noia della banca. La noia della messa.

Ora si vantava della bici, della circoscrizione e della cravatta lasciata a casa. Ma capiva di essere un integrato. Il mondo dei soldi. Soldi per fare tutto. Tranne essere felici.

Cambiare la struttura, andare contro il sistema. Quando era a scuola ci credeva e nelle assemblee andava a gridare che bisognava fare la rivoluzione. (...) Poi era finito in banca, come tutti gli altri.

Amilcaretti. (...) Uno che faceva carriera proprio grazie alla sua mancanza di fantasia, grazie alla mediocricità che lo rendeva metodico, prevedibile, affidabile perchè incapace di qualsiasi scarto, colpo di testa.

Ma non fargli troppo male. Potrebbe goderne.

La vita dei vecchi gli sembrava inutile, senza un vero scopo, vissuta solo per dovere.

(...) quell'uomo poteva avere ottant'anni e probabilmente era malato. Eppure resisteva. Perchè? I vecchi perdono la memoria, ma ricordano tutto di quando erano bambini e giovani uomini e avevano un lavoro importante e una moglie con cui fare l'amore e i figli erano piccoli.

L'altro anziano signore, mantendendo un'espressione tranquilla strillò: "automobilisti figli di puttana!" (...) "Ha ragione, signori conducente, gliele dica a quella faccia di merda!" (...) "Automobilisti del cazzo! Figli di puttana! Merde!" (...) "Mil asci. Lei è uno di quelli che non conosce l'autobus. Lei va sempre in macchina"

Vegetavo tra un senso di colpa, una mortificazione continua, un'angoscia senza nome davanti al solito orizzonte nero dche erano i miei progetti per il futuro.

Il Toshiba era qualcosa di divino. O la divinità si serva del computer per regalarmi qualcosa. (...) Povero cervello. Non è altro che un processore. Anche lui un toshiba che ha bisogno di una memoria, di principi e di obiettivi.

Lui andava in municipio. Aveva un lavoro sicuro, dignitoso, di prestigio. Faceva l'uscere.

La cravatta con i ghirigori blu e grigi. Diceva che ci si poteva leggere sopra il futuro.

La paura per quei tedeschi era peggio del lupo delle favole. Quando raccontavano le favole i grandi non avevano paura. Ma quando si parlava dei tedeschi e dei fascisti si. Paura.

La ex Dc risultava spaccata in due. L'ex Pci in tre. L'ex Psi in otto sebbene contasse soltanto quattro consiglieri, ma ce n'erano un paio che non erano d'accordo neppure con se stessi.

Coalizioni, equilibri, compromessi. Fra correnti e partiti. Per l'equilibrio della corrente e del partito. Non della società, non della città. Era peggio di un sogno. Era paranoia. Era la distorsione della realtà. (...) La produzione di veleni era incessante, continua, ormai impossibile da disperdere. Bisognava bloccare la produzione. Vietando il traffico. (...) Disse che capiva, ma che non si poteva. Perchè la maggior parte della gente non voleva. Perchè c'era un esercito di meccanici, rivenditori, concessionari, elettrauto, gommisti, bensinai che si sarebbe rivoltata.
Dossi ridacchiò con quella sua faccia da puttaniere mancato che si era venduto qualcosa di più profondo del culo.

"La gente è contenta di acquistare l'autovettura, ha bisogno della macchina. E del televisore. Del condizionatore. Dei vestiti alla moda. Ci sono voluti tanti anni per realizzare questo prezioso equilibrio."

La madre morì che Enrica aveva 48 anni ed era una zitella avvenente, vergine, e acida come un limone mai maturato. La morte non fu una liberazione. (...) Ora che si trovava priva di un oggetto cui dedicare le proprie cure, la situazione peggiorò. Enrica cadde in una depressione profonda.

Potevo innamorarmi di nuovo. Quel pensiero mi colpì perchè in fondo avevo appena smesso di dirmi che ormai niente valeva la pena, che era meglio fare la valigia e andarese. Sotto un metro di terra.

"non prende mai l'autobus?" "No, mi da il nervoso".

Il dottor Ambrogi. Era difficile pensarlo con dieci anni di meno.

Dal 16 giugno il vecchio Toshi era silenzioso. (...) L'idea mi angosciava. Non mi chiedevo più perchè fosse accaduto quel miracolo. Mi domandavo: perchè non succede ancora? (...) Forse non voleva più parlarmi, forse gli avevo fatto qualcosa, mi ero comportato male: riuscivo a sentirmi in colpa perfino nei confronti del Toshiba.

tutta pag. 141 e 142.. dove parla dei suoi coinquilini..

Se chiedi l'ora parli con la gente.

La Monachi diventò rossa come un peperone di serra. Falso ed insapore.

"Perchè i pioppi sono alti e slanciati. Lunghi e duri, si potrebbe dire. Un chiaro simbolo fallico"
"Il simbolo dell'uomo, della fecondità che s'impenna verso il cielo attendendo come di eiaculare fertilità che ricadrà al suolo."

"Una procedura d'urgenza"

Marchetti sentiva il bisogno di vantarsi del suo ruolo. Perchè in fondo a sé sapeva di non essere nessuno.

Un duro che sapeva farsi capire e che basava le sue relazioni su semplici fondamenta: la forza, i soldi. E i favori.

Il mio cervello per una frazione di secondo sbandò a destra e a sinistra e cercò di non capire la domanda.


Titolo: Toshi si sveglia nel cuore della notte
Autore: Aresi Paolo
Editore: Granata
ISBN 10: 8872481279
ISBN 13: 9788872481271
Periodo: 1995
Prezzo: 24.000 Lire (l'ho pagato 3 euro ad un mercatino)




Saturday, February 16, 2008

Billy Jhordan - Io, serial killer



al solito.. mi sono arrivati i 5 libri ordinati on line.. ma son saggi.. e io avevo voglia di legger dei romanzi.. così al mercatino mi son comperata 4 libri per totale euro 14 (ci stava, no?)

il primo che mi son messa a leggere è questo "io, serial killer" di tale Amos Cartabia.

la storia è ambientata in america. sto pazzo si consegna alla polizia confessando di aver commesso un centinaio di omicidi e di aver rapito e rinchiuso in un bunker due ragazze qualche anno prima.
dice di voler scrivere un libro, nel quale confesserà gli omicidi e darà, un po' per volta, la combinazione per aprire la porta del bunker in cui si trovano le ragazze..
il bunker è nascostissimo in qualche ex miniera, e se si tenta di aprirlo, gli impianti dell'acqua e dell'aria si bloccheranno..

ora.. a grandi lettere è scritto piu' volte che il libro è vietato ai minori di anni 18; questo perchè il libro è appunto il diario/confessione che sta scrivendo billy, pieno di errori di grammatica, volgare e spesso crudele... che è stato scritto "calandosi nella mente dell'assassino"..
bene.. io tutta sta crudeltà non l'ho trovata (sono arrivata a pag. 173 di 353.. quindi sono a metà).. non mi pare che ci sia nulla che non sia già stato letto o scritto..
mi pare piuttosto insulso anche il linguaggio.. oddio.. è vero che lui scrive usando una macchina a nastro, per cui gli errori che commette non possono essere cancellati ma ci puo' solo tratteggiare su, e lo scritto è molto "colloquiale".. (flusso di coscienza, direbbe l'antonella...).. pero'...
pero' a me pare piuttosto infantile..
viva me.. abbasso gli sbirri.. come sono intelligente.. vi racconto.. vi dico..
boh.. non son persuasa..
finora lo sto trovando insulso e noioso..
vedremo....

18/02/08
mi mancano 48 pagine.. poi lo finisco e lo lancio contro il muro..
mado'.. che libro insulso....
speriamo nel colpo di scena.....

19/02/08
l'ho finito per sfinimento..
confermo la mia opinione.. davvero un libro insulso.
il colpo di scena è stato la lettera del carcere che conferma che è tutto vero, che molti corpi son stati trovati, le ragazze son state liberate dal bunker e il libro è stato pubblicato..
questo quindi dovrebbe far pensare che il tipo non fosse un millantatore e che ci siamo davvero trovati di fronte ad una grande mente criminale.
boh.. io l'ho trovato troppo semplicistico...
"ho ammazzato 42 persone con il cianuro" (che si trova in qualsiasi farmacia, no??)..

"ho stuprato una e poi le ho tolto tutti gli intestini così mi son portato via il mio sperma e le mie tracce biologiche.." (puo' essere così facile??? cioè.. è solo lo sperma la traccia biologica??)

"ho messo le interiora in una valigetta e me le son portate via.. "(così facile anche questo??)

"siamo andati nel suo ufficio e gli ho sparato.. prima a lui poi a lei.."..

boh.. pollice verso su tutta la linea.
LIBRO CORAZZATA POTIONKIN

Titolo: Billy Jhordan. Io serial killer
Autore: Cartabia Amos S.

Editore: Agar (collana Brividi & Emozioni)
Data di Pubblicazione: 2007
ISBN: 9788889079263
Dettagli: p. 359
Reparto: Narrativa Italiana

Sunday, February 10, 2008

i santi innocenti



Il libro inchiesta sulla pedofilia nel mondo di Claudio Camarca.
L'ho ordinato a caso, perchè era in offerta a metà prezzo su IBS italia.

E' duro. E non potrebbe essere altrimenti visto il tema trattato.

L'ho finito qualche giorno fa.. e ho dovuto somatizzarlo.
Si divide in tre parti: nella prima si parla di internet e del commercio di VHS (tenere presente che il libro è del 1998). Le difficoltà dell'autore nel reperire materiale, nel crearsi contatti con persone diffidenti che pero' non vedono l'ora di trovare un loro "simile" per potersi aprire in conversazioni e confidenze troppo a lungo trattenute.

La seconda parte è dedicata al contatto con l'infanzia abusata e abbandonata.
Camarca va a Bucarest, conosce i bambini che vivono nel sottosuolo, che si prostituiscono per un paio di scarpe e per poter mangiare.

La terza parte invece, è dedicata al contatto con il mostro.
Questa parte mi ha un po' delusa. E' tirata per le lunghe (egli stesso troppe volte ripete che teme di non essere in grado di finire il libro).
Alla fine conosce un tedesco che ama i bambini.. e a parte lo schifo che prova per se e la volontà di tirarsi fuori da quella situzione (cosa che tra l'altro gli riesce), di questo mostro non sappiamo poi nulla.

Il libro cmq è scritto molto bene. Ha un linguaggio diretto e duro. Ma non cerca di scandalizzare, non offre morbosità gratuite. Non cerca di far sentire in colpa ogni lettore che ha per le mani questo scritto.

E' una "semplice" cronaca della realtà. Piccoli esseri umani che spesso si offrono spontaneamente per puro spirito di sopravvivenza, e adulti che approfittando di queste situazioni di miseria per vivere a posto con la loro coscienza e credere di aver anche compiuto un atto d'amore.
In questo sta l'abberranza di quello che si legge (e che ci accade attorno).


Titolo: I Santi Innocenti
Autori: Claudio Camarca
Editore: Baldini & Castoldi
Periodo: 1998
Pagine: 208
EAN: 9788880896739
Prezzo: euro 6.71 (pagato 3.36 euro su IBS)



Più rispetto, che sono tua madre



l'ho preso una sera che sono andata alla feltrinelli col Barese.. dopo una cena con zuppe di pesce e due bocce di vino bianco bevute in tre...
copertina coloratissima.. uno dei figli si chiama Nacho.. non potevo non prenderlo.

In pratica è il blog che Mirta (la madre di questa sconclusionata famiglia italoargentina) scrive quasi tutti i giorni.

La famiglia Bertotti si compone di:
- Mirta: che si professa donna e non solo madre, ma ha tutta la tenerezza tipica delle madri di figli grandi.. )
- Zacarias: il padre, classico uomo manesco e pure un po' meschino.. cmq un bellissimo personaggio)
- Nacho: il primogenito, il preferito, quello colto, sensibile, intelligente... e gayo. almeno all'inizio.. perchè tanta è la sua sensibilità, che alla fine si innamora di una donna.
- Caio: 15 anni e un grande sogno: riuscire a disegnare la chiave di sol cagando. Caio, assieme al Nonno, è il mio preferito.
- Sofi: la piccola di casa. 14 anni e già scafata come una professionista di Amsterdam.
- Nonno Don Amerigo Bertotti: arrivato da solo in Argentina ancora bambino, ha tirato su questa bella famiglia. Si fa le canne con Caio (e gli frega pure la fidanzata paraguaiana, la Negra Cabeza, di anni 46 ma 38 quelli dichiarati). Fin'ora, il pezzo più bello del libro che ho letto, è quelle delle sue due promesse (ne scriverò più avanti).

Aggiungiamo anche:
- La Negra Cabeza: la già nominata fidanzata paraguaiana che si insinua in questa allegra famiglia.
- il Cantinflas: è il gatto di casa Bertotti. Il nome gli deriva dall'attore messicano Mario Moreno
(visto che quando è arrivato tra loro, randagio e dolorante, si lamentava in messicano "mieeeeeiiiiiiiuuuuuu" e non in spagnolo "miauuu")

Titolo: Più rispetto che sono tua madre

Autore: Hermàn Casciari
Editore: Salani
Periodo: 2007
Pagine: 281
Prezzo:


Monday, February 4, 2008

dimmi di zi

(la mia copia ha una copertina differente, credo fosse un club degli editori)


il libro è di Anotnio Amurri..
sono andata a vedere la data della prima ediozione. 1982.
ho pensato "credevo piu' vecchio..".. ma son sempre una bella 26 anni..
come passa il tempo..
cmq..
il libro l'ho pagato due euro ad un mercatino.. conoscevo Amurri da lunga data, da quando lessi "come ammazzare la moglie e perchè" e "come ammazzare il marito senza tanti perchè".. avrò avuto 12 anni e i libri me li aveva prestati mia zia Dolla..

"dimmi di zi" è il continuo di "più bello di così si muore", del 1974.
sempre nel 1982, di quel primo romanzo esce un film in cui l'interprete maschile/femminile è uno strepitoso Montesano (ricordo di averlo visto al cinema Arena di Codigoro con mia mamma e la sua amica Franca.. avevo 11 anni e ne ho capito la metà)..

nel primo romanzo, avevamo lasciato Spartaco e famiglia in casa del Conte Nereo.. e da li si riparte.. anzi, si riparte da uno Spartaco ancora in abiti femminili che, un po' per noia un po' per sconforto, si ritrova in macchina di un giovane che lavora a cinecittà.
La sua bellezza e la sua l'eleganza (quando è con gli abiti di Marina) è tanta e tale, che viene subito notato da un famoso regista che tosto gli propone la parte di primadonna nel suo film.
Il nome di Marina Marini viene subito cambiato nel nome d'arte di Daniela Danieli.
Spartaco Meniconi ricomincia la sua doppia vita svegliandosi alle 5 per truccarsi ed uscire di casa alle 7 quando deve girare alle 13.00.


Ho sempre adorato il modo di scrivere di Amurri: spiritoso, ironico e mai volgare.
Adoro i suoi ritratti sardonici della società di fine anni '70 e primi '80.
Di quelli che ti strappavano la famosa "risata a denti stretti" da settimana enigmistica.


"E' sera. Esausta al pensiero di tutte le cose che avrebbe dovuto fare e non è riuscita a fare, o non ha fatto in tempo a fare, o si è dimenticata di fare, o non gli è andato di fare, Roma si accinge a godersi il meritato riposo dopo un'altra giornata di frenetica inattività. (...)
Alle fermate, i pendolari attendono gli autobus . Alle stesse fermate, gli autobus non attendono i pendolari e, stracolmi, continuano la corsa senza fermarsi."

"Un po' più in la c'è una vecchia 850 con le toppe. All'interno, stranamente la luce è accesa. Si fuma e si parla. Sorrisi molto bianchi, sguardi molto giovani, capelli molto biondi. Lui è Giuseppe. Lei è Spartaco."

Titolo: Dimmi di Zi
Autore: Antonio Amurri
Editore: A. Mondadori
Periodo: 1982
Pagine: 185
Prezzo: ovviamente era in lire.. io l'ho pagato 2€ ad un mercatino



Saturday, February 2, 2008

cocaparty



L'ho visto pubblicizzato su Repubblica ed ho subito pensato al solito libro prurigginoso alla lucignolo.. una sorta di "mi chiamo principessa, ho dodici anni e faccio la cubista" in cui ci vengono presentati i soliti giovani alla deriva e bla bla bla..
Invece mi è piaciuto subito. La prefazione degli stessi autori è scritta molto bene e fa riflettere senza cercare sensazionalismo e senza lasciarsi andare a facili giudizi e pregiudizi (giuro di aver pensato che solo la prefazione meritasse tutti i 13 euro del libro - anche se l'ho pagato 11 comprandolo alla coop ;) - )

le storie sono narrate in prima persona dai ragazzi intervistati: tutti giovanissimi..
stavo scrivendo che tutti loro sono incazzati con i genitori ed hanno problemi relazionali.. ma non è così.. nel primo racconto, il ragazzo di 12 anni che comincia ad usare cocaina e dopo poco diventa spacciatore, è uno dei classici ragazzi di borgata che vive in un garage e che comincia a spacciare per mantenere la famiglia.. è legato alla madre ed al fratello maggiore, ma del padre che li ha lasciati quando lui aveva solo 5 anni, non gli importa nulla.. si relazione con gli altri per quello che (per lui) sono: clienti.
poi è la volta dei ragazzino figlio di buona famiglia, quello che ha soldi, vestiti e tutto ciò che desidera, incazzato con i genitori e con il mondo e che sfida entrambi drogandosi fino a collassare per gli attacchi di tachicardia.. solite facili accuse alla famiglia, colpevole di indifferenza nei suoi confronti.. (accuse ovviamente fatte dal lui..).. e raid incendiari nei campi rom perché è il solito modo vigliacco di farsi vedere e di sentirsi "grandi".
poi tocca a quello timido che si vergogna del suo cognome e del mestiere di suo padre (il cassamortaro).. che trova la sicurezza in se' e il coraggio di alzare la testa solo quando ha pippato..

finora ho letto questi tre episodi..
la narrazione in prima persona trovo che sia stata la scelta migliore..
è priva di giudizio.. il giudizio se lo fa il lettore leggendo frasi come:

- grazie al mio grande amico Franchino, cominciai a farmi di coca. Avevo dodici anni e mezzo. Da allora sono diventato forte.

- il risultato fu che mia madre (...) iniziò ad accontentarmi in tutto. Soldi, vestiti, tre motorini in un anno (...). La coca non mancava mai nelle miei tasche, e a parte l'apparecchio e i brufoli, ero riuscito a conquistare la felicità.

- Grazie Supercariologo, mettimi a posto il cuore, così dopo potrò pippare più di prima, senza più correre il rischio di finire in ospedale.

- E' vero che a volte per la paura di sbagliare resto zitto. Ma mica è colpa mia.

- Per la prima volta da quando da quando ero andato all'asilo, il mio nome, Paparo, veniva pronunciato in un altro modo, con rispetto.

05/02/08
ieri ho letto un passaggio in qui una sedicenne romena che si prostituisce in rete offrendo il pacchetto "sesso e cocaina"; spiega come preparare una bottiglia per fumare la coca. non so.. l'ho trovato troppo "descrittivo"..
Informazioni troppo "utili", soprattutto per i ragazzini che potrebbero leggere questo libro.. son rimasta perplessa.. parecchio...

10/02/08
L'ho finito qualche giorno fa.. è un libretto che si fulmina, una scrittura veloce.
Racconti dei personaggi intervistati intervallati dalle considerazioni e dai pensieri degli autori.
Ai ragazzi che fanno uso di droga dell'inizio, verso la fine si aggiungono la ragazza sudamericana che accetta di fare da corriere ed ingoia 70 ovuli (viene contattata dai narcos perché è incinta, e alla donne incinta vengono evitati i raggi X) ma viene tradita dal suo nervosismo e dall'abilità della polizia italiana ad individuare i possibili corrieri.
Poi il discorso delirante del ragazzo in down, che odia sua madre perchè non gli da abbastanza soldi e perchè gli fa sempre sparire la sua felpa preferita.. quella col cappuccio...
E ancora il medico del pronto soccorso, quello che si vede arrivare i ragazzini strafatti con gli occhi a palla.. quelli che negano di aver preso droghe anche quando gli viene detto che rischiano la vita se le cure che gli verranno prestate entreranno in conflitto con gli stupefacenti... o quelli che si sono andati a spatasciare con la macchina o con il motorino per la troppa fattanza.

Dell'incidente mortale racconta anche l'ultimo ragazzo intervistato. Ancora 17enne, ruba la macchina del padre per andare ad una festa al mare con gli amici e la morosa; pensa anche di essere stato prudente quando racconta di aver lasciato passare mezz'ora di decompressione prima di rimettersi alla guida... un'allucinazione gli fa credere di aver davanti un albero ed una sterzata per evitare una curva inesistente si porta via il suo migliore amico e la sua morosa.. a 140kilometri orari.

Il libro finisce con un'appendice di dati asettici e fredde percenutali.
Molto interessante inceve il discorso del legame tra la cocaina e la 'ndrangheta.
Chiude la lista dei sequestri effettuati in Italia dal 2005 a tutto il 2007.
4.6 tonnellate nel solo 2006.

Titolo: Cocaparty - Storie di ragazzi tra sballi, sesso e cocaina

Autore: Federica Angeli e Emilio Radice
Editore: Bombiani
Periodo: 01/2008
Pagine: 163
Prezzo: € 13.00 (pagato 10.40 alla Copp del CentroLame)