Monday, June 29, 2009

Parti in Fretta e non Tornare


Ero andata con Cecilia a CdC perchè stavamo cercando un gabbione... ho detto -testuali parole- "OGGI NON COMPRERO' NESSUN LIBRO, A MENO CHE NON SIA DELLA VERGAS".
Appunto.. ce n'erano 3 e mi mancavano tutti...
(sigh)
Questo mi sta piacendo tanto.. il banditore che legge gli annunci a Parigi mi fa schiantare...
così come Lizbeth.. che quando sorride tutti le si vorrebbero buttare al seno per abbracciarla..

06.07.09
finito stamattina.. c'è messo un po' perchè pareva piccolo ma son 325 pagine..
beeeeeeeeeeeeeeeeeeello. questo mi è proprio piaciuto.. un po' incasinato.. ma mi è piaciuto tanto..

Inizia raccontando la storia di Joss, pescatore bretone che sopravvive ad un naufragio ma non sopravvive il suo equipaggio, per cui, una volta tornato a terra, fa quasi secco di botte l'armatore. Questi gli fa terra bruciata attorno e Joss non trova più nessuno disposto ad assumerlo come marinaio.
Una notte gli appare (non in sogno, gli appare e basta) un suo vecchio prozio. I due parlano e l'avo lo convince a riprendere l'antica professione di banditore.
Così Joss fa, andando a Parigi e sistemando una cassettina in una piazza. In questa cassetta la gente infila una busta con un annuncio, un messaggio, uno sfogo, qualsiasi cosa e 5 franchi.
Joss legge 20 lettere al giorno, per tre volte nell'arco della giornata; dopo i primi 10 annunci, dice il meteo e il bollettino dei naviganti, in chiusura il racconto (ogni volta diverso) dei grandi naufragi della storia della marina.
Tra i suoi fedeli ascoltatori, ci sono anche il vecchio Decambrais e l'ex prosituta Lizbeth, più altri pittoreschi personaggi della piazza.
Intanto ad Adamsberg si presenta una signora angustiata dai 4 che qualche buontempone ha disegnato su tutte le porte del suo palazzo meno una.
Inizialmente Adamsberg non da molto credito alle ciance della donna.. ma quando i palazzi "quattrati" cominiciano ad aumentare, il nostro comincia ad avere il sentore che qualcosa non vada.
Decambrais comincia invece a fare caso a degli strani "brani" che Joss legge tutti i giorni. Gli ricordano qualcosa e finalemente ci arriva: parlano dell'arrivo della PESTE.
Va da Adambsberg e gli espone le sue paure.
Intanto, due figuri appaioni nei vari paragrafi del libro, un uomo a cui un'anziana donna da delle pulci prese dai ratti che tiene in soffitta.
Ed eccolo, il primo cadavere: è un trentenne che abitava in uno di quei palazzi segnati dai 4, e la sua porta ne era priva. Viene trovato strangolato, nudo e "colorato" di nero con del carbone.
Chiedendo a degli esperti in peste, Adamsberg scopre che il 4 disegnato sulle porte era il simbolo che doveva proteggere dalla pestilenza.
Ma scopre anche che il nero dei cadaveri è un falso storico, che gli appestati non prendono questa colorazione.
Una strana incongruenza. Come mai colui che lascia mesaggi così precisi sulla storia delle peste fa un errore così grossolano?
Adamsberg fa piantonare altri palazzi, ma non serve: prima vengono ritrovati i cadavere di due uomini nelle stesse condizioni.. qualche giorno dopo, è la volta di una donna.
Un altro "messaggio" letto dal banditore che parla della peste a Marsiglia.. ed un cadavere viene trovato a Marsiglia.
Nelle case di ognuno di loro, viene trovata una busta elegante contenente delle pulci morte. Le pulci sono di ratto, ma non sono portatrici della peste.
Dev'esserci un nesso tra le vittime, ma Adamsberg ancora non lo trova.
Continua a parlare con esperti di peste, continua a vagare pensando.. ed eccolo, il brillare di un diamante (il massimo protettore contro la peste), gli fa capire chi è l'assassino.
E' Damas, uno della piazza.
Damas era stato in galera per 5 anni, con l'accusa di aver ucciso la sua donna buttandola dal balcone. Ma mentre Adamsberg lo sta interrogando in centrale, arriva un personaggio un po' fuori di testa che chiede protezione; dice di essere stato morso da delle pulci ed ha paura.
E così scopriamo la storia di Damas. Lui era un giovane brillante che a soli 25 anni inventa un acciaio resistentissimo. Un industriale che vuole fregargli la formula, lo fa aggredire da 6 personaggi (5 uomini e una donna). Questi, per fargli dire la formula, lo massacrano di botte e gli stuprano la fidanzata.
(quello che si presenta al commissariato, è uno di quelli che ha preso parte al pestaggio ed ha ovviamente paura di essere il prossimo).
Ottengono la formula ma dopo un mese, la fidanzata si suicida buttandosi dal balcone. Damas viene incolpato e in carcere il suo unico contatto col mondo è l'anziana nonna, con la quale prepara la sua vendetta.
La nonna era figlia di una famiglia sopravvissuta ad un focolaio di peste del 1920; la famiglia (e i suoi discendenti) si ritiene quindi "padrona della peste" ed è con questa che cerca la vendetta.
Viene arrestata anche la nonna, che porta focaccine in centrale.
Ma c'è ancora qualcosa che non va. La nonna e Damas sembrano davvero essere convinti che sia stata la peste ad ucciderli.. e chi è stato a colorarli di nero?
Marie-Belle, la sorella di Damas.
Ma anche in questo caso, c'è il colpo di scena. Marie-Belle è la sorellastra "povera" di Damas; il padre violento che massacrava di botte il giovane Damas ha un'altra famiglia -con due figli-, quella che tiene nascosta e di cui si vergona.. e che riempie di botte pure questa.
Alla morte del padre-padrone, l'odio di Marie-Belle è tale che s'inventa il piano.
Si presenta a Damas amorevole e quando ne scopre il piano di vendetta di questi, lo asseconda con l'aiuto dell'altro fratello per poter fare incastrare Damas e prendersi l'eredità.
Le pulci dei ratti non sono pestigente, ma è il fratellino (di cui Damas ignora l'esistenza) che, indirizzato dalla sorella, fa fuori gli aguzzini.
In tutto sto casino alla Dynasty.. Damas e la nonna vengono scarcerati, Marie-Belle si da alla fuga, il fratellino e l'altro aguzzino finiscono in carcere..
.... e Camille, che a metà libro aveva beccato Adamsberg a letto con un'altra e s'era data alla macchia pure lei, si rifugia a Lisbona.. (dove Danglard la fa seguire...)


-Frasettine-
Aveva capito da tempo che le cose sono dotate di una vita segreta e perniciosa. Salvo forse alcuni accessori nautici che, a memoria di marinaio bretono, non l'avevano mai aggredito, il mondo delle cose era indubbiamente carico di un'energia tutta concentrata a rompere le palle all'uomo.

Il più insignificante errore di manipolazione offriva all'oggetto un'improvvisa libertà che, per quanto minima, innescava una serie di sciagure a catena in grado di coprire un'ampia gamma, dalla seccatura alla tragedia.

Le cose ti rubano la ragione, gli uomini l'anima e il mare la vita.

"Usa un altro tono, ragazzo mio. Sai com'è quando mi saltano i nervi."
"Seee, lo sapevano tutti. Soprattutto tua moglie, che hai battuto come una bistecca. Tutta la vita."
"Be", disse il vecchio con una smorfia, "bisogna inquadrarlo nel secolo. Era l'epoca che lo imponeva."

... aveva sviluppato nei loro confronti un grande rispetto, un po' di tristezza e un'immensa gratitudine.

Brutto com'era, con quel volto senza struttura e il corpo che si agglutinava verso il basso come un cero che cola, se toccava una donna ogni due anni era già un miracolo.
(riferito a Danglard)

"... non me ne voglia se le ho fatto perdere del tempo."
"Tutt'altro. Sono uno che riconosce il valore del tempo perso."

Yerinia Pestis:
Qualità: bacillo pestigeno
Professione: historical killer
Numero di vittime: parecchie decine di milioni
Movente: castigo

"Adesso glielo chiedo una seconda volta. Avrà pure un cervello. Provi a cercarlo"

".. un mucchio di altra gente appende una Madonna sopra il letto, convinta che quella statuetta fabbricata dall'uomo e comperata per 69 franchi li protegga realmente."

In virtù delle sue origini divine, Bertin era considerato uomo fidato.

Quell'uomo, che coltivava una raffinata flemma, una sobria felicità, un discreto distacco nei confronti degli altri...

"Danglard, lei aveva detto di non volere animali."
"C'è quello che uno dice e quello che uno fa."

"In natura troppo spesso si sottovaluta la straordinaria potenza della zucca."




Titolo: Parti in fretta e non tornare
Autore: Fred Vargas
Editore: Einaudi (collanda Stile Libero Noir)
Periodo: edito in Italia nel 2004, in Francia nel 2001 - quello della Einaudi nel 2006
Pagine: 334
Prezzo: € 12.00 (a CdC era a € 4.00.. hanno calato un po'.. la prima volta ne ho presi 3 in botto a € 6.00 l'uno.. a questo giro altri 3 ma a € 4.00 l'uno...)

Friday, June 26, 2009

Nel Nome del Porco


Classico libro che ti frega per la copertina accattivante.. preso solo perchè stava a 3.75€.. non che non li valesse.. ma ne avevo già un botto ancora da leggere..
vabbè..
leggo che trovano i resti di questa donna fatta a pezzi in un macello con in bocca un biglietto con su la frase "nel nome del porco".. e che fai? non lo comperi?? eh, io si.
Venivo dal libro di Pozzi.. scritto in grande con un discreto numero di dialoghi..
Questo sembra scritto con "dimesione catattere: 5".. è piccolissimo!! fittissimo!!
Mi piace abbastanza, ma mi sto mettendo di impegno per leggerlo, perchè è il classico libro che lascerei volentieri a metà per la sola difficoltà di lettura..

Sono quasi a metà.. pagina 141 di 325 pagine.. Non ci ho ancora capito niente.. lo trovo molto dispersivo.. quanto meno, è dispersivo in modo divertente..

Dunque.. il libro racconta contemporaneamente di due storie, divise in "terra" e "paradiso" che, presumo, ad un certo punto si uniranno.
La "terra" è la Spagna, e li si racconta del commissario Pujol, prossimo alla pensione, che si occupa del caso.. e poi invece no.
Il "paradiso" invece è New York dov'è andato T (Tomas) a cercare "una seconda opportunità".. T è un ex poliziotto molto legato a Pujol. Capiamo che è un violento psicopatico quando, per motivi futili, piglia a botte chiunque lui decida sia pericoloso (anche un semplice passante) o quando piglia a calci un topo.

Il libro comincia sulla "terra" con il ritrovamento in un mattatoio dei pezzi di una donna obesa. Gli sbirri ripercorrono tutta la catena che percorrono i maiali che arrivano qui, che vengono sgozzati, scannati, spellati e impacchettati secondo le richieste dei macellai. La stessa catena che deve aver percorso la donna, arrivata sicuramente viva, probabilmente su un carro di maiali.
Infatti, in fondo al percorso, si trovano i quarti della donna le cui natiche sembrano essere state percosse con un bastone, la pelle bollita per essere meglio scuoiata, e in bocca le è stato messo un biglietto recante la frase "nel nome del porco".
Proprietario del mattatoio, come di quasi tutto il paese, un settantenne con l'aspetto di un trentacinquenne che scrive poesie, guida una porsche con i cerchioni placcati d'oro ed è immanicato con qualsiasi cosa.
"paradiso" e "terra" si alternano raccontandoci le storie comuni dei due personaggi:
Pujol che va a comperare cd nel negozio del commesso gay, che fa lo sciocco con la moglie per acquistare un'Audi A3, che si taglia i capelli e si fa sistemare il pizzetto come un trentenne.
T che conosce Suzanne, una spagnolo-irlandese che vive a NY e che maschera la timidezza con smorfie e gesti assurdi. Lei ha 20 anni meno di lui, ma lui ne rimane folgorato. La marca stretta, la invita in continuazione e lei pare accettare questo corteggiamento.

Pujol rimane colpito dal vecchio con la Porsche.. gli viene detto che ha velleità poetiche e che pubblica versi sul giornale locale (che gli appartiene).
Pujol recupera una copia edita la settimana prima dell'omicidio e ci legge una strana poesia.. metrica complicata e perfetta e un verso che sembra rimanere a metà ma che si puo' completare con la frase "nel nome del porco".
in questo modo, tutto pare riferirsi al vecchio, ma a che scopo?

Il libro fa un po' di salti temporali.
T torna in spagna per fare nuovamente l'infiltrato. Racconta a Pujol di essersi innamorato e di aver voluto sposarsi, ma lei ci ha ripensato e per lui non aveva più senso rimanere a NY.. per cui cercare di infiltrarsi nel paesello dell'omicidio, un posto in culo ad un monte, è forse la cosa migliore per lui.
Pagine e pagine di T (che ora è diventato P) che parla con i locali, che poco a poco si fa accettare nel paesucolo fino a trovare casa e lavoro nel pub del paese.
e poi un ritorno a lui e Suzanne a NY; loro che trascorrono la notte insieme e lei che il giorno dopo scappa dal suo letto e si rende praticamente irreperibile.
(T ha problemi di sdoppiamento della personalità e secondo me l'ha legnata di botte, ma ancora non mi è dato sapere).
Alla fine, Suzanne contatta Pujol perchè sta cercando T. Questi gli spiega che sta facendo un lavoro sotto copertura e non puo' essere contattato ma che gli lascierà il messaggio che lei vuole dargli.
Intanto T fa vita comunitaria, ma in seguito ad una scazzottata si accorge di venire evitato.. lui non è uno di loro e non lo sarà mai.
Rientra a casa, beve un sorso d'acqua e comincia ad avere delle visioni: l'acqua è stata drogata, forse per ucciderlo.. ma lui in questo stato catatonico ha finalmente davanti i due se stesso: T e P.
Pujol si gode la pensione e il ritrovato ringalluzzimento nel corteggiare sua moglie, ma un giorno ha un incidente in macchina e ne resta ucciso..
T/P invece, da quell'incontro con se stesso, ne esce liberato.. uno dei due s'è lanciato dalla rupe del posto in culo al monte.. non si sa se a morire sia stato "il buono" o "il cattivo"..
purtroppo.. dalle pagine successive.. pare che a vincere sia stato il cattivo..

(PS: bellissima la dichiarazione d'amore che Pujol fa a sua moglie!! )


-Frasettine-
"Al diavolo. Credo che non riuscirò mai più a mangiare una braciola di maiale senza che mi torni in mente questa passerella. Lo sapevi che i maiali sono più intelligenti dei cani?"
"Be', puoi sempre mangiare braciole di cane."

Comunque il commissario trova che combattere i contagi regalando preservativi e siringhe sterili sia come combattere la caccia di frodo regalando pallottole a salve.
E' la strana logica dei tempi moderni, pensa: pigrizia, condiscendenza, mancanza di polso da parte delle autorità...

...un giorno quei bambini saranno sicuramente persone rispettabili e nutriranno la conciliante certezza di meritare ciò che possiedono.

".. stamattina non sono in vena di essere scortese.. non si preoccupi, abbiamo sempre un occhio di riguardo per gli anziani e i disabili."

"..lo sa anche lei com'è superetero la burocrazia."

Cambiare parrucchiere è come cambiare amante: il modo giusto per provare nuove esperienze.

"Be', credo che potrei anche chiudere un occhio, in fin dei conti il fisico non è la cosa più importante. E infatti a Santander avevo un fidanzato bellissimo".

pag. 151 - descrizione dello psicopatico

"Di solito bevi molto?"
"Molto in confronto a chi?"
"Non so, a chi vuoi tu.."
"In confronto a Boris Eltsin non bevo molto."

"E con questo credo di averti fornito un profilo tossicologico esaustivo."

"Be', a volte parlo con qualche barista. Il bello dei baristi è che li vedi solo quando vuoi tu e che quando hai bisogno di loro sai dove trovarli, in questo senso superano di gran lunga gli amici. "

"Ai fini pratici sono tagliato secondo il modello finesecolare di una città di provincia..."

"Potrò mai essere l'uomo che vorrei essere essendo stato l'uomo che sono stato?"

".. se si potesse salvare una sola città al mondo bisognerebbe salvare Manhattan. Perchè salvando Segovia si salvano solo gli abitanti di Segovia, mentre salvando New York si salva tutta l'umanità"

"Ha la faccia che sembra la carta geografica della Scozia e l'aspetto di un ladro di cadaveri."

"Vieni che ti presento il forestiero. Si chiama Pedro. Pedro il Grande per abbreviare."

"Stavo per dirti che quello è fuori come un balcone, ma qui non è un tratto distintivo."

IN QUEL CONTINENTE SENZA ROVINE ROMANE IL TETTO MASSIMO DELLE SUE FINANZE E' IL CREDITO MENSILE DELLA SUA VISA.



Titolo: Nel nome del porco
Autore: Pablo Tusset
Editore: Feltrinelli (collana I Canguri)
Periodo: 2007
Pagine: 325
Prezzo: € 16.00 (a CdC era a € 7.50 ma l'ho pagato la metà -per fortuna- € 3.75)

Sunday, June 21, 2009

Sangue sul Monte di Venere



Preso poco tempo fa a CdC, qualcosa mi aveva detto subito che quel "monte di Venere" non era la topa in copertina ma il monte che ho "scalato" quando ho fatto la Via degli Dei.. il sottotitolo "il thriller dell'appennino bolognese" me l'ha confermato e allora, anche se costava ben 7€, me lo sono presa.
Leggendo gli altri libri editi dall'autore, ho scoperto che è lo stesso che ha scritto "i medici seppelliscono i propri errori, i pubblicitari li attaccano ai muri".
Che dire.. sono a pagina 180 di 325.. da subito ho trovato una certa "immaturità" che mi contrasta molto con il linguaggio forbito e sagacemente ironico di "i medici ecc ecc"..
ho visto che ha scritto altre cose, ma credo che questo sia il suo primo vero romanzo..
mi sembra un po' prevedibile.. il fatto che voglia portare il lettore a credere che l'assassino sia il figlio bastardo del gerarca fascista, una certa faciloneria nei ragionamenti del maresciallo in pensione (ragionamenti semplici che in 35 anni gli altri investigatori non hanno fatto.. )..
bo.. credo che la fine sarà prevedibile.. secondo me è il prete o il carabiniere.. vediamo come va..
(è cmq una bella lettura, non lo definisco per niente un libro di merda, eh!!!??)

26/06/09
l'ho finito qualche giorno fa. BELLO.
l'ho letto tutto d'un fiato perchè ero curiosa di sapere se ci avevo beccato e.... no, non ci avevo beccato.
Alla fine il colpevole è davvero il figlio del gerarca nazista.. e l'intuizione di Sammarco è giusta.. il MONOLOGO del killer alla fine che spiega tutto il suo piano criminoso è un po' patetico.. ma almeno il finale non è la solita americanata dove tutti si salvano sul filo di lana.. infatti muoiono tutti!! XD



Sammarco, maresciallo dei carabinieri prepensionato a causa di una pallottola alla gamba beccatosi durante un'azione, sta pensando di trasferirsi dalla città ai colli bolognesi.
Durante la visita ad una casa nei pressi di Monzuno, Sammarco si stupisce del prezzo davvero basso dell'edificio e domanda il perchè al venditore: la proprietaria ha fretta di vendere questa casa perchè per lei rappresenta troppi ricordi dolorosi. La casa appartiene infatti alla madre dell'ultima ragazzina uccisa dal "killer di Monzuno".. un pazzo che rapisce delle ragazzine in età prepuberale e le fa ritrovare uccise, il venerdì di pasqua, attaccate a delle croci nelle varie chiesette o pievi dell'appennino bolognese.. in una macabra rappresentazione della "Pietà di Cristo".
Il primo omicidio è avvenuto negli anni '70.. le ragazze vengono tutte uccise con un colpo di pugnale al cuore.. rito che si compie senza avere una scadenza fissa.. a volte per due anni successivi, a volte non vengono commessi omicidi per 6 anni di fila.
35 anni di delitti dei quali Sammarco ha sempre sentito parlare e si è sempre interessato ma sui quali non ha mai potuto indagare... ora che è in pensione, è il momento.
Compera la casa e comincia a parlare un po' con la gente del paese. Arriva anche a presentarsi al comandante Rifredi, che lo conosce di fama e continua a trattarlo come se non fosse affatto in pensione.
Rifredi capisce che l'ex maresciallo è interessato alle indagini e gli chiede, in via informale, di dargli una mano con le indagini. Sammarco finge di doverci pensare, ma è ovvio che accetterà e presto si vede consegnare a casa un sacco di scatoloni contenenti la documentazione degli omicidi.
In tutte le foto dei sopralluoghi nel corso degli anni appare una presenza costante: Don Giovanni, il parroco di Monzuno.
Sammarco va a parlargli. La presenza fissa e il tema religioso fanno di lui (e hanno fatto in passato) un sospettato.. ma Sammarco non crede molto a questa eventualità.
Parlando con il Don e con il vecchio Piren, Sammarco viene a sapere che anche durante il ventennio c'erano stati degli omicidi simili: giovani ragazze stuprate e uccise da un gerarca fascista che venne poi processato in modo sommario e giustiziato dai partigiani. Il fascista aveva un'amante ed un figlio, spariti subito dopo la caduta del Duce.
C'è un vecchio nostalgico che era stato fotografo in gioventù che forse può aiutare Sammarco.
A questi il maresciallo si presenta come un appassionato di storia e con un po' di abilità riesce a portare la discussione sul gerarca.. Il vecchio è ben felice di fare del pettegolezzo e di mostrare le foto che egli stesso aveva fatto durante le parate..
In alcune si vede il gerarca con una giovane donna al fianco. E' la sua amante, l'Adalgisa.
Sammarco pensa gli omicidi dei due periodi possano essere in qualche modo collegati.. e forse l'amante e il figlio del gerarca possono c'entrare qualcosa.
Indaga che ti indaga..
Al vecchio nostalgico che voleva mostrare a Sammarco altre foto dell'Adalgisa e del bambino, qualcuno spacca la testa con un busto del Duce e brucia l'archivio fotografico..
L'ex maresciallo va un paio di volte dai Ris di Parma che gli confermano che le ferite al petto inferte alle ragazzine sono state fatte con quello che risulterebbe essere uno spadino da parata fascista.
Sammarco si reca in visita alla casa del Don e trova le foto dell'Adalgisa nascoste nel bagno; da quel bagno porta via le foto e una spazzola. I capelli bianchi in quella spazzola indicano che la persona a cui appartengono e la vecchia ricoverata in un ricovero modenese sono parenti.
Alla vecchia Sammarco è arrivato sospettando del Don. Questi ha raccontato di essere orfano e di essere molto legato ad una "dada", una donna che si è occupata di lui dopo la morte dei suoi. La donna ora è molto anziana e vive ricoverata in questa casa di riposo e la figlia di questa è da anni la perpetua del Don.
Sammarco capisce che la vecchi è l'Adalgisa e sospetta che il Don sia in realtà il piccolo Andrea, il figlio del gerarca.
Si sta convincendo, dopo aver ascoltato il delirio della vecchia che, credendolo il figlio, lo sollecita a continuare gli omicidi, che questa madre rabbiosa abbia plagiato la mente del figlio trasformandolo in un assassino.
C'è un altro filo conduttore che accomuna le ragazzine uccise. Sembra che siano tutte figlie di ragazze madri.. Alcune di loro sono dichiaratamente delle ragazze madri.. di altre, le date di nascita delle figlie e quelle dei loro matrimoni, lasciano forti sospetti.
La Pasqua si avvicine e un'altra ragazzina di 13 anni sparisce. E' figlia di una "ballerina" ucraina che vive da quelle parti, abbandonata dal marito.
Tutti gli sbirri sono allertati, le chiese e le pievi sono sorvegliate.. Sammarco aveva esposto al colonnello Fiore del Ris i suoi sospetti sul prete.. ma ora egli stesso non ne è più convinto, mentre il colonnello fa partire un ordine di arresto per Don Giovanni.
L'ex Maresciallo va dal Don e gli svela tutto, questi si impanica, dice che hanno sbagliato tutto e si da alla macchia.
Nel turbinio degli ultimi momenti, Sammarco trova un biglietto del prete che gli da appuntamento in chiesa alle 11 di sera; teme la trappola ma va lo stesso.
Alle 10.30 va dai ragazzi che piantonano la chiesa e gli dice di andare, che starà lui un po' di guardia.. entra in chiesa e scopre il passaggio segreto, una botola nel confessionale.
In quel piccolo tunnel, trova il corpo del prete, ucciso con la spada di San Paolo.
Un colpo alla testa gli fa perdere i sensi.. si risveglia immobilizzato e si ritrova davanti il killer nei panni della perpetua!!!
e qui... il tremendo monologo!!!!
la perpetua è in realtà il figlio dell'Adalgisa. Questa, scappando da Monzuno, si era fermata a Modena. Temendo le rappresaglie dei comunisti che cercavano una donna con un bambino, l'Adalgisa aveva dapprima cammuffato il piccolo come una femminuccia.. poi negli anni, grazie alle sue esperienze come infermiera, aveva cominciato a dargli ormoni femminili per continuare il suo folle piano di protezione.
In tutto questo casino, la perpetura svela anche che gerarca non era solo suo padre, era anche suo nonno, visto che l'Adalgisa era figlia di un suo precoce amore e quando lui la vide, lei 16enne, se ne invaghì, la stuprò e la fece diventare la sua amante ufficiale.
L'odio di questa giovane madre per i perversi, i violenti e i frutti di queste unioni è tale che si trasferisce al figlio/a. Il Don è davvero chi dice di essere; un ragazzo orfano che viene accolto da questa stramba famiglia con la quale rimarrà sempre in contatto e, quando viene trasferito a Monzuno per diventarne il parroco, alla perpetua non par vero di poter andare a compiere i suoi delitti li, dove tutto è cominciato.
Gli ormoni femminili hanno chiaramente annullato le sue possibilità di avere un'erezione, ecco perchè le ragazzine non son sono state violentate..
E in un delirio di confessione dove il sacro si mescola al profano, la perpetua rivela di avere anche già ucciso l'ultima ragazzina rapita e con lo stesso spadino apre la pancia al maresciallo Sammarco e lo lascia li a morire dissanguato..


-Frasettine-

"Cazzo, mangio, mangio, mangio, ma non calo di un grammo!"

Sammarco era cattolico per tradizione.

"Non è stato Dio a creare l'uomo, ma l'uomo a creare Dio."

Fin dai tempi antichi, infatti, l'offerta di cibo veniva considerata come un evidente segno di accoglienza in pace.

... quello squallido essere dall'oscuro trascorso e dallo sbiadito presente.

Siringhe da insulina tappezzavano un angolo del pavimento della cappella. Un bel ritrovo per le migliori menti del paese!


Titolo: Sangue sul monte di Venere - il thriller dell'appennino bolognese
Autore: Sergio Pozzi
Editore: Giraldi
Periodo: 2008
Pagine: 325
Prezzo: € 15.00 (pagato € 7.00 a CdC)


Wednesday, June 10, 2009

Ammazzo Tutti


Cercavo sto libro da un tot, da quando mi era presa la scimmia dei serial killer e mi stavo leggendo qualsiasi cosa scrivessero Picozzi e Lucarelli.. più quell'altro Ruben de Luca.
In giro mi dicevano che era esaurito (figurati.. un libro del 2004...), cmq.. quando l'ho visto a CdC.. me lo sono accattato al volissimo!!!

Il libro si divide praticamente in due parti: nella prima viene spiegato un po' l'uccisore di massa, che si differisce dal serial killer perchè lui non uccide una persona alla volta in un lasso di tempo piuttosto lungo, ma ne fa fuori dai 2 in su in un attimo di follia omicida che spessissimo però è premeditata.

A differenza dei mass-murder americani che compiono stragi sul posto di lavoro, nei supermercati o nelle scuole, quelli europei (ed italiani in particolare), le stragi le compiono in famiglia: mogli, figli, genitori e parenti sono coloro che cadono sotto i colpi di armi da fuoco (meno frequentemente sotto le lame) di maschi che vedono la loro vita fallire o che ambiscono al denaro dei congiunti.
Quasi sempre è un paranoioco che sospetta di grandi macchinazioni da parte di TUTTI ai suoi danni.. quasi sempre si suicida alla fine della sua "missione" perchè, comunque, si sente già un uomo finito. (esclusi ovviamente i casi in cui si stermina la famiglia per averne l'eredità)

La seconda parte è una piccola lista di mass-murder italiani, dai famosi Erika e Omar a Pietro Maso, dal Carretta ai fratelli Savi (la strage del Pilastro)..
Io, sono onesta, a parte quelli sopracitati tantissimi non li conoscevo.. ho notato che molti sono stati commessi nel periodo in cui io vivevo in Germania.. ma per altri, tipo quel Massimo Predi di Cesena che nel 2000 uccide madre, padre, moglie e figlia di 4 anni per scappare con la puttana russa.. io di quello non mi ricordo di aver mai sentito parlare.

una cosa che mi ha inquietata sono stati, negli omicidi dei famigliari, l'accanimento sui corpi.. le 47 coltellate che si è presa Susy de Nardo, 30 proiettili contro 7 persone di Domenico Cavasso per questioni di eredità, i 52 minuti di Maso per uccidere i genitori (pensava di ammazzarli con un unico colpo in testa, ma non è così facile uccidere una persona a mani nude o con una semplice mazza.. allucinante.. )

indubbiamente un libro che fa riflettere.. nella descrizione del paranoico ci ho visto molte persone che conosco e che (temo) sarebbero davvero capaci di compiere gesti del genere.. magari non con esiti così tragici, ma insomma...

Titolo: Ammazzo Tutti
Autore: Bruno Francesco, Manicangeli Marco
Editore: Nuovi Equilibri (collana Eretica)
Periodo: 2004
Pagine: 188
Prezzo: € 10,00 (pagato € 4.50 a CdC ma era da una vita che lo cercavo e va benissimo!!!!)















Le Ragazze Scomparse



Ci ho messo quasi un mese a leggere sta merda...
500 pagine pienepiene... lentissimo.. ripetitivo..
non capisci se è un libro di fantasmi o se è lui che s'è bruciato con la cocaina..
la fine che ripropone l'inizio, in cui capiamo che l'avvocato ha vissuto l'esperienza dell'annegamento di sua cugina..
mi son piaciute solo le parti in aula e le discussioni con l'altro avvocato..
per il resto.. tempo buttato..

il riassunto lo faccio fare a IBS:

Bath Crane è un avvocato trentatreenne, disincantato e con un debole per la cocaina, alle prese con la sua prima causa per omicidio: due ragazzine di 14 anni sono scomparse in una cittadina del nord del Canada. Il principale sospettato è Thomas Tripp, il loro professore d'inglese, il cliente di Barth. Tutto il paese è certo della sua colpevolezza, anche se non si sono ancora trovati i cadaveri. A Crane non importa sapere se il suo cliente è colpevole: gli basta tirarlo fuori dai guai. Ma ben presto l'atmosfera diventa inquietante: l'apparizione di una donna - la leggendaria e folle Signora del Lago - annegatasi decenni prima, le dicerie su un misterioso omicidio ancora più antico, l'incalzare di allucinazioni trasformano tutto in un incubo.




Titolo: Le ragazze scomparse
Autore: Andrew Pyper
Editore: Garzanti (collana Elefanti Thriller)
Periodo: 2005
Pagine: 491
Prezzo: € 9.00 (pagato 2€ a CdC)