Wednesday, October 29, 2008

Spider


Era al mercatino e lo puntavo da un po', aspettando che andasse al 50%.
Poco prima che andasse al 50%, ne è arrivata una seconda copia.. brutto segno..
cioè, se fosse un bel libro, uno se lo terrebbe in casa, no?
Per ora ho letto un'ottantina di pagine e mi sembra carino.. ma son solo all'inizio e le parti si devono ancora definire bene..
vedremo.

1/11/08
l'ho appena finito.. ho aperto gli occhi alle 8 di mattina.. e non c'è stato verso di riaddormentarmi.. (quando comincerò a lavorare alla garçonier, me le scorderò queste belle mattine di lettura sotto la piega del piumo.. cmq...)
bah.. tutto sommato è un bel thriller.. il finale ha un bel ritmo serrato.. ma è piuttosto scontato: muore il cattivo, salvi all'ultimo secondo i buoni e la ragazza rapita, anche se tutti piuttosto malconci.
Avessi pagato il prezzo intero, 19 euri, forse mi sarei incazzata...


La storia viaggia su due binari: da un lato il killer ritornato in azione dopo 20 anni dal primo omicidio.. e dall'altra il poliziotto (o profiler, o psicologo, o ispettore.. non l'ho mai capito) che, non essendo riuscito a prendere il killer ed avendo avuto un crollo emotivo per questa cosa, si è ora ritirato in Italia con la famiglia, dove gestisce un Poggio nelle campagne senesi..
Il killer ricorda come seguì, avvicinò e uccise la sua prima vittima (detta Sugar, nome col quale poi chiamerà tutte le altre), e lo ricorda mentre pulisce il teschio di questa che ha trafugato al cimitero, per impacchettarlo e spedirlo allo sbirro..
Lo sbirro, Jack King, sebbene siano passati tre anni dalla famosa crisi che gli fece decidere per la svolta, ha (ovviamente) ancora incubi e paranoie e decide finalmente di andare dalla psicologa per affrontare i suoi demoni.
Viene pero' raggiunto da una poliziotta in tacchi a spillo, ambasciatrice di un ispettore italiano amico di Jack, tale Massimo. I due avevano lavorato assieme e tra loro c'è stima e rispetto.
Massimo chiede a Jack di leggere dei rapporti relativi all'omicidio di una ragazza livornese poichè il modus operandi E' quello del killer americano (corpo fatto a pezzi, pezzi chiusi dentro sacchetti, sacchetti buttati in mare da luoghi differenti).. Massimo è convinto che l'omicida sia l'americano e chiede aiuto a Jack.
Questi, tra le lacrime della moglie e mille perplessità (ovviamente) accetta., perchè è un poliziotto e perchè stare sui colli senesi lo frustra maggiormente che assistere al massacro quotidiano di gente innocente.. ma si sa.. è americano..
Intanto, negli States, il killer ha rapito una giovane prostituta russa: la tiene in cantina, legata ad un tavolaccio dove intende lasciarla a morire di fame, continuamente ripresa da varie telecamere .
Jack, dalle colline senesi va a Roma e con un pool di colleghi italiani comincia a studiare il caso, anche perchè, a 4 occhi, Massimo può rivelargli altri particolari dell'omicidio: l'assassino ha spedito alla polizia italiana la testa della ragazza livornese, nella cui bocca è stato trovato un biglietto di scherno scritto dal killer.
Nel frattempo, al Poggio arriva uno strano americano; è un ometto non più giovane che fa un sacco di domande ai dipendenti sui proprietari e che si sistemerà su un colle a fotografare l'interno della camera da letto dei cognugi King.
Per parecchio ci verrà fatto credere che si possa trattare di Spider, il serial killer, ma quasi alla fine l'autore ci dirà che è un innoquo, noto reporter americano di cronaca nera che voleva semplicemente fare un articolo sull'uomo che aveva dato la caccia al famoso omicida.
Mentre sono a Roma che sviluppano teorie, calcolano tempi e formulano ipotesi, Orsetta (l'ispettrice in tacchi a spillo) fa notare a Jack che forse E' lui l'anello di collegamento tra i due omicidi.. ma Jack nicchia.
In america, il direttore di una piccola emittente araba che trasmette notizie in lingua inglese, riceve una mail che gli dice di collegarsi ad un link e di inserire una password numerica. Appare così l'immagine della ragazza russa legata al tavolo.
Howie, l'ex collega di Jack che lavora ancora per l'FBI, chiama subito l'amico in Italia, gli dice che oltre a questo, hanno ricevuto per posta il teschio della prima vittima di Spider, e che il pacco era indizzato proprio a Jack, c/o FBI.
Jack abbocca come una carpa Coi, sale sul primo aereo per NewYork lsciando solo qualche biglietto e colleghi italiani ci rimangono parecchio male.
Analizza di la, ipotizza di su, trovano l'amica russa della ragazza che gli racconta di averla vista salire 6 giorni prima su una Hunday.. e ancora ipotesi psicologiche sul fatto che una prostituta si sarebbe allarmata se un cliente le avesse fatto fare troppa strada in auto (visto che non avrebbe potuto stordirla subito appena posato il culo sul sedile, no??) e circoscrivono il raggio d'azione a 10 km..
poi ipotizzano che il killer possa avere una casa di proprietà, e che se l'affitti da solo, alle sue false identità per depistare possibili controlli.. cosa che effettivamente è. (non ho capito perchè questo non poteva semplicemente essere proprietario di casa sua e farci quello che gli pareva.. ma vabbè..).
Ma cmq.. individuano una casa che da 15 anni viene affittata dall'unico proprietario sempre a uomini single. Ci siamo.
Jack arriva a bussare alla porta della vicina di casa di questa abitazione. La vecchietta gli dice che li abita da 15 anni sempre lo stesso uomo, che ha una Hunday (la cui targa è la famosa password numerica) e che non ci ha mai scambiato una parola. Mentre cerca di sbirciare dentro le finestre di quella casa, Jack riceve la telefonata di sua moglie.. ma al telefono c'è Spider.
L'assassino è in toscana, ha attirato prima il figlio e poi la moglie di Jack in una grotta che si era aperta vicino al loro casale. Il bimbo è immobilizzato e la madre è sedata e Spider vede tutti i movimenti di Jack sul portatile con collegamento wifi grazie alle varie telecamere sparse dentro e fuori la casa e glielo fa sapere.
Nel monologo classico degli assassini, Spider rivela a Jack perchè ce l'ha con lui e perchè intende sterminargli la famiglia: perchè Jack è il figlio del poliziotto che 30 anni prima aveva investito ed ucciso un pedone mentre arrivava a tutta velocità rispondendo ad una chimata di soccorso che si era poi rivelata falsa. Quel pedone era suo padre (di Spider), mentre la madre era morta qualche mese prima di cancro e il bambino si era ritrovato orfano; messo in un istituto, aveva imparato la violenza e l'arte di contraffare i documenti (!!!)...
Ora Spider vuole che Jack uccida la russa o lui ucciderà la moglie di Jack (che poi è ovvio che l'ammazza cmq...)
e insomma.. Jack arriva fino alla russa, la libera dai legacci e finge di ucciderla (ma in realtà è il sangue di una ferita alla mano che Jack si è autoinflitto quello che Spider vede); ebbro di gioia, Spider fa saltare la casa che aveva riempito di bombe, anche se Jack è veloce a buttarsi sotto il tavolo DA BONDAGE (giuro che è scritto così nel libro -pg 354-) e così si salvano.
In Italia invece, il bimbo riesce a scappare durante il monologo delirante di Spider; questi se ne accorge ma è troppo concetrato su Jack. Fuori dal tunnel il bimbo viene soccorso dal reporter americano che lo libera dal nastro adesivo e si incunea nella grotta a cercare la madre.
Spider ha un primo faccia a faccia nella grotta con Orsetta, che aveva fatto tenere sotto controllo il poggio e che aveva notato questa figura; ma l'uomo la colpisce con un colpo di mitraglietta e la lascia tramortita a terra (ferita ad una spalla); poi arriva il reporter che piazza 5 colpi nel corpo del killer con la pistola della poliziotta: uno in viso, due allo stomaco, uno in gola e uno al cuore.
Tre mesi dopo, americani e italiani son tutti li a festeggiare sulle colline senesi, insieme alla russa, salva per miracolo.

-Frasette-
A parte qualche sboronata sulle condizioni dei treni italiani, del traffico romano e della puntualità degli italiani che non riporto nemmeno (un po' son vere, e cmq non è stato nemmeno troppo cattivo).. l'unica carina è quando, alla fine, Jack riemerso dalle macerie chiede a Howie che ne è di Spider.
"ESTINTO COME IL DODO" è la risposta che mi ha fatta sbellicare.



Titolo: Spider
Autore: Michael Morley
Editore: Rizzoli
Periodo: 2007
Pagine: 368
Prezzo: € 19,00 (a CDC stava a € 9,00 ma ho esborsato la metà, € 4.50)

Wednesday, October 22, 2008

La Vita Secondo il Grande Lebowski


Quando, settimana scorsa, il direttore mi chiama per propormi di diventare la "padrona di casa" di quel piccolo hotel, il mio sguardo è caduto sull'inserto Donna di Repubblica che era sulla sua scrivania dove, in copertina, si leggeva di questa Lebowski Fest.
A fine riunione ho chiesto se potevo prendere la rivista, ed ho così scoperto che quelli che la organizzano dal 2002, l'hanno scorso col Drugo c'hanno pure fatto un libro.
Dopo qualche giorno, era a casa mia che dava un tono all'ambiente..


Titolo: La vita secondo il Grande Lebowski
Autore: Bill Green, Pen Peskoe, Will Russel, Scott Shuffitt
Editore: Sperling & Kupfer
Periodo: 2007
Pagine: 256
Prezzo: € 14,00 (con lo sconto del 20% offerto a tutti da feltrinelli per quel weekend, m'è costato € 11.80)

Come Sedurre la Cattolica sul Cammindo di Compostela


LIBRO DI MERDA
L'avevo addocchiato nella sezione comico-erotica della feltrinelli.. ma non l'avevo preso. Domenica sera sono uscita dal lavoro in bici e sono passata sempre alla feltrinelli per prendere il libro "la vita secondo il grande Lebowski"..
Ho scoperto che, fino a mezzanotte, applicavano uno sconto del 20% su tutti i libri, e allora sono andata a buttarlo in saccoccia..
mi son risparmiata il 20%.. ma potevo risparmiarmeli davvero tutti, quei soldi..
pensavo, confidando nel fatto che è un castelvecchi, che fosse un libro ironico e divertente.. sbagliavo pesantemente.

28/10/08
LIBRO DI MERDA.
L'ho finito qualche giorno fa.. Brutto, brutto, brutto che più brutto non si può.
L'autore è una persona cattiva, arrogante e presuntuosa.. si definisce "cinico", ma il cinismo è una cosa, la maleducazione e l'arroganza sono tutt'altro.
Per tutto il libro offende chiunque incontri: pellegrini o semplici camminatori, per lui son tutti degli idioti, dei frustrati, degli infelici. Non parliamo di come si esprime nei confronti delle donne (cattoliche o meno).
Cerca di passare per simpatico e scanzonato, ma è solo una persona piena di se' e maleducata.
A metà descrive anche la lezione morale che becca da una suora.. e alla fine ci mette pure la storia d'amore con la terza che s'era scopato durante questo suo esperimento, forse a dimostrare che non è "poi così cattivo".. solo che non bastano due passaggini rosei a compensare tutto lo schifo delle altre 190 pagine.
Non mi riferisco certo ai momenti erotici, che anzi ho trovato belli.. è l'atteggiamento arrogante con cui tratta TUTTE le persone che incontra (lettore compreso, al quale si rivolge come se fosse un ipocrita che spera solo di leggere di scopate) che me lo ha fatto giudicare come un brutto libro scritto da una pessima persona.

-Frasettine-
nessuna. le uniche che ho sottolineato son state quelle che mi hanno fatto incazzare maggiormente.. per cui evito di riproporle.


Titolo: Come sedurre la cattolica sul cammino di Compostela
Autore: Liebig Etienne
Editore: Castelvecchi (collana Le Navi)
Periodo: 2008
Pagine: 222
Prezzo: € 12,80 (pagato € 10,24 con lo sconto feltrinelli dovuto a non so cosa..)

Sputasangue


Mi era piaciuta tanto la copertina.. ma 6 euro mi parevano troppi..
poi, aspetta aspetta, è andato al 50%.
Tra l'altro.. mi accorgo solo ora, copiandola, che nell'angolo di sinistra c'è la figura di una donna.. ci ho messo 4 giorni a leggerlo.. e non l'avevo mai notata.

Il libro è bello.. un po' massiccio, con un linguaggio un po' "antico" e mille personaggi, anche i secondari, descritti fino allo sfinimento.. ma forse è questo il bello.. questo nominare persone con nome e cognome, seguito dal "detto" e tutta la storia del soprannome.. come Tullio detto Puzzola, perchè mangiava sempre cipolle.. o Giobatta Forconi detto Gambetta per via di una gamba zoppa che lo faceva andare via storto..
E sono belle tutte le descrizioni dei mestieri, dei lavori e della fatica che questi uomini facevano appena un secolo fa per riuscire a vivere..
giuro che quando l'ho iniziato, pensavo che sarebbe finito appoggiato da qualche parte, invece sono riuscita a finirlo in pochi giorni.

Siamo all'inizio del 1900 ed è la storia di Romualdo detto Berto, montanaro di Badi (vicino a Suviana, dove sono andata a camminare). Berto è un uomo di fatica, che si spacca la schiena con mille lavori tra campi e bestie di altri, per tirar su la sua casa e per mantenere la moglie Attilia, donna pratica e innamorata del suo uomo.
Un giorno che Berto è in campo che cerca di levar sassi dalla terra per renderlo coltivabile, trova un baule contenente monete, collane, anelli, croci e altri tesori.
Fatti dei sacchi, Berto riesce, con tre viaggi per i boschi, a portare tutto a casa.
L'Attilia si confessa col prete e gli chiede un consiglio.
Il consiglio del prete sarà quello di portare tutto in banca a Bologna.
Per questo tesoro, a Berto verrà aperto un conto corrente e gli verrà consegnato un libretto di risparmio di Lire 846.000.
Si salta al secolo prima.. con un uomo ferito che cerca riparo nel bosco. E' il Nero, bandito tra i più temuti dei monti tra l'emilia e la toscana. Assieme al fratello Orso, il Nero ha una storia annuale di rapine e soprusi ai danni sia di signori che di povera gente.
Mentre è ferito nel bosco, steso ai piedi di un albero a fianco ad un ruscello, vede avvicinarsi un prete; minacciandolo con un coltello, si fa medicare e si fa lasciare da questi un po' di cibo. E intanto l'autore ci racconta anche la storia di questo prete, che prete non è; si tratta infatti di un poveruomo scappato dalla miseria che, saputo che un piccolo paese sui monti era rimasto senza parroco, pensa bene di rubare una tonaca e di spacciarsi per il nuovo pastore di anime. Dopo pochi mesi in questo paesello, lo raggiunge una donna (e ci racconta la storia anche di questa e del suo matrimonio combinato dal quale scappava).
E ci racconta anche dell'altro fratello, dell'Orso e del patto che i due avevano fatto qualche tempo prima. Ormai noti e braccati in tutta la valle, i due fratelli decidono di spartirsi il tesoro e di andare ognuno nella direzione opposta all'altro. Si mettono d'accordo per ritrovarsi ogni tanto in un determinato posto, e di usare il verso della civetta come segnale per riconoscersi.
Ma il Nero è da parecchio che non ha notizie dell'Orso.. comincia a temere che il fratello sia morto, ed infatti è così; sbarbatosi e vestitosi anche lui da frate, l'Orso aveva raggiungo la casa di un signorotto presso il quale, con chiacchiere e amabilità, era riuscito a farsi ospitare per la notte con l'intenzione di derubarli. Sta preparando il colpo per la notte, quando la bimba del padrone gli vede le armi addosso e lo dice agli uomini di casa: padre, figli e braccianti irrompono in camera dell'Orso, lo disarmano e lo murano vivo in uno sgabuzzo della casa insieme alle sue armi, in modo da non destare sospetti...
Si ritorna ai giorni del Berto, al suo cominciare la vita da signore, acquistando una casa in centro a Badi che gli costa ben 12.000 lire.
Fa anche tornare la figlia al paese, che questa se n'era andata ragazzina in città a far la serva in casa di altri. Zelia ha 18 anni, è una ragazza bruttina, tozza e sgraziata, innamorata persa di Paolo, il garzone del fabbro.
Attilia chiede ad un tale di far conoscere i ragazzi, dicendo che riceverà una ricompensa se riuscirà a convincere Paolo a sposarsi la Zelia.
Il matrimonio si fa, malgrado Paolo non sia per nulla attratto dalla moglie.. ma dopo poco parte soldato. Tornerà shockato e passerà il tempo nei boschi o in casa a fissare il fuoco... e Zelia, sentendosi vedova, partirà di nuovo per la città.
Tornerà anni dopo accompagnata da un uomo che dice di amarla, ma che in realtà punta al tesoro del padre. Appena questi si accorgerà di quanto poco rimane di questo tesoro, leverà le tende di notte.. e Zelia poco a poco impazzirà, dandosi prima alla macchia nei boschi e poi sparendo per sempre.
Berto intanto, fa la conoscenza ("grazie" don Felicino) di un tale Zarri di Bologna.
Questi gli si presenta come grande studioso della valle e dei monti e gli mostra delle carte catastali. Zarri gli racconta che il padre aveva cercato per anni il tesoro che si erano spartiti i due banditi, e che il punto in cui Berto ha trovato il suo, era molto vicino ad uno dei punti indicati dal padre. Convince così Berto a comperare tutte le terre della zona dai contadini che ormai preferiscono andare a lavorare in città che ammazzarsi sui campi, e di prendere a lavorare quei pochi che rimangono sui monti pagandoli per cercare il tesoro.
Berto accetta.. ed ovviamente si brucia il capitale..
Altro salto al Nero.. che viene trovato ferito e condotto all'osteria dove anni prima aveva "violentato" la figlia dell'oste (virgolettato perchè questa gli si sarebbe data cmq). Rimasto con una figlia disonorata e un nipote bastardo, era stato proprio l'oste ad organizzare il manipolo di uomini che aveva stanato il Nero e l'aveva poi fatto condurre a Bologna dove venne poi torturato sulla piazza ed appeso a testa in giù fino alla morte.
Tornando ai tempi a Berto.. la coppia era tornata da qualche anno a vivere nella loro vecchia casa sul monte.. è il 1927 quando Berto muore, sbraitando la sua rabbia davanti alla chiesa alla volta del prete che gli ha fatto fare quello sciagurato contratto e sperperare il suo tesoro.. la Zelia è persa matta per i boschi.. l'Attilia vive da sola con un cane lupo nella sua vecchia casa, e solo un garzone va ogni tanto a trovarla e a portarle da mangiare.. la troverà un giorno, che si è lasciata morire nel suo letto, i capelli spazzolati e il sorriso sereno..

Sputasangue è lo "scutmai" di un vecchio minatore che si era ritirato a vivere sui monti dopo che 20 anni di miniera gli avevano distrutto i polmoni.. l'autore lo conosce causalmente un giorno che sta camminando nel bosco.. e poco a poco diventano amici..
Sputasangue muore due anni dopo questa conoscenza.. L'autore scrive che questa storia esiste anche grazie a Sputasangue.. che di cognome faceva Butelli.. come il Nero.

-frasette-
siccome all'inizio del libro c'è una cartina.. e poi c'è scritto che la riproduzione è vietata.. non sapendo se la cosa si riferisce alla cartina o al romanzo, io tengo il culo al caldo e non scrivo nulla.. ssssssssa mai...
(non erano cmq tante le cose sottolineate.. ma un paio erano belle davvero..)


Titolo: Sputasangue
Autore: Gabriele Cremonini
Editore: Pendragon
Collana: Linferno
Periodo: 2007
Pagine: 160
ISBN: 8883425332
Prezzo: € 13.50 (a CDC era a 6 euro.. l'ho puntato un sacco finchè è andato al 50%)

Tuesday, October 14, 2008

Hard



Bof.. immaginavo che non dovesse essere un gran che.. ma nemmeno così poco.
Sono quasi 200 pagine (e per ora ne ho lette 50) fitte fitte. Dialoghi zero e cmq inglobati nella storia, per cui non c'è una pagina che scorre veloce. O meglio.. è talmente blando come contenuto, che lo si legge veloce ma ha la capacità di lasciare indifferenti. E' un diario noioso di "ho fatto" "ha detto" "siamo andate".
Emozioni nessuna. Trasporto nullo. Coinvolgimento assente.

17/10/08
l'ho finito oggi per levarmelo dai maroni. davvero un brutto libro.
non brutto per l'argomento.. ma brutto perchè è davvero un libro insulso.
una curiosità: alla fine ho scoperto che l'autrice è una delle due attrici di Baise-moi.. ma non ho capito se è quella che si è suicidata (probabile) o l'altra.

questa è l'ultima di copertina, una manica di palle.. intervallato dai miei commenti in bordeaux tutte le palle che vi ho trovato:
«Giornale Paris Boum Boum. Rubrica casting: “Agenzia di casting cerca maggiorenni per girare un film. Anche debuttanti, annuncio serio. Telefonateci allo…”» Raffaela, diciotto anni e un’infanzia trascorsa nella banlieu parigina (dell'infanzia della protagonista non si parla mai, per tutto il libro), risponde all’annuncio. All’appuntamento le viene spiegato che si tratta di girare film porno: il guadagno è alto per poche ore di lavoro, e ci si può anche divertire. Lei accetta subito. È ancora vergine, non beve, non fuma e non fa uso di droghe, ma basteranno pochi anni per trasformare la ragazzina impacciata del primo appuntamento in una bambola alienata, stordita dall’alcol, disposta ad affrontare il sesso più estremo (sesso estremo un minchia. Raffaela si vanta di non esser mai scesa a compromessi, a differenza delle attrici dell'est che son disposte a penetrazioni multiple e a fisting doppi e tripli. la cosa più estrema che dice di aver fatto è appunto un fist a 4 mani -le sue e quelle di un'altra nell'ano di un tipo- ma di essersene spesso andata da set nei quali non si sentiva sicura o rispettata come donna, di non aver scopato con produttori per avere una parte, di essere una stimata per la sua puntualità e professionalità.). . Per quattro anni diventa prigioniera volontaria del cinema a luci rosse, scendendo a uno a uno i gradini della degradazione (prigioniera è una parola esagerata, spesso racconta di come si senta in famiglia, di come si divertano a stare tutti a cena assieme, con i dissapori e i sorrisi tipici di un gruppo di amici. In almeno due casi dice che la vita che fa le piace. In altri casi si lamenta, è vero, ma si lamenta del fatto che a volte in quell'ambiente manchi il rispetto per le donne, ma quando fa paragoni con i set americani dove le attrici sono delle star rispettate, vien quasi da pensare che se potesse andare in america ci andrebbe e continuerebbe a fare il porno. Ogni volta che racconta di telefonate che arrivano per proporle un set fotografico o un film, lei è felice di fare la valigia e partire e non rifiuta mai un lavoro.) , sino a quando, un giorno, riconosciuta per strada da due militari in licenza viene sequestrata e violentata brutalmente (la descrizione dello stupro è tutt'altro che brutale. Da donna lucida che vuole salvare la pelle e capisce la situazione, li lascia fare. Riesce a smontarli dicendogli "sono un'attrice porno, potrei avere l'aids e tu potresti essere morto." E questi si fan prendere male e la lasciano andare.). È a questo punto che Raffaela decide di abbandonare il cinema hard e di ricominciare tutto daccapo. (megaballa.. dopo lo stupro lei continua allegramente a girare film hard, a fare spettacoli e foto. A smettere ci penserà solo dopo tanto -praticamente le ultime due pagine del libro- dopo storie d'amore omosessuale con delle mezze matte e dopo che la sua amica Marie parte per l'america. Rimasta sola e un po' persa, si sbronza e comincia a cercare la coca.. e allora si, decide di smettere con tutto, non solo col porno). Con un linguaggio duro e spietato, Raffaela Anderson ci racconta la sua drammatica esperienza nel mondo squallido della pornografia, la sua discesa agli inferi e la voglia disperata di risalire, di raggiungere la vetta più ardita: la normalità.
(non ci racconta nulla di tutto questo. per 196 pagine fa solo un diario noioso di quello che fa. "mi chiamano per girare. faccio la valigia e parto. c'è una che mi sta antipatica ma giro lo stesso. finiamo le scene in un pomeriggio e torno a casa".. se questo è un linguaggio duro e spietato...........................)

-Frasette-
sono onesta.. è talmente insulso e banale che, benchè io abbia segnato alcuni passaggi.. non mi pare che nessuno sia rilevante e meriti di essere riportato. se ci ripenso.. butto giù qualcosa..



Titolo: Hard
Autore: Anderson Raffaëla
Editore: TEA (collana Teadue)
Periodo: 2006
Pagine: 197
Prezzo: € 7,80 (€ 3.50 a CdC)

Mentre Dorme il Pescecane



Avevo letto un articolo su di lei (credo) sul magazine del corriere o de la repubblica. L'avevano definita "l'autrice sardo-maso" (come lei stessa aveva definito uno dei personaggio del suo primo libro, questo). Quando avevo cercato la sua prima opera in via dei mille, mi avevano detto che non avevano nessuno dei suoi 3 libri. L'ho trovato esposto alla feltrinelli sotto le due torri il giorno che sono andata a prendere l'ultimo di Spadanuda.

La trama è piuttosto semplice, trattandosi delle avventure di questa famiglia sarda e di tutti gli elementi che la compongono. Per cui, onestamente, una gran trama non è che ci sia. Sono episodi familiari, narrati al presente e con toni quasi infantili dalla protagonista.
Un riassunto della trama sarebbe un po' inutile. Preferisco a questo punto parlare dei personaggi, ha più senso.

La protagonista:
credo che non venga mai chiamata per nome.
E' una ragazza di 18 anni.. ma la sua età non è così chiara. Non la si evince dal suo quotidiano (tant'è che ho spesso pensato che fosse una trentenne).
Vive quasi osservando la sua famiglia. Ha una storia con un uomo sposato "dai gusti perversi".. ma dopo aver trovato la "normalità" nel rapporto con un veterinario, è dal sardomaso che torna quando il moroso la tradisce. E ci torna a 4 zampe, portandogli il caffè tenendo il piattino con la bocca.

Il padre:
è una figura strana. Un uomo con una missione -il missionario, appunto- che sa prendersi cura del mondo ma non della sua famiglia. Scorbutico e scontroso (soprattutto con la nonna), definisce la spiaggia una Sodoma e Gomorra dove lui non andrà mai.. e invece ci va, quando nessuono lo vede, quando il maestrale è a 180 l'ora, quando piove o è lunedì.
Quando serve far vedere una figura paterna o un marito, lui risponde: non sono fatto per queste cose.
Mi hanno toccato il cuore le scene dove lui e la figlia fanno di tutto per preservare la madre dagli orrori del mondo..

La madre:
è uno scricciolino impaurito che vive nel suo mondo e che si nasconde dalle crudeltà del mondo. Il padre la fa smettere di lavorare in ufficio (perchè loro non hanno bisogno di soldi) e la lascia dipingere (salvo poi vendere i quadri della moglie alle sue amanti e dare il ricavato al terzo mondo).
E' adorabile quando viene corteggiata dal fidanzato della sorella, che la fa sentire come una ragazzina.. e insieme ballano il tango e parlano di colori.
E' lei che rispettando lune e orari, trasforma lo sgabuzzino in cima al palazzo in un giardino rigoglioso.
Ho trovato molto delicata la scena del libro con le foto dalle parti del mondo, che lei nasconde e tira fuori per sfogliarlo con la figlia.
Non mi aspettavo che si suicidasse.. e cmq anche qui, ho apprezzato tanto come l'autrice ha descritto il gesto, come una partenza.. con tantissima delicatezza.
Ogni volta che narra della madre, lo fa con una dolcezza infinita.

La nonna:
classica nonna sprint, di quelle che da contro al genero e che parla ad alta voce.
Per reazione alle cattiverie della guerra, da ragazza diventò comunista. Poi lesse dei crimini di Mao e di Stalin e si butto sulla chiesa. Inquisizioni e bigotte anche li. l'unica era la democrazia.
Spera continuamente che l'altra figlia (la zia) si metta con Mauro de Cortes, così a modo, così perfetto.. così inafferabile.
(meraviglioso il nonno che era stato nel campo di concentramento e ne era tornato "un po' nervoso")

Il fratello:
è un adolescente chiuso nel suo mondo di musica. Non ha fidanzatine, è vittima dei bulli. Il suo riscatto arriva solo col concerto dove darà dimostrazione delle sue doti.
Nonna dice che ha preso le cose peggiori dei genitori: il disagio dell'una e l'assenza dell'altro.

La zia:
sorella della madre della protagonista. Classica donna "tutta erogena". Tutti la vogliono, ma alla fine nessuno se la tiene. E lei vorrebbe tanto tenersi Mauro de Cortes, ma questi la sistema ogni volta tra la fine di una relazione e l'inizio di una nuova.
Il padre la prende in mezzo per la sua versatilità verso i suoi fidanzati del momento: se si mette con uno che fa equitazione, lei prende lezioni di equitazione, se si mette con un musicista, lei va a tutti i concerti.
E' splendida quando risolve tutti i suoi malumori e i suoi problemi con la frase "un calcio in culo ai problemi!"

Mauro de Cortes:
figura particolare nel libro. E' l'uomo che la zia vorrebbe sposare (e col quale convive per un po'). Ma lui non vuole la zia.
Ogni volta che si fa una famiglia e poi la lascia, lascia anche la casa e tutti i suoi averi.. fino a sistemarsi in un piccolissimo appartamento dal quale pero' si vede il mare.

Il SardoMaso
E' l'amante della protagonista.
Di lui non si sa nulla, se non che è sposato. E' un famolostranista che a volte le prende e a volte le da. Essendo sposato e non potendo uscire con lei sulla pubblica via, i due si trovano in casa e simulano tra le mura domestiche le realtà che vorrebbero vivere: una giornata al mare, un pomeriggio al museo...
Arriva ovviamente a commettere la cazzata che fa rischiare la vita di lei. E' brava l'autrice a non farlo percepire cmq mai come un demente o una figura negativa.. è solo un uomo.

un passaggio che ho adorato di questo libro è stato quando la protagonista parla del padre e della sua passione per aiutare il mondo.
quando dice che aveva sposato la madre per salvarla, e che ci è riuscito per quasi 20 anni.
E' stato molto bello percepire il fatto che la madre non si sia uccisa per solitudine o disagio insito nella famiglia, ma che invece, grazie alla famiglia, non si sia lasciata andare prima.
bello bello bello.



-Frasette-
In realtà la nostra non è affatto la famiglia Sevilla Mendoza. Siamo sardi, ne sono sicura, sin dal paleolitico superiore. E' mio padre che ci chiama così, con i due cognomi più comuni laggiù.
Ha viaggiato tanto e il suo mito è l'America, ma non quella del Nord, ricca e fortunata, quella del Sud, povera e sfigata.
Quando era ragazzo diceva che ci sarebbe tornato da solo o con la donna che avrebbe sposato, con cui avrebbe condiviso gli ideali e l'avventura di provare a salvare il mondo.
A mamma non ha mai chiesto di accompagnarlo.

A casa nostra ciascuno insegue qualcosa: mamma la bellezza, papà il Sud America, mio fratello la perfezione, zia un fidanzato.
Io scrivo storie, perchè quando il mondo di qua non mi piace, mi trasferisco nel mio e sto benissimo.


"Giurami che non vorrai mai avere una relazione sentimentale con me."
E io: "Lo giuro".

"Il mio viso. Ti piace il mio viso?"
"Con un culo così cosa me ne frega del viso?"

Nonna racconta che mamma è sempre sta un po' pallosa. (...) Si disperava e piangeva fino a quando i nonni, esausti, non gliele davano di santa ragione. Soltanto allora si addormentava.

I colori per lei sono importanti anche quando stende i panni. Ma penso che qui non si tratti di estetica. Per la biancheria di noi figli, usa sempre mollette verdi: la speranza. Per quella del letto suo e di papà quelle rosse: la passione. Ho notato che evita sempre le gialle, la disperazione, e quando le trova nei pacchetti già pronti mi accorgo che le fa sparire.

Mio fratello si chiede perchè in casa nostra, tranne lui, tutti abbiamo questa smania di raccontare i cazzi nostri.

Pag 30+31: il libro 365 giorni per la terra (tratto dolcissimo).

La storia dice che noi sardi non siamo marinai, che ci siamo ritirati nell'entroterra per paura dei saraceni, che infondo potevamo costuire una flotta e affrontarli, anzichè scappare sui monti.

Pag 37-38. Lui. passaggio s/m molto bello, in cui lui la educa ad essere irresistibile.

"Devi essere crudele: soltanto dopo che avrò ricevuto 100 frustate potrò ricevere il premio di scoparti."

Mauro è come il mare (..) ti accoglie, ma può fare benissimo a meno di te.

Papà una volta ha detto che l'unico scandalo è far sparire Dio dalle nostre parole e dalle nostre azioni.

Pag. 77-78 ancora s/m

Pag 89 Volare -il suicidio della madre-
Poi un giorno ha deciso di andarsene, secondo la sua idea di bellezza. (...) E' volata via con il pennello in mano. Per tutti è chiaro che ha avuto un capogiro e ha perso l'equilibrio. Ma perchè ha messo il suo vestito preferito? Perchè aveva i capelli appena lavati e profumati e in casa era tutto in ordine? non voleva che la nostra famiglia facesse una brutta figura?

Pag. 92-93-94 la lettera d'amore del dottore alla madre.
E con te le parole scorrono a fiumi, facili, giuste, senza fatica. COn le parole potrei portarti via e invece sto zitto.

"Mi fa pena perchè nella sua vita non ci sono più di tre ore di seguito con un uomo, né una notte, né una gita e tantomeno un viaggio. Lei certe cose sa che esistono perchè le ha viste nei film, o sentite nelle canzoni, o gliele hanno raccontate.

Allora la zia si è lanciata e gli ha rivelato che anche lei ha avuto un centinaio di relazioni tutte andate affanculo e anche lei non ha mai capito perchè, visto che dava il meglio di se stessa. (..) alla prossima persona amata avrebbero dato il peggio di se stessi e da questa avrebbero preteso lo stesso.

Dio stesso sembrava confuso e lei non sarebbe neppure più andata in chiesa né avrebbe più pregato. La guerra le aveva salvato il fidanzato e la pace le uccideva le figlie.

"E in casa non avete più tende!"
"Come?
"Dico che sei un tipo drammatico. Hai presente Eleonora Duse quando si attaccava alle tente tirandole con le braccia in alto e i capelli in faccia come te adesso?"

Come sono brutti i miei capelli , da quando lui non mi da più l'ordine di mettere il fermaglio...

.. perchè non mi sono preparata all'eventualità di vivere?

Come ho potuto vivere così: senza Dio, senza amore, senza storie da raccontare?

Quanto è stato più facile essere solo lo strumento sessuale di qualcuno che amava un'altra, che non fa parte della tua storia, è più semplice vivere fra le mura e guardare altrove in cartolina.

Niente di tutto questo mi placa l'anima. E neppure i giochi sessuali a cui lo spingo con i miei racconti del passato, quando gli chiedo di farmi male per punire la mia fame d'amore insaziabile. Quello che vorrei è quello che dice ai suoi cani e ai suoi gatti "Datemi le zampette che non ci separeremo mai. Mai"

E tutto perchè abbiamo troppa fame d'amore e non ci sazieremo mai.

Mi ero buttata a capofitto su questo amore dopo un quarto d'ora che lo conoscevo. Mi ero abbuffata come facevo quando lei cucinava i ravioli o le polpette, e avevo mangiato in fretta, tutto d'un fiato. Senza stile. Senza logica. Senza testa. E adesso vomitavo di dolore. Anche l'amore ha bisogno del suo tempo per essere digerito bene.

Nonna veniva a trovarci e continuava a chiedere alla figlia. "Ma tu, cosa gli hai fatto?" (si riferisce a Mauro che ha mollato di nuovo la zia)

Dalla merda dovevamo sempre toglierci da soli. Mentre io avrei voluto le istruzioni.

Non solo Dio non era stupido, ma semplicemente geniale.

"Puoi essere una geisha senza aver mai messo piede in Giappone".

"Sta zitta. Anche in punto di morte hai la logorrea."

Nonna dice che a lei basterebbe poco per essere felice: se mamma e nonno non fossero morti, se papà non partisse, se zia si fidanzasse, se mio fratello telefonasse da Parigi e ci raccontasse qualcosa, se io guarissi.. Se Dio volesse...

Parlava anche con le pietre e anche le pietre parlavano con lui. Voleva salvare il mondo, da rivoluzionario, da prete, chissà, e sembrava che avesse iniziato con quella strana creatura di mia madre. In fondo, c'era riuscito, per quasi un quarto di secolo l'aveva sottratta alla tempesta. Ma quando la tempesta arriva, può essere all'improvviso.


Titolo: Mentre dorme il pescecane
Autore: Agus Milena
Editore: Nottetempo (Collana Narrativa)
Dati: 2005
Pagine 171
Prezzo: € 13,00 (pagato intero da feltrinelli)