Thursday, September 3, 2009

L'Ottava Vibrazione



Madonna quanto m'è piaciuto!!!!!
avevo proprio voglia di rileggere Lucarelli...
Il libro è del 2008.. se me l'avessero chiesto avrei risposto con sicurezza che ce l'avevo in casa da almeno 3 anni... sicuramente non sono 3.. ma più di uno di sicuro..

Riassumere sarà un delirio ma ci provo....

I mille personaggi si intrecciano tra loro sostanzialmente in 3 storie differenti:
1) Vittorio, Cristoforo, Cristina, Leonardo, Aicha, Amhed e il di lui fidanzato.
2) Brigadiere Serra, lo zaptiè Dante e il Maggiore Flaminio
3) Tutti i soldati semplici e gli ufficiali che ad Adua verranno massacrati

Vittorio e Cristoforo lavorano nella colonia eritrea. Non sono soldati ma messi coloniali: ricevono le navi e fanno "la Magia", ovvero fanno sparire gli oggetti, ne fanno comparire altri, sistemano le cose.. Leo è semplicemente il rampollo di una ricca famiglia che è venuto in Eritrea a tentare la fortuna: pensa di trasformare il deserto in uno splendido giardino pensile e ci sta spendendo tutto il capitale. Cristina è sua moglie, mandata qui dalle due carampane (la nonna e la zia prussiana) a cercare di dissuaderlo da questo proposito ed evitare la bancarotta. Amhen è il collaboratore di Vittorio e Aicha è "la cagna nera", colei che si da a Vittorio.
Cristina inizia a civettare con Vittorio, gli spiega perché è li e gli chiede "aiutami a fermarlo", solo che lui si fa prendere male perché pensa che lei lo voglia uccidere e per un po' si allontana dalla donna. Cristina lo cerca e gli spiega che non era quello che intendeva. Poi finiscono a letto e allora si, che vogliono eliminare Leo.
I due amanti studiano un piano per eliminarlo ma sono troppo cacasotto per farlo a mani nude o con altri metodi che potrebbero farli scoprire. Quando Cristina dice che il marito non sa nuotare, i due hanno finalmente l'alibi, fingeranno la tragica fatalità durante una gita in barca.
Intanto Aisha entra in camera di Cristina e le mette una polvere nel bicchiere e nella caraffa dell'acqua. Ma non sarà lei a bere, sarà Cristoforo, che collasserà a terra e sarà salvato per miracolo, rimanendo pero' immobilizzato in sedia a rotelle.
Ma intanto infuria la battaglia e una cazzata come il conteggio di 3 binocoli fa si che Vittorio venga trattenuto dai militari che sospettano un po' dei suoi loschi traffici e anche della sua relazione con una donna sposata. Non va quindi all'appuntamento per la gita in barca e sarà Cristina da sola a convincere il marito a buttarsi e a tenerlo sotto. Si sentirà abbandonata da Vittorio e, dopo il massacro di Adua, se ne tornerà vedova in Italia, con Cristoforo vegetale su una sedia.

Il brigadiere Serra invece è qua in incognito come un semplice soldato.
Lui, sardo cresciuto a Bergamo, sta inseguendo un suo "mostro privato". Da un po' di tempo è sulle tracce di un assassino di bambini. Vari testimoni sui luoghi dei delitti hanno parlato di un giovane biondo, elegante e raffinato, qualcuno l'ha sentito pronunciare parole in francese.. il ritratto perfetto del Maggiore Flaminio.
Serra espone i suoi sospetti ai suoi superiori e chiede di poter indagare; gli viene negato (troppo potente la famiglia di Flaminio). Decide quindi di proseguire da solo, arruolandosi come comune soldato e seguendo il suo sospettato in Eritrea.

Figlio di ufficiale italiano e contessa francese, Flaminio è un giovane senza qualità particolari. Intraprende la carriera militare più per dovere che per passione. E' infatti un po' codardo e un pessimo stratega, ma fa cmq carriera grazie alla famiglia. Un giorno, durante un combattimento, soccorre un compagno ferito al collo che gli muore tra le braccia. La vista del sangue e di una vita che se ne va gli fanno provare l'orgasmo più potente della sua vita. Orgasmo che riproverà davanti ai corpi di bambini straziati dal mostro.. ma che non ha ucciso lui.
In Eritrea è andato con un piano: vuole essere lui ad uccidere un bambino per riprovare quell'emozione travolgente.
Serra rivela solo a Dante di essere un carabiniere (Dante è uno ziptiè, un carabiniere eritreo) e chiede il suo aiuto per incastrare Flaminio.
Dante scopre che da un villaggio poverissimo è scomparso un bambino; un uomo che sembra una cicogna (un sottufficiale agli ordini di Flaminio) l'ha comperato dal Greco.
Serra e Dante vanno dal Greco e Dante lo riempie di mazzate. Questo confessa di aver venduto un "capretto", un bambino senza genitori che nessuno chiederà indietro.
Serra promette salva la vita al Greco, ma Dante lo uccide; sa che altrimenti lo schiavista li "venderà" al soldato a cui ha già venduto il bambino.
Il piccolo però, ricompare vivo e vegeto qualche giorno dopo.
Flaminio non ce l'ha fatta ad ucciderlo. Ha capito che non è l'assassinio cio' che gli procura piacere, ma è la vista del sangue, di un corpo fatto a pezzi.

La battaglia si avvicina, le brigate sono pronte a partire.
Un esercito composto per la maggior parte di ragazzi costretti alla leva, senza esperienza, con armi vecchie (bisognava "consumere" tutte le cartuccie degli altri fucili), con scarpe inadatte al suolo roccioso, con carte e mappe incomplete ed imprecise.
Una brigata si perde.. cerca di tornare indietro.. la battaglia inizia ed è un massacro. Travolti per numero dai soldati del Negus e dai semplici contadini che si erano uniti alla battaglia, spinti in una gola ed accerchiati, 7000 soldati italiani vengono letteralmente spazzati via..
Flaminio, invece di ordinare la ritirata, comanda l'attacco. Dall'altro di una rupe ammira lo sterminio sotto i suoi occhi, stravolto dall'estasi dei giovani corpi dei bianchi ricoperti di sangue.

Spazzato via l'anarchico ferrarese Paolini, che si era tolto i vestiti perchè se prima diceva che lui non avrebbe mai sparato, poi decide di farlo ma per se stesso, non per la monarchia. E il tenente Amara che si era offerto al posto di Branciamore, che lui aveva una moglie in Italia e una donna, Sabà, che lo aspettava al villaggio, mentre Amara non era fatto per l'inazione. Colpito in pieno viso il veneto bravo col fucile mentre De Zigno è l'unico che grida "Viva l'Italia".

Tra i superstiti, quello Sciortino che tutti si dimenticavano che esistesse, che non l'avevano trovato durante la ricerca dei renitenti alla leva, il cui nome era stato scritto a penna dietro il foglio del ruolino di marcia e che quindi non compariva mai tra i conteggi; di lui si son dimenticati anche sta volta, lasciandolo lassù di staffetta, dove ha incontrato Sebeticca (moglie), dove ha fatto l'unica cosa che sapeva fare, il contadino. Lui è rimasto su con Sebeticcia, pensado che quello fosse il suo nome.

-Frasette-
"Sono anarchico," disse, e poi lo ripetè, sono anarchico. Stava per aggiungere internazionalista, con quella l che si scioglieva liquida e raddoppiata, come fanno a Ferrara, ...

"Ordini," dice. "Gli ordini non si discutono."


"Se sono qui è proprio perché sono uno che discute gli ordini." dice Pasolini.
"Ah, già, tu sei l'anarchico. Ti rifiuti di scavare?"
"No. Metto solo in evidenza le contraddizioni del sistema. Quando sarà il momento (le latrine) scoppieranno da sole."

...si era guastato col frequentare cattive amicizie provenienti da categorie a rischio sociale, soprattutto braccianti e operai delle manifatture della zona di Argenta. (...)
... il giovane aveva lasciato l'università per dedicarsi alla frequentazione di riunioni sovversive, osterie di dubbia fama e donne di malaffare.

(Serra) Per conto suo studiava l'antropometria segnaletica di Alphonse Bertillon, leggeva degli studi di Galton sulle impronte digitali, l'uomo delinquente di Cesare Lombroso; trovò anche un professore, all'università, che lo prese in simpatia e gli traduesse parti della Psychopathia sexualis di Krafft-Ebing, dove scorpì che per quanto strano, feroce o vergognoso potesse essere un pensiero, c'era qualcuno, da qualche parte nel mondo, che lo aveva messo in pratica. C'era anche Vincenzo Verzeni, di Bottanuco, caso 48, Sadismo, Uccisione per libidine.

Sì, però c'era anche un hadìt del profeta, c'era Maometto che diceva: "Colui che ama e rimane casto e nasconde il suo segreto e muore, muore da martire."

"Appunto. Pensa un po' se i carabinieri venissero a sapere cosa vendi."
"Pensa un pò se venissero a sapere cosa compri, amico mio."

Ci sono confini, in montagna, che nascono da soli e non si possono attraversare senza essere invitati, p' crità.

(Pasolini)
No, non è patriotismo, no, per Dio, al massacro mandari nuovi soldati...
nè tener là quei che si son mandati, perchè dei vostri error paghino il fio...
ma non capite, o branco di cretini, che i patrioti sono gli abissini?

"Ora, chi non ha paura di morire muore una volta sola."
"Una basta e avanza" disse il veneto...

"Atenta, tusa... mi arù anca una vèccia carampana ficanaso, ma per ti, mi a sun semper la Colonnella."

(c'è un posto in Abissinia che si chiama MONKULLO!! devo dirlo alla Micia!)

Sono in guerra, penso, maial, aggiunse, e questa volta con la voce.

"Credevamo di importi a quattro beduini da comperare con le perline e invece siamo andati a rompere i coglioni all'unica grande potenza africana, cristiana, imperialista e moderna. Anche i francobolli aveva fatto fare il Negus."

"Ci siamo andati impreparati, mal comandati e indecisi e quel che peggio senza soldi. Fidando nella nostra fortuna, nell'arte di arrangiarsi e nella nostra bella faccia. Lo abbiamo fatto per dare un deserto a delle plebi diseredate del Meridione, uno sfogo al mal d'Africa dei sognatori, per la megalomania di un re e perchè il presidente del Consiglio deve far dimenticare scandali bancari e agitazioni di piazza. Ma perchè le facciamo sempre così, le cose, noi italiani?"

"E' la più grande sconfitta mai subita da un esercito coloniale europeo. Seimila morti tra gli ascari e nazionali, millecinquecento feriti e duemila che sono ancora prigionieri. E tutta l'artiglieria persa. Un corpo di spedizione di diciassettemila uomini distrutto. Ci sta ridendo dietro tutto il mondo."
"Io non vedo molta gente che ride."
"Ironia." disse il capitano.
"Non c'è tempo per l'ironia, e magari, se siamo ridotti in questo modo, è perché siamo stati troppo ironici."

http://it.wikipedia.org/wiki/Battaglia_di_Adua

Titolo: L'Ottava vibrazione
Autore: Carlo Lucarelli
Editore: Einaudi (collana Stile Libero Big)
Periodo: 2008
Pagine: 456
Prezzo: € 19.00 (era scontato al 30% ma lo presi gratis con i punti della Feltrinelli)

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