Tuesday, October 14, 2008

Mentre Dorme il Pescecane



Avevo letto un articolo su di lei (credo) sul magazine del corriere o de la repubblica. L'avevano definita "l'autrice sardo-maso" (come lei stessa aveva definito uno dei personaggio del suo primo libro, questo). Quando avevo cercato la sua prima opera in via dei mille, mi avevano detto che non avevano nessuno dei suoi 3 libri. L'ho trovato esposto alla feltrinelli sotto le due torri il giorno che sono andata a prendere l'ultimo di Spadanuda.

La trama è piuttosto semplice, trattandosi delle avventure di questa famiglia sarda e di tutti gli elementi che la compongono. Per cui, onestamente, una gran trama non è che ci sia. Sono episodi familiari, narrati al presente e con toni quasi infantili dalla protagonista.
Un riassunto della trama sarebbe un po' inutile. Preferisco a questo punto parlare dei personaggi, ha più senso.

La protagonista:
credo che non venga mai chiamata per nome.
E' una ragazza di 18 anni.. ma la sua età non è così chiara. Non la si evince dal suo quotidiano (tant'è che ho spesso pensato che fosse una trentenne).
Vive quasi osservando la sua famiglia. Ha una storia con un uomo sposato "dai gusti perversi".. ma dopo aver trovato la "normalità" nel rapporto con un veterinario, è dal sardomaso che torna quando il moroso la tradisce. E ci torna a 4 zampe, portandogli il caffè tenendo il piattino con la bocca.

Il padre:
è una figura strana. Un uomo con una missione -il missionario, appunto- che sa prendersi cura del mondo ma non della sua famiglia. Scorbutico e scontroso (soprattutto con la nonna), definisce la spiaggia una Sodoma e Gomorra dove lui non andrà mai.. e invece ci va, quando nessuono lo vede, quando il maestrale è a 180 l'ora, quando piove o è lunedì.
Quando serve far vedere una figura paterna o un marito, lui risponde: non sono fatto per queste cose.
Mi hanno toccato il cuore le scene dove lui e la figlia fanno di tutto per preservare la madre dagli orrori del mondo..

La madre:
è uno scricciolino impaurito che vive nel suo mondo e che si nasconde dalle crudeltà del mondo. Il padre la fa smettere di lavorare in ufficio (perchè loro non hanno bisogno di soldi) e la lascia dipingere (salvo poi vendere i quadri della moglie alle sue amanti e dare il ricavato al terzo mondo).
E' adorabile quando viene corteggiata dal fidanzato della sorella, che la fa sentire come una ragazzina.. e insieme ballano il tango e parlano di colori.
E' lei che rispettando lune e orari, trasforma lo sgabuzzino in cima al palazzo in un giardino rigoglioso.
Ho trovato molto delicata la scena del libro con le foto dalle parti del mondo, che lei nasconde e tira fuori per sfogliarlo con la figlia.
Non mi aspettavo che si suicidasse.. e cmq anche qui, ho apprezzato tanto come l'autrice ha descritto il gesto, come una partenza.. con tantissima delicatezza.
Ogni volta che narra della madre, lo fa con una dolcezza infinita.

La nonna:
classica nonna sprint, di quelle che da contro al genero e che parla ad alta voce.
Per reazione alle cattiverie della guerra, da ragazza diventò comunista. Poi lesse dei crimini di Mao e di Stalin e si butto sulla chiesa. Inquisizioni e bigotte anche li. l'unica era la democrazia.
Spera continuamente che l'altra figlia (la zia) si metta con Mauro de Cortes, così a modo, così perfetto.. così inafferabile.
(meraviglioso il nonno che era stato nel campo di concentramento e ne era tornato "un po' nervoso")

Il fratello:
è un adolescente chiuso nel suo mondo di musica. Non ha fidanzatine, è vittima dei bulli. Il suo riscatto arriva solo col concerto dove darà dimostrazione delle sue doti.
Nonna dice che ha preso le cose peggiori dei genitori: il disagio dell'una e l'assenza dell'altro.

La zia:
sorella della madre della protagonista. Classica donna "tutta erogena". Tutti la vogliono, ma alla fine nessuno se la tiene. E lei vorrebbe tanto tenersi Mauro de Cortes, ma questi la sistema ogni volta tra la fine di una relazione e l'inizio di una nuova.
Il padre la prende in mezzo per la sua versatilità verso i suoi fidanzati del momento: se si mette con uno che fa equitazione, lei prende lezioni di equitazione, se si mette con un musicista, lei va a tutti i concerti.
E' splendida quando risolve tutti i suoi malumori e i suoi problemi con la frase "un calcio in culo ai problemi!"

Mauro de Cortes:
figura particolare nel libro. E' l'uomo che la zia vorrebbe sposare (e col quale convive per un po'). Ma lui non vuole la zia.
Ogni volta che si fa una famiglia e poi la lascia, lascia anche la casa e tutti i suoi averi.. fino a sistemarsi in un piccolissimo appartamento dal quale pero' si vede il mare.

Il SardoMaso
E' l'amante della protagonista.
Di lui non si sa nulla, se non che è sposato. E' un famolostranista che a volte le prende e a volte le da. Essendo sposato e non potendo uscire con lei sulla pubblica via, i due si trovano in casa e simulano tra le mura domestiche le realtà che vorrebbero vivere: una giornata al mare, un pomeriggio al museo...
Arriva ovviamente a commettere la cazzata che fa rischiare la vita di lei. E' brava l'autrice a non farlo percepire cmq mai come un demente o una figura negativa.. è solo un uomo.

un passaggio che ho adorato di questo libro è stato quando la protagonista parla del padre e della sua passione per aiutare il mondo.
quando dice che aveva sposato la madre per salvarla, e che ci è riuscito per quasi 20 anni.
E' stato molto bello percepire il fatto che la madre non si sia uccisa per solitudine o disagio insito nella famiglia, ma che invece, grazie alla famiglia, non si sia lasciata andare prima.
bello bello bello.



-Frasette-
In realtà la nostra non è affatto la famiglia Sevilla Mendoza. Siamo sardi, ne sono sicura, sin dal paleolitico superiore. E' mio padre che ci chiama così, con i due cognomi più comuni laggiù.
Ha viaggiato tanto e il suo mito è l'America, ma non quella del Nord, ricca e fortunata, quella del Sud, povera e sfigata.
Quando era ragazzo diceva che ci sarebbe tornato da solo o con la donna che avrebbe sposato, con cui avrebbe condiviso gli ideali e l'avventura di provare a salvare il mondo.
A mamma non ha mai chiesto di accompagnarlo.

A casa nostra ciascuno insegue qualcosa: mamma la bellezza, papà il Sud America, mio fratello la perfezione, zia un fidanzato.
Io scrivo storie, perchè quando il mondo di qua non mi piace, mi trasferisco nel mio e sto benissimo.


"Giurami che non vorrai mai avere una relazione sentimentale con me."
E io: "Lo giuro".

"Il mio viso. Ti piace il mio viso?"
"Con un culo così cosa me ne frega del viso?"

Nonna racconta che mamma è sempre sta un po' pallosa. (...) Si disperava e piangeva fino a quando i nonni, esausti, non gliele davano di santa ragione. Soltanto allora si addormentava.

I colori per lei sono importanti anche quando stende i panni. Ma penso che qui non si tratti di estetica. Per la biancheria di noi figli, usa sempre mollette verdi: la speranza. Per quella del letto suo e di papà quelle rosse: la passione. Ho notato che evita sempre le gialle, la disperazione, e quando le trova nei pacchetti già pronti mi accorgo che le fa sparire.

Mio fratello si chiede perchè in casa nostra, tranne lui, tutti abbiamo questa smania di raccontare i cazzi nostri.

Pag 30+31: il libro 365 giorni per la terra (tratto dolcissimo).

La storia dice che noi sardi non siamo marinai, che ci siamo ritirati nell'entroterra per paura dei saraceni, che infondo potevamo costuire una flotta e affrontarli, anzichè scappare sui monti.

Pag 37-38. Lui. passaggio s/m molto bello, in cui lui la educa ad essere irresistibile.

"Devi essere crudele: soltanto dopo che avrò ricevuto 100 frustate potrò ricevere il premio di scoparti."

Mauro è come il mare (..) ti accoglie, ma può fare benissimo a meno di te.

Papà una volta ha detto che l'unico scandalo è far sparire Dio dalle nostre parole e dalle nostre azioni.

Pag. 77-78 ancora s/m

Pag 89 Volare -il suicidio della madre-
Poi un giorno ha deciso di andarsene, secondo la sua idea di bellezza. (...) E' volata via con il pennello in mano. Per tutti è chiaro che ha avuto un capogiro e ha perso l'equilibrio. Ma perchè ha messo il suo vestito preferito? Perchè aveva i capelli appena lavati e profumati e in casa era tutto in ordine? non voleva che la nostra famiglia facesse una brutta figura?

Pag. 92-93-94 la lettera d'amore del dottore alla madre.
E con te le parole scorrono a fiumi, facili, giuste, senza fatica. COn le parole potrei portarti via e invece sto zitto.

"Mi fa pena perchè nella sua vita non ci sono più di tre ore di seguito con un uomo, né una notte, né una gita e tantomeno un viaggio. Lei certe cose sa che esistono perchè le ha viste nei film, o sentite nelle canzoni, o gliele hanno raccontate.

Allora la zia si è lanciata e gli ha rivelato che anche lei ha avuto un centinaio di relazioni tutte andate affanculo e anche lei non ha mai capito perchè, visto che dava il meglio di se stessa. (..) alla prossima persona amata avrebbero dato il peggio di se stessi e da questa avrebbero preteso lo stesso.

Dio stesso sembrava confuso e lei non sarebbe neppure più andata in chiesa né avrebbe più pregato. La guerra le aveva salvato il fidanzato e la pace le uccideva le figlie.

"E in casa non avete più tende!"
"Come?
"Dico che sei un tipo drammatico. Hai presente Eleonora Duse quando si attaccava alle tente tirandole con le braccia in alto e i capelli in faccia come te adesso?"

Come sono brutti i miei capelli , da quando lui non mi da più l'ordine di mettere il fermaglio...

.. perchè non mi sono preparata all'eventualità di vivere?

Come ho potuto vivere così: senza Dio, senza amore, senza storie da raccontare?

Quanto è stato più facile essere solo lo strumento sessuale di qualcuno che amava un'altra, che non fa parte della tua storia, è più semplice vivere fra le mura e guardare altrove in cartolina.

Niente di tutto questo mi placa l'anima. E neppure i giochi sessuali a cui lo spingo con i miei racconti del passato, quando gli chiedo di farmi male per punire la mia fame d'amore insaziabile. Quello che vorrei è quello che dice ai suoi cani e ai suoi gatti "Datemi le zampette che non ci separeremo mai. Mai"

E tutto perchè abbiamo troppa fame d'amore e non ci sazieremo mai.

Mi ero buttata a capofitto su questo amore dopo un quarto d'ora che lo conoscevo. Mi ero abbuffata come facevo quando lei cucinava i ravioli o le polpette, e avevo mangiato in fretta, tutto d'un fiato. Senza stile. Senza logica. Senza testa. E adesso vomitavo di dolore. Anche l'amore ha bisogno del suo tempo per essere digerito bene.

Nonna veniva a trovarci e continuava a chiedere alla figlia. "Ma tu, cosa gli hai fatto?" (si riferisce a Mauro che ha mollato di nuovo la zia)

Dalla merda dovevamo sempre toglierci da soli. Mentre io avrei voluto le istruzioni.

Non solo Dio non era stupido, ma semplicemente geniale.

"Puoi essere una geisha senza aver mai messo piede in Giappone".

"Sta zitta. Anche in punto di morte hai la logorrea."

Nonna dice che a lei basterebbe poco per essere felice: se mamma e nonno non fossero morti, se papà non partisse, se zia si fidanzasse, se mio fratello telefonasse da Parigi e ci raccontasse qualcosa, se io guarissi.. Se Dio volesse...

Parlava anche con le pietre e anche le pietre parlavano con lui. Voleva salvare il mondo, da rivoluzionario, da prete, chissà, e sembrava che avesse iniziato con quella strana creatura di mia madre. In fondo, c'era riuscito, per quasi un quarto di secolo l'aveva sottratta alla tempesta. Ma quando la tempesta arriva, può essere all'improvviso.


Titolo: Mentre dorme il pescecane
Autore: Agus Milena
Editore: Nottetempo (Collana Narrativa)
Dati: 2005
Pagine 171
Prezzo: € 13,00 (pagato intero da feltrinelli)

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