Tuesday, October 14, 2008

Hard



Bof.. immaginavo che non dovesse essere un gran che.. ma nemmeno così poco.
Sono quasi 200 pagine (e per ora ne ho lette 50) fitte fitte. Dialoghi zero e cmq inglobati nella storia, per cui non c'è una pagina che scorre veloce. O meglio.. è talmente blando come contenuto, che lo si legge veloce ma ha la capacità di lasciare indifferenti. E' un diario noioso di "ho fatto" "ha detto" "siamo andate".
Emozioni nessuna. Trasporto nullo. Coinvolgimento assente.

17/10/08
l'ho finito oggi per levarmelo dai maroni. davvero un brutto libro.
non brutto per l'argomento.. ma brutto perchè è davvero un libro insulso.
una curiosità: alla fine ho scoperto che l'autrice è una delle due attrici di Baise-moi.. ma non ho capito se è quella che si è suicidata (probabile) o l'altra.

questa è l'ultima di copertina, una manica di palle.. intervallato dai miei commenti in bordeaux tutte le palle che vi ho trovato:
«Giornale Paris Boum Boum. Rubrica casting: “Agenzia di casting cerca maggiorenni per girare un film. Anche debuttanti, annuncio serio. Telefonateci allo…”» Raffaela, diciotto anni e un’infanzia trascorsa nella banlieu parigina (dell'infanzia della protagonista non si parla mai, per tutto il libro), risponde all’annuncio. All’appuntamento le viene spiegato che si tratta di girare film porno: il guadagno è alto per poche ore di lavoro, e ci si può anche divertire. Lei accetta subito. È ancora vergine, non beve, non fuma e non fa uso di droghe, ma basteranno pochi anni per trasformare la ragazzina impacciata del primo appuntamento in una bambola alienata, stordita dall’alcol, disposta ad affrontare il sesso più estremo (sesso estremo un minchia. Raffaela si vanta di non esser mai scesa a compromessi, a differenza delle attrici dell'est che son disposte a penetrazioni multiple e a fisting doppi e tripli. la cosa più estrema che dice di aver fatto è appunto un fist a 4 mani -le sue e quelle di un'altra nell'ano di un tipo- ma di essersene spesso andata da set nei quali non si sentiva sicura o rispettata come donna, di non aver scopato con produttori per avere una parte, di essere una stimata per la sua puntualità e professionalità.). . Per quattro anni diventa prigioniera volontaria del cinema a luci rosse, scendendo a uno a uno i gradini della degradazione (prigioniera è una parola esagerata, spesso racconta di come si senta in famiglia, di come si divertano a stare tutti a cena assieme, con i dissapori e i sorrisi tipici di un gruppo di amici. In almeno due casi dice che la vita che fa le piace. In altri casi si lamenta, è vero, ma si lamenta del fatto che a volte in quell'ambiente manchi il rispetto per le donne, ma quando fa paragoni con i set americani dove le attrici sono delle star rispettate, vien quasi da pensare che se potesse andare in america ci andrebbe e continuerebbe a fare il porno. Ogni volta che racconta di telefonate che arrivano per proporle un set fotografico o un film, lei è felice di fare la valigia e partire e non rifiuta mai un lavoro.) , sino a quando, un giorno, riconosciuta per strada da due militari in licenza viene sequestrata e violentata brutalmente (la descrizione dello stupro è tutt'altro che brutale. Da donna lucida che vuole salvare la pelle e capisce la situazione, li lascia fare. Riesce a smontarli dicendogli "sono un'attrice porno, potrei avere l'aids e tu potresti essere morto." E questi si fan prendere male e la lasciano andare.). È a questo punto che Raffaela decide di abbandonare il cinema hard e di ricominciare tutto daccapo. (megaballa.. dopo lo stupro lei continua allegramente a girare film hard, a fare spettacoli e foto. A smettere ci penserà solo dopo tanto -praticamente le ultime due pagine del libro- dopo storie d'amore omosessuale con delle mezze matte e dopo che la sua amica Marie parte per l'america. Rimasta sola e un po' persa, si sbronza e comincia a cercare la coca.. e allora si, decide di smettere con tutto, non solo col porno). Con un linguaggio duro e spietato, Raffaela Anderson ci racconta la sua drammatica esperienza nel mondo squallido della pornografia, la sua discesa agli inferi e la voglia disperata di risalire, di raggiungere la vetta più ardita: la normalità.
(non ci racconta nulla di tutto questo. per 196 pagine fa solo un diario noioso di quello che fa. "mi chiamano per girare. faccio la valigia e parto. c'è una che mi sta antipatica ma giro lo stesso. finiamo le scene in un pomeriggio e torno a casa".. se questo è un linguaggio duro e spietato...........................)

-Frasette-
sono onesta.. è talmente insulso e banale che, benchè io abbia segnato alcuni passaggi.. non mi pare che nessuno sia rilevante e meriti di essere riportato. se ci ripenso.. butto giù qualcosa..



Titolo: Hard
Autore: Anderson Raffaëla
Editore: TEA (collana Teadue)
Periodo: 2006
Pagine: 197
Prezzo: € 7,80 (€ 3.50 a CdC)

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