Wednesday, October 22, 2008

Sputasangue


Mi era piaciuta tanto la copertina.. ma 6 euro mi parevano troppi..
poi, aspetta aspetta, è andato al 50%.
Tra l'altro.. mi accorgo solo ora, copiandola, che nell'angolo di sinistra c'è la figura di una donna.. ci ho messo 4 giorni a leggerlo.. e non l'avevo mai notata.

Il libro è bello.. un po' massiccio, con un linguaggio un po' "antico" e mille personaggi, anche i secondari, descritti fino allo sfinimento.. ma forse è questo il bello.. questo nominare persone con nome e cognome, seguito dal "detto" e tutta la storia del soprannome.. come Tullio detto Puzzola, perchè mangiava sempre cipolle.. o Giobatta Forconi detto Gambetta per via di una gamba zoppa che lo faceva andare via storto..
E sono belle tutte le descrizioni dei mestieri, dei lavori e della fatica che questi uomini facevano appena un secolo fa per riuscire a vivere..
giuro che quando l'ho iniziato, pensavo che sarebbe finito appoggiato da qualche parte, invece sono riuscita a finirlo in pochi giorni.

Siamo all'inizio del 1900 ed è la storia di Romualdo detto Berto, montanaro di Badi (vicino a Suviana, dove sono andata a camminare). Berto è un uomo di fatica, che si spacca la schiena con mille lavori tra campi e bestie di altri, per tirar su la sua casa e per mantenere la moglie Attilia, donna pratica e innamorata del suo uomo.
Un giorno che Berto è in campo che cerca di levar sassi dalla terra per renderlo coltivabile, trova un baule contenente monete, collane, anelli, croci e altri tesori.
Fatti dei sacchi, Berto riesce, con tre viaggi per i boschi, a portare tutto a casa.
L'Attilia si confessa col prete e gli chiede un consiglio.
Il consiglio del prete sarà quello di portare tutto in banca a Bologna.
Per questo tesoro, a Berto verrà aperto un conto corrente e gli verrà consegnato un libretto di risparmio di Lire 846.000.
Si salta al secolo prima.. con un uomo ferito che cerca riparo nel bosco. E' il Nero, bandito tra i più temuti dei monti tra l'emilia e la toscana. Assieme al fratello Orso, il Nero ha una storia annuale di rapine e soprusi ai danni sia di signori che di povera gente.
Mentre è ferito nel bosco, steso ai piedi di un albero a fianco ad un ruscello, vede avvicinarsi un prete; minacciandolo con un coltello, si fa medicare e si fa lasciare da questi un po' di cibo. E intanto l'autore ci racconta anche la storia di questo prete, che prete non è; si tratta infatti di un poveruomo scappato dalla miseria che, saputo che un piccolo paese sui monti era rimasto senza parroco, pensa bene di rubare una tonaca e di spacciarsi per il nuovo pastore di anime. Dopo pochi mesi in questo paesello, lo raggiunge una donna (e ci racconta la storia anche di questa e del suo matrimonio combinato dal quale scappava).
E ci racconta anche dell'altro fratello, dell'Orso e del patto che i due avevano fatto qualche tempo prima. Ormai noti e braccati in tutta la valle, i due fratelli decidono di spartirsi il tesoro e di andare ognuno nella direzione opposta all'altro. Si mettono d'accordo per ritrovarsi ogni tanto in un determinato posto, e di usare il verso della civetta come segnale per riconoscersi.
Ma il Nero è da parecchio che non ha notizie dell'Orso.. comincia a temere che il fratello sia morto, ed infatti è così; sbarbatosi e vestitosi anche lui da frate, l'Orso aveva raggiungo la casa di un signorotto presso il quale, con chiacchiere e amabilità, era riuscito a farsi ospitare per la notte con l'intenzione di derubarli. Sta preparando il colpo per la notte, quando la bimba del padrone gli vede le armi addosso e lo dice agli uomini di casa: padre, figli e braccianti irrompono in camera dell'Orso, lo disarmano e lo murano vivo in uno sgabuzzo della casa insieme alle sue armi, in modo da non destare sospetti...
Si ritorna ai giorni del Berto, al suo cominciare la vita da signore, acquistando una casa in centro a Badi che gli costa ben 12.000 lire.
Fa anche tornare la figlia al paese, che questa se n'era andata ragazzina in città a far la serva in casa di altri. Zelia ha 18 anni, è una ragazza bruttina, tozza e sgraziata, innamorata persa di Paolo, il garzone del fabbro.
Attilia chiede ad un tale di far conoscere i ragazzi, dicendo che riceverà una ricompensa se riuscirà a convincere Paolo a sposarsi la Zelia.
Il matrimonio si fa, malgrado Paolo non sia per nulla attratto dalla moglie.. ma dopo poco parte soldato. Tornerà shockato e passerà il tempo nei boschi o in casa a fissare il fuoco... e Zelia, sentendosi vedova, partirà di nuovo per la città.
Tornerà anni dopo accompagnata da un uomo che dice di amarla, ma che in realtà punta al tesoro del padre. Appena questi si accorgerà di quanto poco rimane di questo tesoro, leverà le tende di notte.. e Zelia poco a poco impazzirà, dandosi prima alla macchia nei boschi e poi sparendo per sempre.
Berto intanto, fa la conoscenza ("grazie" don Felicino) di un tale Zarri di Bologna.
Questi gli si presenta come grande studioso della valle e dei monti e gli mostra delle carte catastali. Zarri gli racconta che il padre aveva cercato per anni il tesoro che si erano spartiti i due banditi, e che il punto in cui Berto ha trovato il suo, era molto vicino ad uno dei punti indicati dal padre. Convince così Berto a comperare tutte le terre della zona dai contadini che ormai preferiscono andare a lavorare in città che ammazzarsi sui campi, e di prendere a lavorare quei pochi che rimangono sui monti pagandoli per cercare il tesoro.
Berto accetta.. ed ovviamente si brucia il capitale..
Altro salto al Nero.. che viene trovato ferito e condotto all'osteria dove anni prima aveva "violentato" la figlia dell'oste (virgolettato perchè questa gli si sarebbe data cmq). Rimasto con una figlia disonorata e un nipote bastardo, era stato proprio l'oste ad organizzare il manipolo di uomini che aveva stanato il Nero e l'aveva poi fatto condurre a Bologna dove venne poi torturato sulla piazza ed appeso a testa in giù fino alla morte.
Tornando ai tempi a Berto.. la coppia era tornata da qualche anno a vivere nella loro vecchia casa sul monte.. è il 1927 quando Berto muore, sbraitando la sua rabbia davanti alla chiesa alla volta del prete che gli ha fatto fare quello sciagurato contratto e sperperare il suo tesoro.. la Zelia è persa matta per i boschi.. l'Attilia vive da sola con un cane lupo nella sua vecchia casa, e solo un garzone va ogni tanto a trovarla e a portarle da mangiare.. la troverà un giorno, che si è lasciata morire nel suo letto, i capelli spazzolati e il sorriso sereno..

Sputasangue è lo "scutmai" di un vecchio minatore che si era ritirato a vivere sui monti dopo che 20 anni di miniera gli avevano distrutto i polmoni.. l'autore lo conosce causalmente un giorno che sta camminando nel bosco.. e poco a poco diventano amici..
Sputasangue muore due anni dopo questa conoscenza.. L'autore scrive che questa storia esiste anche grazie a Sputasangue.. che di cognome faceva Butelli.. come il Nero.

-frasette-
siccome all'inizio del libro c'è una cartina.. e poi c'è scritto che la riproduzione è vietata.. non sapendo se la cosa si riferisce alla cartina o al romanzo, io tengo il culo al caldo e non scrivo nulla.. ssssssssa mai...
(non erano cmq tante le cose sottolineate.. ma un paio erano belle davvero..)


Titolo: Sputasangue
Autore: Gabriele Cremonini
Editore: Pendragon
Collana: Linferno
Periodo: 2007
Pagine: 160
ISBN: 8883425332
Prezzo: € 13.50 (a CDC era a 6 euro.. l'ho puntato un sacco finchè è andato al 50%)

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