Sunday, November 16, 2008

Turno di Notte


Era in un angolino a CdC.. l'ho trovato solo perchè avevo visto la costa della copertina di un mondadori.. tra l'altro, credevo fosse un romanzo.
L'ho preso sulla fiducia, perchè mi era piaciuto molto il suo modo di scrivere e la sua delicatezza in "Morti senza nome".

Non è un romanzo, è una specie di diario postumo in cui lei racconta la sua esperienza di antropologa forense, le sue notti come volontaria al "sevizio violenze sessuali" di milano, i suoi interventi su molte scene di cronaca "famose" (dall'aereo contro il Pirellone, all'incendio alla camera iperbarica, al pazzo che sparò in strada a Rozzano.)
L'ho letto in due sere.. bellissimo.

Il libro è diviso un po' per "argomenti".
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Scomparire di notte" parla della morte in culla, della morte nel sonno, ma anche della morte di coloro che sono privi di identità, invisibili alla società in quanto disperati o immigrati clandestini, come la famiglia di cinesi sterminata da un assassino che non fu mai scoperto, o quella di albanesi composta da 5 persone e portata via da un incendio.
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Il buio dentro" affronta il tema del suicidio. Cristina ci racconta di come (statistiche alla mano) che decide di uccidersi il piu' delle volte lo fa in modo "eclatante" e particolarmente violento, buttandosi da palazzi o sotto ai treni, svenandosi o sparandosi al volto.. o quelli che prima di ammazzarsi, fanno fuori la famiglia o l'ex amata.
Ho trovato molto delicata questa sezione. Perchè comunque una persona che si toglie la vita è una sconfitta per l'uomo e per la società che l'accoglie (e che in questa accoglienza è venuta a mancare).
E' delicata quando scrive di come spesso, chi si suicida, lasci tutto in ordine.. come il particolare delle scarpe lasciate accostate da chi "esce dalla vita per sempre".
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Il male della notte" racconta di persone morte per mano altrui, come il caso di quella coppia della "milano bene" in cui lui fece a pezzi la fidanzata "che l'amava troppo".. o il caso di Edda.. una donna con problemi psichici che aveva un compagno con i suoi stessi problemi e che, in un momento di smarrimento, per farla smettere di urlare arriva a strangolarla. O la prostituta che voleva uscire dal giro perchè rimasta incinta, uccisa e sfregiata dal suo protettore perchè fosse di monito alle altre.
E ancora.. gli sbagli dei medici in sala operatoria, gli indicenti per la poca sicurezza sul lavoro, gli irresponsabili che guidano ubriachi e si schiantano contro la famigliola che se ne sta tornando pacifica verso casa.
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Crime Scena - CSI Bovisa"; qua Cristina ironizza un po' sul suo lavoro, partendo dalle buffonate che si vedono nelle serie tv dove la detective in tacchi a spillo individua con uno scarto di pochi minuti l'ora della morte della vittima (cosa invero molto più difficile e imprecisa), trovando nelle narici di questa un piccolo frammento di tessuto e scoprendo così, nel cuscino del divano li a fianco, l'arma del delitto.
Ci parla un po' meglio della sua professione, della figura dell'anatomopatologo, del suo rapporto con la polizia e la magistratura, dei sopralluoghi e dei protocolli da seguire ogni volta che si ha a che fare con un cadavere e con il luogo in cui viene trovato.
Chi è, come e quando è morto.
Rigor, livor e algor le prime regole per la diagnosi dell'epoca della morte.
La frustrazione che si prova quando non si riesce a "fare giustizia", quando le ricerche e le analisi non portano a nulla, quando è addirittura la legge ad impedire che chi ha sbagliato paghi il suo debito.
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Violenze nascoste" parla ovviamente di stupri, l'attività criminosa che, più di ogni altra, si associa alla notte.
Violenze perpetrate da sconosciuti ma anche dal compagno di una vita, su donne, su bambini ma anche su uomini e anziani. Tutta la rosa di sentimenti provati dalle vittime: dalla vergogna (la prima e la più forte) alla rabbia, al disorientamento, allo stupore..
In "
Pensieri e perizie" Cristina si racconta e ci dice che è di notte, quando ha tempo e quando riesce a "fermare il cervello", che dubbi e frustrazioni si fanno sentire con maggior forza, quando si ha davanti tutta la brutalità della società, o quando ci si rende conto che non si è in grado di dare risposte.. come nel caso di bimbi piccoli con segni di fratture che potrebbero essere dovute alla botte dei genitori, ma anche ad un problema osseo difficile da diagnosticare. In questo caso c'è il rischio di accusare un adulto innocente.. ma c'è anche il rischio di rimandare a casa un piccolo e di ritrovarselo dopo qualche tempo sul tavolo anatomico.
Si parla ancora di pedofilia, di come si cerchi di stabilire l'età degli/le adolescenti che compaiono nei video pedopornografici, osservando i denti, i seni e tutte le altre caratteristiche morfologiche che possano aiutare a "datare" i protagonisti e stabilire se c'è reato o meno (cosa cmq difficilissima vista la scarsa qualità delle immagini e la prudenza sempre altissima di questi bastardi).
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La notte del Duca" è il suo ritorno all'archeologia. Ci racconta di come uno storico fortemente convinto che il teschio in suo possesso fosse quello di Galeazzo Maria Sforza, Duca di Milano e fratello di Ludovico il Moro, le chiede di confermare questa teoria.
Studiando i segni sul teschio, confrontandosi con una studiosa medioevale e con genetisti, riesumando la salma della figlia del Galeazzo e confrontando i DNA, ricostruendo il volto seguendo le linee del teschio e paragonandole ai quadri d'epoca, la nostra è riuscita a stabilire che si, quel teschio era di Galeazzo.

Toccante, alla fine, l'elenco degli "sconosciuti" trovati a milano e ancora stazionari al Labanof dal febbraio 1995 al 2007, data di pubblicazione del libro.

-Frasette-
Mi chiedo come possa aver spinto un ragazzo a trucidare la fidanzata, come abbia potuto superare quella soglia che dovrebbe essere sacra a ogni individuo: il diritto di vivere dell'altro.

Pag. 9: le persone che arrivano al pronto soccorso, picchiate, violentate, uccise.

Anche lui dimenticato. Anche lui slittato via senza rumore nel silenzio della notte della propria solitudine.

Nella mia mente di bambina l'idea (di un suicida) s'incarnava (...) in una donna dall'aria malinconica, dai capelli lunghi e disordinati che, vestita di una tunica bianca, si trascinava verso un pozzo, e vi si lasciava cadere.
(...) mi era rimasto impresso il dettaglio di come la poveretta si fosse tolta le pantofole e le avesse lasciate in maniera estremamente ordinata a fianco del pozzo.
(...) come fa chi esce di casa... per sempre.

E' la vita stessa che, con il suo passare del tempo, ti istruisce, facendoti incontrare il dolore. Ed è la stessa sofferenza poi, se permane abbastanza a lungo e se la si lascia sola, ad indicarti una soluzione, per drastica che sia, che metta fine a tutto.

L'evoluzione ci ha regalato un cervello meraviglioso, capace di effettuare le acrobazie arzigogolate chi ci hanno permesso di comporre musica e di andare sulla luna. La moneta di scambio è la sofferenza.

...la gente si ferma per dire di Red "ma che bel cane!", ignorando del tutto il "mocio" Argo, in difesa del quale mi sento spesso ripetere "ma questo nero è intelligentissimo!"

Aveva un aspetto che esprimeva una dignità modesta, non altezzosa, di quella che si trova comunemente nei nostri vecchi: l'ordine e il bell'aspettto non per ipocrisia o per "tirarsela", na per rispetto ei confronti di se stessi e degli altri.

(l'aereo contro il Pirellone) Nessun disastro di massa. Due persone, e i loro cari, tuttavia, erano state investite dalla tragedia, poco importava che il numero delle vittime fosse limitato. Mentre un'altra famiglia forse provava vergogna e imbarazzo, e nutriva, come tutti noi, la speranza che il gesto del pilota non fosse stato volontario, ma accidentale.

Il delitto, ormai, è inflazionato. E viene quasi da pensare con timore che lo sia anche il valore della vita.

Cos'avrà pensato nel momento in cui capì che i colpi sferrati dalla persona che amava più di tutte non sarebbero cessati finchè lei non fosse morta?

Come tanti uomini mostrava, molto più delle donne, la sua preoccupazione e indignazione. Ho sempre notato questa tendenza nelle persone di sesso maschile: giovani, vecchi, militari, civili, come se volessero scusarsi di appartentere a quel genere: al genere dello stupratore.

Sorrideva. Il gonfiore violaceo delle palpebre di un occhio le impediva di aprirlo, il labbro inferiore era tumefatto, con croste rosso vivo. Era evidente il suo immenso dolore. Ma sorrideva. Non era un sorriso di convenienza, sembrava autentico. Forse di chi non ha capito la gravità della cosa; o di chi ha avuto tanta paura di morire ed è grato di essere vivo; o semplicemente di chi si sentiva finalmente curato, accudito.

E poi, quando gli aggressori sono in cinque, per poter portare a casa la pelle a volte è meglio abbandonarsi senza opporre troppe resistenze.

Pag 132-133 Lo stupro da delitto contro la morale diventa delitto contro la persona.


Titolo: Turno di notte
Autore: Cristina Cattaneo
Editore: Mondadori (collana Strade Blu)
Periodo: 2007
Pagine: 180
Prezzo: € 15,00 (5€ a CdC)

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