Tuesday, February 19, 2008

Toshi si sveglia nel cuore della notte



ancora con il cervello fumante per il nervoso di aver letto un libro di merda come "io, serial killer" (chissà che mi apettavo poi).. mi son subito buttata sul secondo dei 4 libri presi al mercatino qualche giorno fa.

Toshi si sveglia a mezzanotte.

il libro è ben scritto e mi ha preso subito bene.. tanto che ne ho bruciate 40 pagine uso ridere.

comincia con una storia, marito in crisi che per sfinimento esce di casa e si ferma a giocare a poker in garage con i suoi coinquilini ed un suo superiore.. con il nuovo capitolo, si capisce che la storia appena letta è un racconto che un giovane giornalista ha appena trovato scritto suol suo computer e non capisce come ci sia finito..

la giornata del giornalista trascorre con piccoli avvenimenti quotidiani e, quando la sera si rimette davanti al computer per cercare quel racconto e provare a capire che possa averlo scritto, ecco che di racconti ne trova un secondo.



secondo me.. è il computer che li scrive.. visto che il pc è un thosiba.. quello che si sveglia nel cuore della notte pare (forse fin troppo) palese che possa essere lui..



intanto sono andata a cercarmi qualche recensione in rete, ed ho trovato questa:

"Edito da Granata Press di Bologna e oggi introvabile il romanzo aveva riscosso un lusinghiero successo di critica al suo apparire, nel 1995. Laura Grimaldi, nota scrittrice, per tanti anni responsabile de Il Giallo Mondadori e di Urania, lo ha definito: "Un'opera che appassiona e fa pensare". La struttura del romanzo è originale. Una storia principale, la vita, le crisi, i rovelli del protagonista, nella quale si innestano dei racconti che il protagonista trova scritti nel suo computer. Ma egli non ne è l'autore. Chi scrive questi racconti? Perché? In che modo? Che legame hanno, in realtà, con la vita del protagonista? Sono messaggi provenienti da un altro mondo?"
Fonte:
http://www.fantascienza.net/aresi/opere.htm#toshi

(chissà quello che l'ha venduto al mercatino per 3 euro guadagnandocene 1.50.. come sarà felice di sapere che oggi è introvabile...)


andiamo avanti...

21/02/08
bellino davvero.. sto cercando di fulminarlo e di capire il perchè di quei racconti.. ma ovviamente non ci arrivo..
(i vecchi dell'autobus che insultano gli automobilisti sono uno spettacolo!!)

26/02/08
son stata rallentata dal weekend.. ma son riuscita a finirlo.
che dire... ammetto che non ho capito la fine.. di lui che da gardaland parte per andare a puntare il coltello alla gola del suo stronzissimo collega per poi ridergli in faccia e lasciarlo andare..
a parte questo sorvolabile impasse.. il libro m'è piaciuto un sacco.

le frasi ad effetto che mi son rimaste impresse, eccole:

"un latte e miele." "Da duemila o da duemilacinquecento?"
Da cinquanta o da cento? da cinquanta, grazie. E' piccolo, ma non perchè è piccolo, è perchè i soldi son pochi e bisogna sapersi accontentare.

Era fiero di non possedere un Rolex autentico.

Non si sarebbe fatto incastrare dal senso di colpa, stavolta. Perchè lei giocava su quello, gli rovinava la vita e poi lo faceva sentire in colpa perchè fosse lui a pentirsi, a scusarsi. (...) Lo aveva incastrato, chiuso tra quattro pareti, libera uscita il sabato per il cinema e la domanica per la pizza. Qualche rara passeggiata in montagna. La noia delle vacanze, la noia della casa. La noia del letto. La noia della banca. La noia della messa.

Ora si vantava della bici, della circoscrizione e della cravatta lasciata a casa. Ma capiva di essere un integrato. Il mondo dei soldi. Soldi per fare tutto. Tranne essere felici.

Cambiare la struttura, andare contro il sistema. Quando era a scuola ci credeva e nelle assemblee andava a gridare che bisognava fare la rivoluzione. (...) Poi era finito in banca, come tutti gli altri.

Amilcaretti. (...) Uno che faceva carriera proprio grazie alla sua mancanza di fantasia, grazie alla mediocricità che lo rendeva metodico, prevedibile, affidabile perchè incapace di qualsiasi scarto, colpo di testa.

Ma non fargli troppo male. Potrebbe goderne.

La vita dei vecchi gli sembrava inutile, senza un vero scopo, vissuta solo per dovere.

(...) quell'uomo poteva avere ottant'anni e probabilmente era malato. Eppure resisteva. Perchè? I vecchi perdono la memoria, ma ricordano tutto di quando erano bambini e giovani uomini e avevano un lavoro importante e una moglie con cui fare l'amore e i figli erano piccoli.

L'altro anziano signore, mantendendo un'espressione tranquilla strillò: "automobilisti figli di puttana!" (...) "Ha ragione, signori conducente, gliele dica a quella faccia di merda!" (...) "Automobilisti del cazzo! Figli di puttana! Merde!" (...) "Mil asci. Lei è uno di quelli che non conosce l'autobus. Lei va sempre in macchina"

Vegetavo tra un senso di colpa, una mortificazione continua, un'angoscia senza nome davanti al solito orizzonte nero dche erano i miei progetti per il futuro.

Il Toshiba era qualcosa di divino. O la divinità si serva del computer per regalarmi qualcosa. (...) Povero cervello. Non è altro che un processore. Anche lui un toshiba che ha bisogno di una memoria, di principi e di obiettivi.

Lui andava in municipio. Aveva un lavoro sicuro, dignitoso, di prestigio. Faceva l'uscere.

La cravatta con i ghirigori blu e grigi. Diceva che ci si poteva leggere sopra il futuro.

La paura per quei tedeschi era peggio del lupo delle favole. Quando raccontavano le favole i grandi non avevano paura. Ma quando si parlava dei tedeschi e dei fascisti si. Paura.

La ex Dc risultava spaccata in due. L'ex Pci in tre. L'ex Psi in otto sebbene contasse soltanto quattro consiglieri, ma ce n'erano un paio che non erano d'accordo neppure con se stessi.

Coalizioni, equilibri, compromessi. Fra correnti e partiti. Per l'equilibrio della corrente e del partito. Non della società, non della città. Era peggio di un sogno. Era paranoia. Era la distorsione della realtà. (...) La produzione di veleni era incessante, continua, ormai impossibile da disperdere. Bisognava bloccare la produzione. Vietando il traffico. (...) Disse che capiva, ma che non si poteva. Perchè la maggior parte della gente non voleva. Perchè c'era un esercito di meccanici, rivenditori, concessionari, elettrauto, gommisti, bensinai che si sarebbe rivoltata.
Dossi ridacchiò con quella sua faccia da puttaniere mancato che si era venduto qualcosa di più profondo del culo.

"La gente è contenta di acquistare l'autovettura, ha bisogno della macchina. E del televisore. Del condizionatore. Dei vestiti alla moda. Ci sono voluti tanti anni per realizzare questo prezioso equilibrio."

La madre morì che Enrica aveva 48 anni ed era una zitella avvenente, vergine, e acida come un limone mai maturato. La morte non fu una liberazione. (...) Ora che si trovava priva di un oggetto cui dedicare le proprie cure, la situazione peggiorò. Enrica cadde in una depressione profonda.

Potevo innamorarmi di nuovo. Quel pensiero mi colpì perchè in fondo avevo appena smesso di dirmi che ormai niente valeva la pena, che era meglio fare la valigia e andarese. Sotto un metro di terra.

"non prende mai l'autobus?" "No, mi da il nervoso".

Il dottor Ambrogi. Era difficile pensarlo con dieci anni di meno.

Dal 16 giugno il vecchio Toshi era silenzioso. (...) L'idea mi angosciava. Non mi chiedevo più perchè fosse accaduto quel miracolo. Mi domandavo: perchè non succede ancora? (...) Forse non voleva più parlarmi, forse gli avevo fatto qualcosa, mi ero comportato male: riuscivo a sentirmi in colpa perfino nei confronti del Toshiba.

tutta pag. 141 e 142.. dove parla dei suoi coinquilini..

Se chiedi l'ora parli con la gente.

La Monachi diventò rossa come un peperone di serra. Falso ed insapore.

"Perchè i pioppi sono alti e slanciati. Lunghi e duri, si potrebbe dire. Un chiaro simbolo fallico"
"Il simbolo dell'uomo, della fecondità che s'impenna verso il cielo attendendo come di eiaculare fertilità che ricadrà al suolo."

"Una procedura d'urgenza"

Marchetti sentiva il bisogno di vantarsi del suo ruolo. Perchè in fondo a sé sapeva di non essere nessuno.

Un duro che sapeva farsi capire e che basava le sue relazioni su semplici fondamenta: la forza, i soldi. E i favori.

Il mio cervello per una frazione di secondo sbandò a destra e a sinistra e cercò di non capire la domanda.


Titolo: Toshi si sveglia nel cuore della notte
Autore: Aresi Paolo
Editore: Granata
ISBN 10: 8872481279
ISBN 13: 9788872481271
Periodo: 1995
Prezzo: 24.000 Lire (l'ho pagato 3 euro ad un mercatino)




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