
L'ho visto pubblicizzato su Repubblica ed ho subito pensato al solito libro prurigginoso alla lucignolo.. una sorta di "mi chiamo principessa, ho dodici anni e faccio la cubista" in cui ci vengono presentati i soliti giovani alla deriva e bla bla bla..
Invece mi è piaciuto subito. La prefazione degli stessi autori è scritta molto bene e fa riflettere senza cercare sensazionalismo e senza lasciarsi andare a facili giudizi e pregiudizi (giuro di aver pensato che solo la prefazione meritasse tutti i 13 euro del libro - anche se l'ho pagato 11 comprandolo alla coop ;) - )
le storie sono narrate in prima persona dai ragazzi intervistati: tutti giovanissimi..
stavo scrivendo che tutti loro sono incazzati con i genitori ed hanno problemi relazionali.. ma non è così.. nel primo racconto, il ragazzo di 12 anni che comincia ad usare cocaina e dopo poco diventa spacciatore, è uno dei classici ragazzi di borgata che vive in un garage e che comincia a spacciare per mantenere la famiglia.. è legato alla madre ed al fratello maggiore, ma del padre che li ha lasciati quando lui aveva solo 5 anni, non gli importa nulla.. si relazione con gli altri per quello che (per lui) sono: clienti.
poi è la volta dei ragazzino figlio di buona famiglia, quello che ha soldi, vestiti e tutto ciò che desidera, incazzato con i genitori e con il mondo e che sfida entrambi drogandosi fino a collassare per gli attacchi di tachicardia.. solite facili accuse alla famiglia, colpevole di indifferenza nei suoi confronti.. (accuse ovviamente fatte dal lui..).. e raid incendiari nei campi rom perché è il solito modo vigliacco di farsi vedere e di sentirsi "grandi".
poi tocca a quello timido che si vergogna del suo cognome e del mestiere di suo padre (il cassamortaro).. che trova la sicurezza in se' e il coraggio di alzare la testa solo quando ha pippato..
finora ho letto questi tre episodi..
la narrazione in prima persona trovo che sia stata la scelta migliore..
è priva di giudizio.. il giudizio se lo fa il lettore leggendo frasi come:
- grazie al mio grande amico Franchino, cominciai a farmi di coca. Avevo dodici anni e mezzo. Da allora sono diventato forte.
- il risultato fu che mia madre (...) iniziò ad accontentarmi in tutto. Soldi, vestiti, tre motorini in un anno (...). La coca non mancava mai nelle miei tasche, e a parte l'apparecchio e i brufoli, ero riuscito a conquistare la felicità.
- Grazie Supercariologo, mettimi a posto il cuore, così dopo potrò pippare più di prima, senza più correre il rischio di finire in ospedale.
- E' vero che a volte per la paura di sbagliare resto zitto. Ma mica è colpa mia.
- Per la prima volta da quando da quando ero andato all'asilo, il mio nome, Paparo, veniva pronunciato in un altro modo, con rispetto.
05/02/08
ieri ho letto un passaggio in qui una sedicenne romena che si prostituisce in rete offrendo il pacchetto "sesso e cocaina"; spiega come preparare una bottiglia per fumare la coca. non so.. l'ho trovato troppo "descrittivo"..
Informazioni troppo "utili", soprattutto per i ragazzini che potrebbero leggere questo libro.. son rimasta perplessa.. parecchio...
10/02/08
L'ho finito qualche giorno fa.. è un libretto che si fulmina, una scrittura veloce.
Racconti dei personaggi intervistati intervallati dalle considerazioni e dai pensieri degli autori.
Ai ragazzi che fanno uso di droga dell'inizio, verso la fine si aggiungono la ragazza sudamericana che accetta di fare da corriere ed ingoia 70 ovuli (viene contattata dai narcos perché è incinta, e alla donne incinta vengono evitati i raggi X) ma viene tradita dal suo nervosismo e dall'abilità della polizia italiana ad individuare i possibili corrieri.
Poi il discorso delirante del ragazzo in down, che odia sua madre perchè non gli da abbastanza soldi e perchè gli fa sempre sparire la sua felpa preferita.. quella col cappuccio...
E ancora il medico del pronto soccorso, quello che si vede arrivare i ragazzini strafatti con gli occhi a palla.. quelli che negano di aver preso droghe anche quando gli viene detto che rischiano la vita se le cure che gli verranno prestate entreranno in conflitto con gli stupefacenti... o quelli che si sono andati a spatasciare con la macchina o con il motorino per la troppa fattanza.
Dell'incidente mortale racconta anche l'ultimo ragazzo intervistato. Ancora 17enne, ruba la macchina del padre per andare ad una festa al mare con gli amici e la morosa; pensa anche di essere stato prudente quando racconta di aver lasciato passare mezz'ora di decompressione prima di rimettersi alla guida... un'allucinazione gli fa credere di aver davanti un albero ed una sterzata per evitare una curva inesistente si porta via il suo migliore amico e la sua morosa.. a 140kilometri orari.
Il libro finisce con un'appendice di dati asettici e fredde percenutali.
Molto interessante inceve il discorso del legame tra la cocaina e la 'ndrangheta.
Chiude la lista dei sequestri effettuati in Italia dal 2005 a tutto il 2007.
4.6 tonnellate nel solo 2006.
Titolo: Cocaparty - Storie di ragazzi tra sballi, sesso e cocaina
Autore: Federica Angeli e Emilio Radice
Editore: Bombiani
Periodo: 01/2008
Pagine: 163
Prezzo: € 13.00 (pagato 10.40 alla Copp del CentroLame)
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