Friday, August 14, 2009

E' Stato un Attimo


OOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOoooooooooooooooooooh!
m'è piaciuto proprio tanto!
l'ho letto in 3 giorni, davvero non riuscivo a staccarmi da sto libro.
bello bello bello bello bello!.
checchè ne dicano su IBS...

Santo Denti, detto "Trafficante", è un 26enne di Milano che si arrabatta con lo spaccio e i furti in casa di quelli che prima si è fatto amico.
Santo fa coppia con Max, ma questi sta prendendo lentamente la via della spada e diventa sempre più inaffidabile; Santo per un po' gli sta a fianco, pagandogli qualche debito e coprendo qualche magagna di questi, ma poi decide di sganciarlo.
Una sera Max va a trovare l'amico, i due parlano e quando il nostro si china per tirarsi una riga, Max lo colpisce in testa, probabilmente con una bottiglia.
Santo si risveglia in quello che sembra essere, anzi E', un bagno di qualche locale di lusso. Tutte le cose attorno gli appaiono strane, in primis il suo abbigliamento, poi lo scoprire di vederci anche senza gli occhiali, ..
una puzza di strino e un lieve dolore al dito gli fanno pensare di essersi fulminato con l'interruttore della luce.
Gli si avvicina un uomo in livrea che lo accompagna al suo posto, a fianco ad una bionda mozzafiato seduta al Teatro la Scala.
Non capendo cosa stia succedendo, Santo da fuori di testa ed esce dal teatro. Va per le strade di quella che riconoscere essere Milano, ma non la Milano di quando lui si chiamava "Trafficante". I taxi sono bianchi, i tram lucidi e i bancomat onnipresenti.
Arriva fin davanti a casa sua, o meglio.. fin dove DOVREBBE esserci casa sua, ma ci trova una banca e li, va giù come una pera.
Due sbirri lo soccorrono e trovandolo ben vestito decidono che è solo un ricco sbronzo e lo accompagnano a casa, all'indirizzo che trovano sui documenti che ha addosso.
La bionda del teatro è a casa ad aspettarlo. Inizialmente interdetta, Monica crede subito all'amnesia di Santo (visto anche il suo comportamento) e gli spiega chi è lui:
quarantenne, artdirector di un'agenzia pubblicitaria, è un piccolo genio nel suo campo, fa vita sana e sostiene un'associazione per il recupero dei disadattati, "le pecorelle di Padre Zurloni".
Ha un buco mnemonico di 14 anni.. il problema è che lui si sente e si comporta come il Santo del 1992, mentre è nel corpo e nella vita del Santo che vive nel 2006.
Ora.. il libro da qua (praticamente l'inizio) fino alla fine (335pagine) è uno sconquasso di eventi che a riassumerlo dovrei riscirvere il libro.
Santo che poco a poco riesce a ricostruire il suo passato remoto e prossimo: scopre di essere stato in manicomio, di essere stato chiuso in una cantina e lasciato li a morire da Max e si è salvato solo perchè un barbone che cercava riparo dal freddo l'ha sentito. Scopre che stava per sposarsi con Monica ma scopre anche da battute e occhiolini, che il Santo che è diventato è uno che fa vita sana ma non si tiene l'uccello nei pantaloni.
Viene trovato il cadavere dei direttore della società che galleggia in piscina con una ferita mortale ad un occhio e i sospetti si concentrano su di lui che deve inventare (visto che non ricorda) com'erano i suoi rapporti col direttore, ovviamente pessimi.
Deve inventare anche una familiarità con colleghi che gli sono del tutto estranei ed avere la conferma che lui con l'omicidio non c'entra nulla.
Alla fine ci arriva a dimostrare di non essere il colpevole. In un giro incredibile di investigatori improvvisati che gli recuperano tabulati telefonici, di alti papaveri (il padre di Monica) che cercava di fregare il direttore con l'aiuto di Santo per poi fregare anche Santo, di piccoli arrampicatori sociali che sbroccano diventando assassini, il nostro Santo riesce ad uscire dall'imbarazzo, a scoprire che chi lo voleva morto non era il suo vecchio nemico, Max, ridotto ormai ad un morto vivente dall'aids (e che lui, Santo, ha prima fatto curare alla comunità delle pecorelle e poi assunto come portiere del suo palazzo, perdonando da adulto quello che non avrebbe perdonato da ragazzo), riesce a risolvere la questione e a sposare la sua Monica, con buona pace di Sally, la ragazza magrebina con cui aveva una storia che gli era motivo di ricatto.

BELLO BELLO BELLO BELLO BELLO!
L'HO DETTO ALL'INIZIO E LO RIDICO, M'E' PIACIUTO PROPRIO TANTO.


-Frasettine-
Mi irrigidii sulla poltroncina. Se la tipa mi avesse toccato, teso com'ero credo che le avrei tirato un cartone.

Ma le luci si abbassarono di nuovo, e questa volta rimasero spente. Protetto dal buio, mi concessi il lusso di tremare.

"Qualche spinello o qualcosa di più?" chiese Giulio.
"Coca, amfe, qualche trip, funghetti. Anche del peyote una volta, ed è stata una bella botta." Mi era durata tre giorni ed avevo parlato direttamente con Atayalpa. Mi aveva dato i numeri da giocare al Lotto. Non erano usciti.

"Berlusconi è 'quel' Silvio Berlusconi?"
"E mi svegli per questo? Si, è lui." Sbadigliò. "Ai tuoi tempi era solo quello di Canale 5."
"Il Biscione."
"Prioprio lui. Io e te lo votiamo. Anche papà."
"E' di sinistra?"
"Per carità."
"Figuararsi."

"...La sua testimonianza potrebbe essermi utile quando farò istanza per la liberazione degli arrestati."
"Servirà?"
Sorrise. "A volte si fa qualcosa perchè è giusto, non perchè serve."

Bianchi era alla testa di un piccolo drappello di colletti blu, i miei colleghi direttori. Lui invece era in gabardine chiaro. Mi infilai in coda, camminammo in formazione a V. Bianchi in testa, che si muoveva emettendo raggi di luce nera che spazzavano via i malcapitati.

Risalii ringiovanito di 20 anni. Avevo ancora un processo per omicidio, un figlio in arrivo, i soldi spariti e un proiettile nella spalla, ma ero sopravvissuto alla prova.

Ovunque tu abiti, c'è sempre una vecchia che ti controlla dallo spioncino quando rientri sbronzo, che bussa sul muro se non trombi in silenzio, che manda lettere all'amministratore del condominio perché frequenti "gente strana". Le persiane le hanno inventate per loro, così che quegli occhietti maligni possano spiare quello che fai, scivolanda da una finestra all'altra sulle pattine.
Hanno il numero del pronto intervento scritto grande così sul muro sopra il telefono, la sirena portatile antistupro, il binocolo a raggi infrarossi.

"Signora, si è ricordata di prendere le sue medicine oggi? No, eh?"

"Su questo computer ci sono dei virus che pensavo fossero estinti dal Cretaceo. Forse dovrei copiarmeli per ricordo. Se ti mettessi un firewall?"
"Qualsiasi cosa sia, poi lo sapresti usare solo tu, quindi no."

Avevo 10 anni e gli credevo, perché a quell'età lì tuo padre è un incrocio tra Superman e il genio di Aladino.

Non si puo' mai essere completamente al sicuro, ma solo ragionevolmente.

"Non esistono le coincidenze, solo nessi non ancora comrpesi."

"Per un po' è stato tranquillo, poi ha cominciato a fare cazzate e a quel punto.. dentro e fuori come l'Atalanta dalla serie A."


Gli presi la canna e feci due tiri. Tossii.
"Troppo forte per te, cane infedele?"
"Troppo tagliato. Voi giovani non sapete più cos'è il fumo buono."


Titolo: E' stato un attimo
Autore: Sandrone Dazieri

Editore: Mondadori (collana Piccola Bibblioteca Oscar)
Periodo: 2008
Pagine: 311
Prezzo: € 8.80 (lo presi con IBS.. mi sa che c'era uno sconto del 20% su quel libro e mi sa che avevo un ulteriore buono di 5€ perchè il riepilogo dei miei ordini mi dice che l'ho pagaro € 6.16)

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