Sunday, November 29, 2009

Femmine Folli



L'altra sera sono uscita con Alice e Antonella x un birrino.. sono passata alla Feltrinelli per vedere di comperare una guida su Siria e Giordania..
Io il mantra che non dovevo comperare altri libri l'avevo recitato.. pero' la maledizione della Cianciulli mi perseguita.. e quando ho letto il nome di lei sul retro di copertina di questo libro, non ho potuto lasciarlo la.

Che bel libro.
bellobellobellobello.
Mi è piaciuto davvero tanto.
Perché fa tantissimi riferimenti a libri e pellicole di culto..
Perché c'è tanta delicatezza relativamente alle storie vere..
ma anche tanta ironia e grazia quando parla delle Dive del cinema..
bellobellobellobello

Questa la recensione che troverete sulla costa della copertina:

Estranee al luogo comune che le inchioda nei ruoli di mogli, madri e figlie, le protagoniste di questo libro sono delinquenti senza scrupoli, amanti accecate dalla passione, donne inquiete e perverse: femmine folli in grado di colpire al cuore l'immaginario legato al potere maschile, dando corpo a figure dai contorni neri e leggendari. Da Salomè, spietata mangiatrice di uomini, fino alla terrificante «Saponificatrice di Correggio», implacabile assassina, Femmine folli intreccia parole e immagini componendo una galleria di ritratti indimenticabili. Una storia alternativa del genere femminile dove le icone della diversità, del disagio e della pazzia incarnano, insieme ai modi più violenti, selvaggi e criminali di essere donna, i lati più oscuri dell'animo umano.

Non so cosa mi aspettavo da questo libro: l'ho preso solo perchè cita "la mi' Leonarda" e perché è edito da Castelvecchi. Ed è stata una piacevole sorpresa.
E' un libro che si divora, soprattutto se a leggerlo è una donna... o se è una persona appassionata di cinema e letteratura.

A parte l'inizio, degno della Genesi, Calligaro cerca la follia delle donne negli ultimi 150 anni di storia, andando a trovarle nella letteratura di fine secolo, nei quadri del primo '900, nelle prime pellicole del muto, fino all'ultima vendicatrice in tuta gialla interpretata da Uma Turmann.

Questo viaggio nel lato oscuro del femminile si apre con la figura di Lilith: l’imprescindibile archetipo mitologico, la madre di tutte le femmine folli che verranno, siano esse dee avide di vendetta, streghe o femme fatele.
Lilith è la regina della note capace di mille seduzioni e di mille tormenti, la prima moglie di Adamo, l’ombra di Eva.
Un demone associato al vento e alle tempeste, dalle spaventose fattezze di donna alata con zampe di rapace, portatrice di malattie e morte. Si aggirava accompagnata dalla furia degli elementi e quando sceglieva la casa dove mietere vittime, non c’era scampo per i bambini che strangolava nel sonno o per gli uomini che uccideva o faceva ammalare a seguito di amplessi spaventosi.
L’uomo si risvegliava trovando Lilith accovacciata sopra di sé che lo fissava con occhi fiammeggianti, opprimendolo e impedendogli di respirare. Non c’era possibilità di salvezza.

La predatorietà sessuale di questo demone assomiglia significativamente a quella della vampira, icona di malvagità e follia che, a partire dall’Ottocento, trova un interesse sempre maggiore e si impone come un classico che popolerà per secoli l’immaginario collettivo.
E’ infatti del 1821 il racconto Vampirismo di E.T.A. Hoffmann, dove la protagonista Aurelia è affetta da una terrificante forma di necrofilia che la porta a dilaniare cadaveri maschili.
Ma è con Carmilla di Joseph Sheridan Le Fanu (1872) che la donna, per la prima volta, non è più vittima del Dracula seduttore ma assurge al ruolo di Regina del Male.
Del 1857 sono invece le poesie "Vampiro" e "Le metamorfosi del vampiro" di Charles Baudelaire.
Nel 1932 la storia di Carmilla viene portata sul grande schermo con il capolavoro di Carl Theodor Dreyer, Vampyr.E poi I vampiri di Riccardo Freda, del 1956, considerato il primo film horror italiano, la cui trama attinge a piene mani alla ben nota vicenda di Erzsébeth Bàthory..

La vampira romanzata di fine ‘800 lascia pian piano il posto alle Dive dell’ottava arte, il cinema. Le prime dive del muto, come la finta-esotica Theda Bara (il padre era un sarto dell’Ohio, ma le vennero attribuite ad hoc origini arabo-francesi per solleticare il pubblico maschile con il fascino dell’esotico) considerata la prima vera Vamp, e di seguito le Famme Fatale: Greta Garbo, Marlene Dietrich e Mae West, per citare le più famose.
E ancora le divine degli anni ’40 e ’50 come Joan Crawford, emblema di cattiveria e follia sia nella finzione cinematografica sia nella vita privata (vi ricordate “Mammina cara”??) e Bette Davis.
“Con gli anni ’20 e ’30 la femmina folle è ormai legata indissolubilmente nell’immaginario collettivo alla diva cinematografica.
E’ il momento della sua massima gloria, in futuro non sarà mai più così fascinosa, in un tripudio di chiaroscuri, di cappelli di piume di gallo, di enormi colli di volpe e d i gioielli decò. E naturalmente, la sua follia è data per scontata.
La donna filmica degli anni ’40 appare chiaramente ancora più emancipata delle sue precorritrici. Beve (soprattutto Martini e whisky), è perennemente avvolta in nuvole di fumo, spesso lavora ed è quindi economicamente indipendente e, ovviamente, è più mantide che mai.”

Molte altre sono le donne folli che incontreremo in questo libro..
Folli per amore (a volte vittime, più spesso carnefici), impazzite per invidia, per avidità, per ribellione.. o per vera malattia mentale.
Da Salomè a Medea, da Giuditta ad Emily Dickinson, da Anna Karenina all’austera Grimilde di Biancaneve, che invece di uccidere la rivale con una magia, usa la magia su se stessa per rendere concreto proprio ciò che teme di più: la perdita della bellezza e della giovinezza per trasformarsi in una vecchia strega.

E ancora la meravigliosa Norma Desmond (interpretata da Gloria Swanson) ne’ Il viale del tramonto, film capolavoro che offre infinite possibilità di lettura e di analisi e in cui si concentrano tutti i temi fondamentali legati alla follia d’amore.
La perdizione di una signora perbene in Bella di giorno (con la glaciale Catherine Deneuve) e quella di Martha (ne veste i panni la splendida Margit Cartsensen) del regista Fassbinder, che si addentra nei risvolti più terrificanti dell’istituzione matrimoniale con questo feroce melodramma che si snoda tra le pieghe più tremende della dinamica sadomasochistica.

Ne volete ancora?
Leggetevi il libro..


Titolo: Femmine folli
Autore: Alessandro Calligaro
Editore: Castelvecchi (collana Le Grandi Navi)
Periodo: 2008
Pagine: 288
Prezzo: 19.50€ (pagato 17.40€ perchè mi ha scontato i punti accumulati sulla cartapiù)

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