Tuesday, December 2, 2008

L'Oscura Immensità della Morte


A sto giro, all'Emmaus, avevano dei prezzi eccezionali.. i vestiti (finalmente) di nuovo a 1 e due euro.. e i libri pure!!
ho comperato 3 carlotto, un aldo nove, l'eleganza del riccio e il vecchio "amabarabà" di culicchia da regalare al barese. con i loro prezzi erano a 15 euro.. me ne ha fatti pagare 8.. così si fa!!
Questo libro è bellissimo.. l'ho fulminato in una notte e un pomeriggio.
BELLOBELLOBELLOBELLOBELLOBELLO
mi ha stupito in un sacco di momenti.. i personaggi facevano sempre cose che non mi sarei aspettata, senza cadere nel banale o nello spettacolare e rimanendo sempre "esseri umani" in tutta la loro (tanta e troppa) miseria.
davvero un bellissimo libro.

6-7 pagine di prologo ci raccontando di una rapina finita male. I rapitori, strafatti di coca, scappano da una gioielleria col bottino sottobraccio e s'infilano in un'utilitaria guidata da una donna, con il figlio di 8 anni sul sedile posteriore.
Accerchiati dagli sbirri, uno dei due sbrocca e spara al piccolo, uccidendolo. La madre, stravolta dal dolore, si mette ad urlare che vuole morire anche lei.. un colpo di pistola in pancia la zittisce.
I due rapinatori in fuga a piedi. Uno ce la fa, l'altro finisce in un vicolo cieco. Deve decidere se arrendersi o morire. Decide x la resa.
Non rivelerà il nome del complice ma lo accuserà di essere stato lui a sparare. Per questo si beccherà l'ergastolo.


Da questo punto in poi sono passati 15 anni e il racconto è narrato sempre in prima persona, alternata dai due protagonisti di questa storia: Silvano Contin, marito e padre delle due vittime, e Raffaello Beggiato, l'ergastolano.

Silvano dalla tragedia non si è mai ripreso: ha smesso di fare il rappresentante di vini e ha rilevato il "Tacco Svelto", una piccola attività dove risuola scarpe e riproduce chiavi, lontano da tutto, dai pensieri dei suoi cari e dalla vita.

Un giorno riceve una lettera di Raffaello. Questo è malato e chiede a Silvano di perdonarlo e di permettergli di uscire di prigione per morire da uomo libero.
Andranno anche un prete e una volontaria a chiedergli la stessa cosa, ma Silvano non è del parere.
Va in carcere per parlare con Raffaello e cercare quel pentimento che non trova.
Intanto, Raffaello spera di poter uscire. Non ha mai fatto il nome del complice, e le regole della malavita sono chiare. Fuori lo aspetta la sua metà del bottino, che erano un sacco di soldi. Con quelli e con un passaporto falso, appena fuori scapperà in Brasile. Ma questo solo se Silvano lo perdonerà, altrimenti per lui sarà l'ospedale del carcere, a far chemio e a prendere insulti dalle infermiere.
Fermo sulla sua decisione, Silvano ha pero' un lampo nella mente: il suo perdono contro il nome del complice.
Raffaello non molla.. ma a mollare per lui è la madre. Scoperto il complice e rovinato il piano di fuga del figlio, questi starebbe a casa con lei, che lo aspetta da 15 anni.
La donna fa il nome e Silvano scrive la lettera del suo "perdono" ai giornali locali.
Siviero Oreste è il nome del complice. E' facile per Silvano trovare la sua abitazione e la sua attività, una lavanderia, dove lavora con la moglie Daniela.
Due persone comuni, con una vita comune. Ma casa, macchina e arredi molto costosi per due persona che lavorano in una lavanderia.
Silvano comincia ad imbastire una relazione con la volontaria del carcere, Ivana Stella, e intanto segue Oreste in ogni suo spostamento fino ad arrivare a farsi riconoscere.
Una sera va in casa dei coniugi Siviero: da ordine a Daniela di andarsi a vestire "come si deve", Oreste prova ad offrirgli dei soldi, ma non sono quelli che Silvano vuole. Visto che gli è stata portata via la moglie, vuole la moglie di Oreste.
Questi risponde che preferisce andare in galera, ma è lei ad accettare. Daniela era all'oscuro del passato del marito, ma lo difende animosamente.
Silvano vuole anche sapere quando uscirà Rafaello, e quando questi si metterà in contatto con la coppia.
Quando lui lo vorrà, Oreste andrà al lavoro e Daniela lo aspetterà a casa; e questo fa subito il giorno seguente, presentandosi a casa dei due, va a letto con Daniela, la sodomizza in maniera cattiva, ma lei non sembra sconvolta più di tanto;
"Tuo marito ti fa fare la puttana pur di risparmiarsi il carcere"
"Facevo pompini nel retro del negozio per arrotondare, e comunque non lo faccio solo per lui. A 43 anni non sarei in grado di sopportare le conseguenze del suo arresto. Perderi tutto, casa, negozio, rispettabilità. Venire a letto con lei è veramente il male minore."
Silvano continua a flirtare con Ivana Stella, seducendola con la sua "sensibilità da caso umano".
Poi arriva la chiamata. Raffaello quella sera andrà dai Sivieri. Silvano va per primo a casa dei due, manda Daniela a farsi un bagno e ricopre una stanza di teli di plastica per tinteggiare; appena lei ritorna dal bagno, la colpisce alle gambe con un piccone e continua a colpirgliele finchè lei non sviene. Quando si riprende, le chiede "hai già visto il buio?".. questa chiama la madre.. e lui la colpisce nuovamente per stordirla senza ucciderla. Quando arriva Oreste con i soldi e il passaporto falso, Silvano lo colpisce alla testa e questi sviene. Silvano gli spacca la spina dorsale a colpi di piccone, lo carica in spalla e lo porta nella stanza con la moglie. Con un po' d'acqua sveglia prima lui poi lei.. "Non l'ho ancora ammazzata, volevo che tu la vedessi morire".
E poi uccide entrabi. Carica i corpi sul suv di lui, ripulisce la casa, porta i cadaveri in discarica dove li seppellisce sotto pochi metri di patume, poi abbandona l'auto da qualche parte e se ne va con i soldi e il passaporto falso. Dopo tutto questo, va a casa di Ivana Stella e fa l'amore con lei.
Intanto Raffaello è fuori, non trova Oreste, non ha soldi e non sa cosa fare.
Torna dalla prostituta che era la "sua donna" prima che venisse arrestato e da lei ha un po' di conforto umano, che non è solo sesso ma affetto sincero.
Silvano segue la cronaca locale sui giornali. Dopo 4 giorni appare la notizia della scomparsa dei due, qualche giorno dopo viene ritrovato il suv, poi la porta di casa viene forzata... ma la polizia "brancola nel buio"..
Silvano è tranquillo fin quando gli arriva l'Ispettore Valiani a fargli delle domande.
Gli mostra molte foto che lo ritraggono davanti alla lavanderei di Oreste. La polizia stava tenendo sotto controllo il negozio degli africani li a fianco, e lui c'è finito in mezzo. Controllando le sue transazioni bancarie, si scopre che il giorno prima della scomparsa dei due, Silvano aveva comperato teli di plastica, piccone e badile.
Valiani lo pressa, Silvano ha un alibi, era con Ivana Stella.
L'ispettore va ad interrogarla e lei se ne risente: come ha potuto, Silvano, metterla in mezzo e raccontare ad altri i propri interessi? Silvano la schernisce, le da della frigida e altre simpatiche cose.. Con una grande dignità, anche Ivana Stella come Daniela, gli tiene testa e lo fa sentire una merda.
Il cerchio si stringe sempre di più attorno a Silvano. Sul soffitto di una stanza dei coniugi viene trovato del sangue misto a materia cerebrale.
Ma una sera, mentre rientra in casa, trova Raffaello seduto sul divano. Gli è entrato in casa scassinandogli la porta. Un dialogo assurdo tra i due, dove Raffaello domanda e Silvano risponde:
"Capisco uccidere Oreste, ma la moglie che c'entrava?"
"Era complice. Erano bestie, come te"
"Ti rendi conto che sei un assassino?"
"Tu sei un assassino, io sono stato il boia"
"Vuoi uccidere anche me?"
"No, ci penserà il cancro"
"Come li hai uccisi?"
"A bastonate?"
"E che ne hai fatto dei corpi"
"Li ho sepolti nella discarica, vicino alla tangenziale".
Ancora brevi pagine con i sentimenti dei due... Silvano che pulisce la tomba della moglie e del figlio, Raffaello che senza soldi e con questa rivelazione, vuole solo mettere "fine" a questa storia.
Lo farà autoaccusandosi dell'omicidio dei coniugi, salvando Silvano dal carcere, tornandoci lui per morire qualche mese dopo.
Giorgia Valente, la "donna" di Raffaello che era stata anche la "donna" di Silvano lo va a trovare al "tacco svelto" per urlargli di non sprecare la seconda possibilità che Raffaello, col suo gesto, gli aveva offerto... e Silvano lo fa, mettendo la sua foto sul passaporto falso, andando a vivere in martinica dove non è più "l'uomo a cui hanno ammazzato la moglie e il figlio".

-Frasettine-
Toccava solo a lui decidere se ptradire o pagare per tutti e due.

Tutti , indistintamente, desideravano che mi ricostruissi una vita. Non ci ho nemmeno provato. (...) Ero Silvano Contin, marito e padre di due vittime del crimine. La città non avrebbe mai perdonato il mio ritorno alla vita.

"Datti da fare, prete. Fai qualcosa di utile anche per le vittime invece di aiutare gli assassini."

"Vuoi che ti aiuti ad uscire di galera dopo che mi hai ammazzato moglie e figlio e non posso chiedere nulla in cambio?"

"Non era giusto che Oreste Siviero vivesse la mia realtà, quella che mi spettava di diritto. La sua se l'era costruita distruggendo la mia. (...) era l'unico che ci aveva guadagnato qualcosa. Io, Raffaello e sua madre eravamo i fottuti. Io più di tutti."

"... chiedo solo di essere lasciato al mio dolore, che non intendo più condividere con nessuno e tantomeno trasformarlo in notizia o spettacolo. Noi parenti delle vittime innocenti meritiamo solo un silenzioso rispetto."

E io avevo la possibilità, prima di mandarlo in galera per tutta la vita, di fargli capire cosa fossero il dolore, l'angoscia, lo smarrimento. Il resto l'avrebbe capito poi.

"Posso darle 250.000 euro. La metà della parte di Beggiato."
"Vuoi pagare il mio silenzio con una parte dei soldi del tuo socio. E tu non ci rimetti il becco di un quattrino."

I rapporti tra moglie e marito non sarebbero più stati gli stessi. Diviero li aveva costruiti sulla menzogna, e ora lei non solo doveva fare i conti con la realtà di vivere con un pluriomicida ma era costretta a pagare una parte del conto per salvarlo. (...) L'uomo che aveva sposato aveva ucciso un bambino e la sua mamma e lei era pronta ad aprire le gambe a un perfetto sconosciuto pur di evitargli il carcere. Allora peggio per lei.

Ero deluso. La donna di Siviero si piegava al ricatto ma lottava per conservare la sua identità. L'avevo inculata con cattiveria, ma per lei non era stato altro che un prezzo da pagare per limitare i danni. Nulla a che vedere con la devastazione della mia vita, il dolore e l'angoscia che avevo conosciuto in quei 15 anni.
Per lei e quell'assassino di suo marito non rappresentavo altro che un problema da risolvere. Poi la vita sarebbe continuata, anche se diversa da prima. La differenza tra me e loro stava proprio li. La mia esistenza era chiusa per sempre dall'oscura immensità della morte.

La galera non sono gli anni. E' tutto quello che ti costringono a patire e non sta scritto in sentenza.

Il marito l'aveva lasciata per una donna più giovane. Ma non più bella, tenne a sottolineare.

"Raccontami qualcosa di te" (...)
A quella cretina piacevano i casi umani e io ero un esemplare di razza. Mi basto dire quattro banalità per conquistarla.

Ma io non perdonavo nessuno. (...) Ivana Stella, anche lei, certo. Nessun "volontario" si era fatto vivo per aiutarmi quando annaspavo avvolto nell'oscurità. Tanto meno la signora Tessitore che andava a soccorrere i poveri carcerati. E adesso mi trovava speciale.

Gli ho ammazzato moglie e figlio. Non posso toccarlo. Si sta solo vendicando. Lo farei anche io. Ma da uomo, però. Pistola o coltello. Lui è troppo crudele. E vigliacco. Prendersela con me è troppo facile.

Sessualmente quella donna era un disastro. Sapeva solo tenere le gambe aperte e ansimare con una certa partecipazione. Con crudeltà la costrinsi ad affrontare l'argomento. (..)
"Forse è proprio per questo che ti ha lasciato. Un po' di fantasia a letto non guasta mai."

"E' certo di stare bene?"
"Mi sta chiedendo se soffro di turbe psichiche? Mi fa piacere che qualcuno si pongo il problema, dopo 15 anni".

Ero deluso. Non ero riuscito a punire Ivana Stella ma solo a farla soffrire. Mi aveva tenuto testa e io invece mi ero reso ridicolo con quelle volgarità sul sesso.

Pag. 154
Raffaele va da Giorgia.

La verità era che Contin mi faceva pena. Ne avevo visti tanti di ergastolani impazzire di disperazione e lui era come loro. Condannato all'ergastolo del dolore. (...) Pagare al posto suo è il mio modo di risarcirlo per il male che gli ho fatto.

Non volevo essergli riconoscente ma non potevo negare a me stesso di essere quantomeno sollevato.

Oggi sono consapevole di aver ucciso due persone. Potevo evitare di farlo. Ma era mio pieno diritto scegliere se perdonare o meno. E non avevo perdonato nessuno. Nemmeno Beggiato. Lui pensava di avermi offerto una nuova possibilità di vita evitandomi il carcere. Magari pensava anche di aver compiuto un gesto nobile e di aver pareggiato i conti. Invece mi aveva risarcito, e solo in parte, di quello che mi aveva tolto.


Titolo: L' oscura immensità della morte
Autore: Massimo Carlotto
Editore: E/O (collana Tascabili e/o)
Periodo: 2005
Pagine: 183
Prezzo: € 8,00 - Sconto Iperspar -15% = € 6,80
Prezzo Emmaus € 2,00 però ho comperato 6 libri e mi ha fatto pagare € 8,00.. quindi l'ho pagato
€ 1,33periodico!!!!

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