Monday, June 2, 2008

Euthanasia



in realtà questo libro l'ho letto a maggio.. ma ho avuto poco tempo (e poca voglia) per collegarmi al blog.
Cercavo in rete delle info su Luciano Spadanuda, e non so per quali vie sono arrivata sul blog della mazzucato che recensiva questo libro.
copertina accattivante, che non c'entra marginalmente (a mio parere) col contenuto.
il libro mi è piaciuto moltissimo.

copiaincollo paroparo la recensione che ne ha fatto la mazzucato...

Euthanasia di Ferdinando Pastori, edizioni Clandestine, non è solo un libro. E’ una P.E.T. Una "tomografia a emissione di positroni" del grumo denso del tempo e dello spazio in cui viviamo, del nostro scorrere fra giornate che hanno limato, fino a renderla quasi inesistente, la frontiera fra la luce e il buio, così come è stata limata, ridefinita e modificata, la frontiera fra piacere e dolore.
Un esame raffinato, che difficilmente sbaglia il risultato, ma il cui risultato è tragico. Ci sono cancri microscopici o enormi e non riconosciuti che solo la P.E.T è in grado di vedere. Questo avviene fra le pagine dense, claustrofobiche, ossessive, questo avviene fra le righe, nei corsivi, nei capitoli, nelle citazioni della narrazione, a mio parere assai rilevante, di Pastori.
Il cancro, il marcio, il delirio viene minuziosamente raccontato (senza perdere un ritmo e una cifra tipica dello scrittore, riconoscibile) partendo dal dettaglio (e da un trauma, si dice che in caso di trauma siano proprio i dettagli a essere ricordati con maggior precisione rispetto all’insieme).
Dettagli di oggetti, oggetti che riempiono ma riescono solo a diventare la campionatura del vuoto pneumatico: "Ci sono rituali da ripetere periodicamente per evitare mutazioni pericolose e indesiderate. Manie. Ossessioni e riti scaramantici. C’è chi si alza da letto appoggiando per primo il piede destro( non ho mai sentito di qualcuno che appoggi per primo il sinistro), chi si confessa una volta alla settimana e riceve l’ostia tutti i giorni alla messa delle sette…I balinesi usano solo quattro nomi e il primo figlio si deve chiamare Wayan, il secondo Made, il terzo Nyoman e il quarto Ketut, se il numero di figli è superiore a quattro i nomi si ripetono seguendo il medesimo ordine.. Il tuo nome è Fabrizio, non hai fratelli e prima di fare colazione ti lavi i denti. Mangi un uovo sodo, sei prugne secche e bevi una lattina di coca cola light. Oggi le prugne rimaste nella scatola erano soltanto cinque e hai trascorso il resto della giornata alla ricerca di punti fermi e certezze allo scopo di recuperare un equilibri che appariva compromesso.."
Rituali profani a scandire una vita notturna, disperata e disperante che a tratti assomiglia alle nostre vite, o ai nostri incubi. A qualcosa che vorremmo inseguire, o a qualcosa da cui vorremmo fuggire. Il protagonista fa entrambe le cose. Insegue una donna- simbolo. Una donna che lo porta a corteggiare territori proibiti di un sesso estremo, simbolo di un annullamento perseguito con tenacia metodica da tanto tempo prima di incontrare lei: "Occhi bendati, corde che stringono e segnano. Obbligano a posture innaturali ombre consenzienti, esposte come le figure piegate su se stesse dei quadri di Bacon dove il corpo umano non conosce riposo e bellezza..Due marionette appese a ganci di macellaio a testa in giù. Una di fronte all’altra, superfici lisce che riflettono le insicurezze ribaltandole. Fino a. Trasformarle in consapevolezza…Ti domandi. Quale sia il senso, il significato ultimo di tutto ciò che hai visto fino ad ora….la risposta è nascosta da qualche parte, ti osserva con occhi da gatta. Ti spia, si diverte alle tue spalle, si avvicina ma non si lascia afferrare. Come Alissa."
E’ Alissa la ricerca e la fuga, la chiave e la porta della storia, in senso letterale e simbolico.
E’ cercando Alissa che il protagonista approda all’ Euthanasia, un locale dove l’estremo è una cura con poche speranze, dove tutto ciò che è estremo, dal "cutting" al sadomaso, alla stanza " dove è possibile mettere piercing singoli o multipli e siccome il tessuto è molto fine la guarigione è rapida…se ti fai marchiare a fuoco come una bestia il logo del locale sulla spalla non avrai più bisogno di mostrare la tessera..", tutto questo è come una terza o quarta linea di chemioterapia, un tentativo con le alte dosi perché il cancro è diffuso, metastatico e ormai all’attacco.
Adagio, con un ritmo circolare, talora disturbante, che fa volutamente mancare l’aria, abbassare il libro e pensare "ma viviamo così, siamo davvero così disperati, frantumati, spezzettati in spazi urbani tutti uguali a riempire di niente solitudini che puzzano delle solite cose.", la vicenda diventa sempre più thriller, sempre più una corsa angosciante, la disperazione monta come una colossale onda che può solo spazzare via per trovare una purificazione, che può solo fare piazza pulita dopo avere metodicamente descritto il caos. Un caos che si tiene in piedi grazie a ossessioni e perversioni e non sono certo quelle sessuali le più devastanti, le più immorali, quelle che annientano. Sono quelle della tecnologia, della solitudine, del ricordo che tormenta, dei continui riferimenti alla medicina, alla musica( con citazioni perfette all’inizio di ogni capitolo, quasi un riassunto in musica e parole, quasi un’anticipazione del dramma o della follia che si andrà a leggere), alle malattie: " Non racconto che. Alissa è entrata nella mia vita. Se il fumo rappresenta una ricaduta, lei è una nuova malattia. Ancora sconosciuta. Da analizzare. Un agente infettivo. Un parassita intra cellulare.."
Con questo libro, il suo quarto, Ferdinando Pastori ha shakerato il nostro tempo non prima di averlo sezionato con i guanti del chirugo e il bisturi. Ci sono evidenti influenze letterarie e cinematografiche ma che riesce, straordinariamente, ad amalgamare molto bene costruendo uno stile e una storia che ci sembra di conoscere ma che forse sottovalutiamo, il nostro futuro che è già presente, le sue ombre, i suoi fantasmi, il tutto filtrato attraverso un corpo che somiglia sempre di più alle cose. Ai televisori senza audio e sempre accesi, alle radiosveglie che illuminano la parete con la scansione delle ore. Alle televendite raccontate con una bravura mai trovata in romanzi contemporanei.
Il tutto filtrato attraverso un corpo- manichino, un corpo- latteo assetato di sangue che lo macchi, lo segni, lo faccia sentire vivo. Ma cosa vuol dire e perché essere vivi? Ed è diverso a Milano o in Giappone? E’ diverso quel dolore, quella sofferenza che non smette di pulsare, esiste un altrove che la sappia far sparire, tacere, lenire? La risposta è alla fine. Le nostre risposte di lettori continuano a martellarci una volta appoggiato il libro.

Autore: Ferdinando Pastori
Editore: Edizioni Clandestine
Periodo: 2006
Genere: Romanzo
ISBN: 8889383429
Pagine: 164
Prezzo: 10.00€

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