Tuesday, May 12, 2009

L'Uomo a Rovescio



Presa bene dal primo libro della Vargas che ho letto (l'uomo dei cerchi azzurri), e presa bene da Adamsberg e Dangqualcosa, mi son lanciata nella lettura di questo libro, il secondo della saga di Adamsberg.
Scrivo a lettura ultimata.. e dico che non è un gran che..
Come scrive lei mi piace da morire e i personaggi sono umanissimi e mi fan schiantare.. ma a metà libro avevo già capito chi fosse l'assassino.. e alla fine mi sono pure accorta che la trama rispecchia moltissimo il precedente (l'assassino che uccide una persona per prenderne l'identità per fare in modo che la polizia cerchi questa persona e non il vero colpevole.. ) .
In Italia questi due libri sono usciti in periodi differenti, addirittura "l'uomo dei cerchi azzurri" è uscito dopo "l'uomo a rovescio".. sapere che sono l'uno il seguito dell'altro e che la trama sia così simile.. mi ha lasciato un po' con l'amaro in bocca..

In un paese della Francia che non ho capito dov’è, c’è un canadese, esperto in grizly, che osserva un piccolo branco di lupi.
Lawrence (il suo nome) è in francia già da un po’ e non si convince ad andarsene malgrado il suo permesso di soggiorno stia scadendo e il suo lavoro sia praticamente terminato… anche perché da un po’ convive con Camille.. la ex Adamsberg.
In questo paesello e nei paeselli limitrofi, i lupi stanno cominciando ad attaccare le pecore.. sempre più spesso ne vengono trovate di uccise negli ovili, morse alla gola e lasciate li senza essere mangiate.
Dopo vari episodi di questo tipo, arrivano anche le tv con i telegiornali, ed è durante un telegiornale che Adamsberg vede Camille.
Intanto nel paese, la vecchi Suzanne comincia a dire che si tratta di un lupo mannaro, perché i lupi non uccidono a quel modo.. e accusa un pastore solitario, tale Massart, di essere il licantropo: perché è un solitario che si accompagna ad un alano enorme, perché è uno che ha vissuto per anni spostandosi tra i paeselli sui monti per tornare da poco a fare il pastore e perché è completamente glabro, visto che il pelo ce l’ha dentro (l’uomo a rovescio).
La vecchi Suzanne viene trovata sgozzata nel suo ovile e Massart è sparito..
Il figlio adotottivo di lei, Soliman (un 18enne di colore nero come la sua madreterra), e un vecchio pastore silenzioso, il Guarda, vogliono partire alla caccia di Massart e chiedono a Camille, in nome dell’amicizia che lei aveva con Suzanne, di guidare il carro bestiame trasformato in camper all’inseguimento del licantropo.
Dopo aver riflettuto, Camille decide di partire seguendo le tracce segnate a matita sulla cartina che lei e Lawrence avevano trovato nella casa di Massar, nella quale avevano fatto un “sopralluogo” non autorizzato, e dopo aver ricevuto risposta negativa dal capo dei gendarmi al quale avevano parlato dei loro sospetti.
Qualche mese prima, Adamsberg aveva ucciso un pappone durante uno scontro a fuoco; da allora, la donna del tipo sta seguendo il commissario per cercare di farlo fuori. Adamsberg si decide, dopo l’ennesimo attentato sventato, a sparire per un po’, e ne approfitta per seguire delle ricerche di polizia nel paesello di Camille.
Intanto il carro bestiame va su e giù per i monti francesi, ma il licantropo non si becca.. una volta è davanti a loro, l’altra pare deviare..
Intanto Adamsberg becca Camille e si unisce al viaggio.. ma anche Lawrence li raggiunge con la sua moto.
E qui ho capito che l’assassino era Lawrence.. anche perché non c’erano altri da sospettare.
Ma andiamo avanti.. il “lupomannaro” fa fuori altre due persone.. due anzianotti sorpresi nottetempo a camminare nei boschi..
La faccio breve: alla fine l’assassino era Lawrence che aveva ammazzato Massart e ne aveva sotterrato il cadavere perché la polizia lo credesse in fuga e gli desse la caccia.. lui, Lawrence, in realtà si chiama in un altro modo ed è figlio di una coppia in cui (non mi ricordo bene) mi pare che il padre uccida la moglie e l’amante e finisce in prigione.. ma la moglie aveva tanti amanti.. Lawrence bambino era finito in Canada ma era sempre rimasto in contatto col padre e con lui aveva organizzato la vendetta…tornare in francia sotto mentite spoglie ed eliminare gli amanti.. Suzanne non c’entrava nulla, ma la sua battuta sul lupo mannaro era servita a Lawrence per compiere la sua vendetta, servendosi della mandibola di un lupo come arma del delitto..

Tirando le somme.. belli i personaggi.. non mi ha entusiasmato la storia..


-Frasettine-

E quando oggi tornava la, nella sua montagna, riprendeva gli stessi sentieri, di notte. A riprova di quanto sia desolante l’essere umano, che si affeziona a quel che ha di peggiore.

RISPETTO PER I VECCHI, ONORE AI DEBOLI.

(biglietto nella cesta in cui fu abbandonato Soliman)
“Pe piacere, ocupati di lui, ocupati bene. Si chiama Soliman Melchior Samba Diawara, dici lui sua mama buona e suo papa crudele come inferno di palude. Ocupati di lui, vuoi bene, pe piacere”

“Ce ne frega una sega, Sol, della patria. Uno nasce dove nasce. Ma fai in modo di non rinnegare i tuoi vecchi, che altrimenti finisci nella merda. E’ rinnegare che non va bene. Rinnegare, disconoscere, disprezzare è roba per gente inacidita, per i bulletti che si mettono in testa di essersi creati da soli senza nessuno prima di loro. Gli stronzi, insomma. Tu hai le Frazioni e poi hai tutta l’Africa. Prendi tutto, che ti viene il doppio”.

Suzanne Roselin, nemica di ogni pensiero maggioritario

La madre di Camille diceva che il tempo perso è tempo guadagnato.

Perché Danglard era un uomo diviso. Adamsberg, invece, era stato plasmato in un unico pezzo.

E’ stato previsto tutto. Pensato tutto. E tutto funziona.

(favola africana di Soliman)
Il cibo era ovunque a portata di mano, ma l’uomo prendeva tutto per se e i coccordrilli si lamentavano della sua voracità egoista. Per vederci chiaro, il dio della palude puzzolente assunse la forma di un coccodrillo e andò di persona a verificare. Dopo aver sofferto la fame per tre giorni, il dio della palude chiamò l’uomo e gli disse: “d’ora innanzi, Uomo, sarai generoso.” “Un bel tubo di niente”, gli rispose l’Uomo. “Me ne frega una sega degli altri”. Allora il dio della palude andò terribilmente in collera e tolse all’uomo il gusto del sangue, della carne fresca e cruda. Da quel giorno, l’uomo dovette far cuocere tutto quello che portava alla bocca. Gli ci volle molto tempo e i coccodrilli vissero in pace nel loro regno della carne cruda.
Allora l’uomo, umiliato per essere diventato l’unica creatura che mangiava il cibo cotto, sbolognò tutto il lavoro alla donna. Tranne me, Soliman Melchior, perché sono rimasto buono, perché sono rimasto nero e poi perché non ho una donna.

Pensaci un po’ su, Camille. L’esitazione è il lusso dei saggi. La vuoi sapere la storia dell’uomo che non aveva voluto prendere tempo?”
“No – disse Camille – La saggezza mi annoia.”
“Allora non pensarci su. Agisci. L’audacia è il lusso delle menti libere
.”


Camille era scarsamente incline alla rinuncia, lieve difetto di umiltà che aveva spesso pagato con gran dispendio di energie a fondo perduto.

"Dividiamo il camion con la signorina. Bisogna portarle rispetto e portare rispetto a noi stessi".

"Sei credente, Sol?"
"Sono superstizioso."
"Ah. E' impegnativo."
"Molto".

"Questo non è ragionare. E' riflettere contro ogni buon senso."



Titolo: L'uomo a rovescio
Autore: Fred Vargas
Editore: Einaudi (collana Stile Libero Big)
Periodo: 2006 ediziona italiana - la prima edizione francese è del 1999
Pagine: 330
Prezzo: € 15.30 (pagato € 6.00 a CdC)

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